Il tenore Luca Iacono avvolge col fascino d’armonie le celebrazioni a Ischia Ponte
Inconfondibile cantore sulle storiche tastiere a canne sui cori delle splendide Chiese
Luca Iacono è l’epìgono di una storica famiglia di illustri Cantori e Musicisti, pur tuttavia non divulgati, che ha trasmesso naturalmente -come suo padre Francesco- ai suoi eredi il dono particolare e raro del possente canto tenorile e baritenore, registro vocale che pieno e ricco spazia nei virtuosismi sacro-canori durante le affollate celebrazioni festive ed eventi straordinari nelle meravigliose d’arte e storia Chiese dell’antico borgo di Ischia Ponte, come la Cattedrale, la vicina Parrocchia dedicata allo Spirito Santo (con gigantesca tela del Cenacolo Mariano di Alfonso Di Spigna) con l’adiacente gingillo della Chiesa Arciconfraternita dedicata a S. Maria di Costantinopoli: abbiamo il privilegio di poter frequentare con piacere per la S. Messa (celebrata dall’esemplare ed ispirato Parroco Don Carlo Candido, come nel Duomo dal grande Vescovo mons. Pietro Lagnese) questi stupendi edifici religiosi. Luca Iacono tonante di sacre e pur celebri armonie ci era divenuto caramente familiare per gli accenti modulati e forti sulla tastiera accompagnata contemporaneamente (difficile a farsi !) dagli accenti vibranti del canto.
Un volume che colpisce e rapisce il fedele presente, per cui in una recente domenica della S. Messa delle ore 8, lo scrivente incuriosito da tante spiegate note ha sentito il piacere e onore di poter conoscere, all’uscita, la persona del Maestro Luca Iacono (eccoci nella foto di mia -7- figlia Sion) e di farci raccontare il suo percorso davvero artistico, talentuoso, che avvolge di fascino antico Ischia Ponte. Certo il tenore è il più acuto dei registri maschili e la cui estensione raggiunge la nota estrema del “do di petto” centrato da un tenore, come il Maestro Luca, con voce piena: Luciano Pavarotti, ad esempio, nel 1966, in scena al Covent Garden di Londra, si guadagnò l’appellativo di “Re del do di petto” e la nota finale dell’esibizione con un acuto tenuto per oltre sei secondi. Ebbene, stare con le dita sulle tastiere e sprigionare nel contempo armonie di canti non è certamente semplice e la circostanza val bene una significativa e oggettiva valutazione dell’indubbio, non comune talento artistico del Maestro Iacono. La parola ‘tenore’ viene dal verbo latino ‘tèneo’, che significa ‘mantenere, far durare’ e un tempo la musica delle canne era alimentata dal forte soffio compresso dei mantici (azionati da altri sul balcone del coro), pedaliere, staffe, poi da migliori sistemi elettrici: ma tastiera e canto restano comunque nelle mani e nelle corde vocali del Maestro: “Provengo da una famiglia, da più generazioni di musicisti dilettanti, -spiega Luca Iacono- che prestano il loro talento a molte Chiese del Comune d’Ischia in veste di organisti e maestri di coro. Dagli inizi del ‘900 mio padre Francesco è stato il primo in famiglia a scegliere la musica come professione, studiando Pianoforte, Musica corale e Direzione di coro al Conservatorio di Napoli. Quest’anno ricorre il trentesimo anniversario dalla sua prematura scomparsa…Aveva appena 54 anni. Mi ha lasciato una grande eredità: l’amore per la musica e per l’arte in generale. Avevo otto anni quando mi ha ‘lasciato’ sull’organo della Cattedrale per accompagnare una funzione del Vescovo d’Ischia mons. Diego Parodi…Lui aveva anche altri impegni. Da allora ho proseguito i miei studi, sulle sue orme, continuando prima col caro M.ro Aniello Manco in pianoforte, poi al Conservatorio i faticosi studi di Composizione e Direzione d’orchestra”. Grazie, Maestro Luca, e ogni Bene sempre col canto a Gesù e Maria! (continua)
*Pasquale Baldino – Responsabile diocesano Cenacoli Mariani; docente Liceo; poeta; emerito Anc-Ass Naz Carabinieri (e-mail: prof.pasqualebaldino@libero.it)