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“Il turismo ad Ischia bloccato dal boom demografico”

CASAMICCIOLA TERME. Nell’ambito dell’incontro pubblico svoltosi sabato scorso presso l’Hotel Marina 10 e promosso dal nostro giornale, un’analisi molto articolata e piena di spunti è giunta dal noto urbanista, prof. Sebastiano Conte, che una volta di più ha saputo gettare punti di vista inediti o comunque poco considerati sulle cause dei problemi in cui si dibatte l’isola d’Ischia. Innanzitutto, il disordinato e per molti versi eccessivo sviluppo demografico, oltre che edilizio, cominciato negli anni ’60. In riferimento all’intervento dell’ing. Di Meglio che delineava il fallimento della gestione pubblica del territorio e che sosteneva l’esautoramento dei Comuni da vari ambiti, il prof. Conte ha preso spunto per una panoramica di ampio respiro: «Anche io sono favorevole al comune unico – ha dichiarato Conte – ma a differenza di Pino Di Meglio credo che  le istituzioni comunali siano indispensabili e che siano alla base delle libertà cittadine. Tuttavia  i cittadini isolani non sono affatto liberi, bensì schiavi resi tali dalla piaga dell’abusivismo.  Fino agli inizi degli anni ’70, si pensava di poter “pianificare” lo sviluppo dell’isola, ma quell’attitudine è fallita. 45mila abitanti era  considerato il limite massimo per la vivibilità turistica e residenziale, mentre oggi siamo ben 20mila oltre quel limite. Come si può pensare di vendere una località turistica con una densità abitativa così alta, simile a un quartiere di Napoli?». Considerazioni difficilmente attaccabili, e che hanno fatto riflettere il pubblico in sala. «Consideriamo anche – ha continuato il prof. Conte – che esistono 120mila vani, pronti ad accogliere una popolazione equivalente. Non possiamo sopportare un peso residenziale così alto. A questo ritmo, la popolazione residente triplicherà, e così anche il numero delle automobili. Anche per i rifiuti è lo stesso problema. Le amministrazioni isolane quasi sempre si limitano a operazioni di maquillage, senza reali interventi risolutivi. Va ripensato il governo del territorio, che finora non c’è stato. Il Comune unico può essere un’occasione positiva, ma non ci si dovrà limitare a un’operazione di mera ingegneria istituzionale, altrimenti i problemi rimarranno gli stessi: le istituzioni, per quanto ben architettate, funzionano tramite gli uomini. Molti di essi, come ho detto, a Ischia non sono liberi: l’abusivismo è stato lo strumento dell’asservimento, del ricatto, della sudditanza. Un primo indispensabile passo è quindi quello recuperare la dignità dei cittadini, eliminando la spada di Damocle costituita dalla paura di veder abbattuta la propria abitazione».

 

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