POLITICA

Il verbo di Arnaldo: «Dalle elezioni dipende il futuro di Casamicciola»

Il candidato a sindaco di Rispetto per Casamicciola fa il punto sulla campagna elettorale che stasera chiude i battenti: scatta il silenzio, poi domenica i cittadini andranno alle urne

Arnaldo Ferrandino si ripropone come candidato sindaco per la quinta volta. È alla guida della lista “Rispetto per Casamicciola”. Con lui Caterina Buono, Francesco Capezza, Susy Capuano, Giuseppe Castagna, Angelo Croce, Abramo De Siano, Annalisa Iaccarino, Arnaldo Maio, Restituta Masturzo e Roberto Monti e le new entry Loredana Cimmino e Ignazio Barbieri, che da tempo hanno deciso di perorare la causa del commercialista e già sindaco del Comune termale. Accanto a loro, seppur non candidato, l’eurodeputato Giosi Ferrandino, che il prossimo 26 maggio cercherà di staccare un pass per una nuova esperienza in quel di Bruxelles. 

Lei si candida a sindaco per la quinta volta: quali analogie e quali differenze rispetto alle passate esperienze? 

«In realtà la campagna elettorale è sempre uguale ma questa volta c’è una differenza sostanziale. È evidente che a Casamicciola c’è stato un evento traumatico, che è il terremoto, che ha segnato il nostro paese. Il terremoto non può e non è l’unico problema di Casamicciola, ma il diverso approccio al problema terremoto sta caratterizzando questa campagna elettorale. Noi proponiamo una ricostruzione seria sulla falsariga di quella del centro Italia. Capisco le polemiche, ma ricordiamo che al centro sono 139 i Comuni coinvolti. Ma loro hanno le norme ed i fondi. Tutto è chiaro. A differenza di Casamicciola. Noi tutto ciò non lo abbiamo nella più assoluta indifferenza da parte dell’amministrazione comunale uscente. Tanto che alcune persone hanno lasciato l’amministrazione in carica proprio per diversità di venute sulla gestione del post sisma e della ricostruzione. Ciò che mi ha spinto a candidarmi è l’incubo di avere Giovan Battista Castagna sindaco per i prossimi cinque anni. Negli ultimi due ho cercato di stimolarlo in tutti i modi, e questo per tentare di ottenere quelle minime misure che altri terremotati hanno avuto e che noi non siamo riusciti ad ottenere. La cosa paradossale è che le porte della Regione e di Roma erano aperte. Loro non hanno mai voluto entrare in queste porte, e ciò perché evidentemente non gli interessa la ricostruzione». 

Ma lei è un uomo cinico? 

«Castagna dice che sono cinico per la diversità di vedute nella gestione amministrativa. Ma dal maggio 2000 ad oggi io ho amministrato per 18 mesi (da maggio 2012 a settembre 2013) e l’attuale sindaco è stato nel mio esecutivo per tutto il tempo. Tutti i licenziamenti che avrei fatto sono stati avallati da lui in modo diretto o con il suo silenzio. Castagna, quindi, mente sapendo di mentire quando mi definisce cinico. In realtà il cinico è lui. Il sindaco dice di essersi dimesso da assessore quando era nella mia squadra. Così non è. In realtà sono stato io a revocargli la nomina. I motivi, però, lascio che li dica lui. Consiglio al sindaco di smentire tutto ciò che si dice in giro sul suo coinvolgimento personale in acquisti post sisma. Castagna farebbe bene a chiarire».  

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La campagna elettorale, inevitabilmente, si gioca anche e soprattutto sul terremoto. Lei, peraltro, del sisma è anche una vittima. Che cosa bisogna fare per far voltare pagina a Casamicciola? 

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«Il terremoto rappresenta la madre di tutti i problemi di Casamicciola. Se non si parte dalla soluzione del terremoto, sarà impossibile risolvere gli altri problemi. I prossimi cinque anni saranno fondamentali: se non si creano i presupposti per ripensare quello che dovrà essere il nostro futuro, Casamicciola è morta e non risorgerà più. Noi questo lusso non possiamo concedercelo. Dovremo scalare l’Everest: di questo ne siamo consapevoli, e riteniamo di avere tutte le risorse per poterlo fare. Se perdiamo le elezioni, per Casamicciola e per i nostri figli saranno tempi bui. Bisogna per prima cosa far nominare un commissario straordinario con pieni poteri. Al momento c’è un commissario, ma è senza poteri. L’unico atto prodotto da Schilardi è un’ordinanza che destina 5 milioni di euro alle imprese che hanno avuto un lucro cessante dopo il sisma. Sono state coinvolte tutte le aziende dell’isola e non solo quelle site nei tre Comuni del cratere. Il terremoto è stato un avvenimento traumatico per tutti. Non mi sarei mai voluto trovare al posto di Castagna anche se il suo comportamento dopo il sisma è davvero censurabile. Non capisco perché non è andato a chiedere a Roma un provvedimento per la ricostruzione chiedendo solo l’ormai famoso articolo 25 (quello sul condono) che è improponibile». 

Che cosa ne sarà del Pio monte della Misericordia?  

«Non so che cosa ne sarà di quella struttura. Certo è che ciò che ha detto Castagna è una pagliacciata. Non si sa chi è la società che deve realizzare e non si è capito cosa. Se non fosse solo uno spot elettorale, non capisco perché non hanno raccontato con dovizia di particolari che cosa ne sarà del Pio Monte della Misericordia. Personalmente credo che sia necessario sedersi seriamente con l’ente Pio Monte che è il proprietario dell’immobile e trovare con loro una soluzione. Personalmente immagino una sala congressi, una sede distaccata dell’università, semmai di scienze turistiche, e aree a servizio delle comunità. Sono quarant’anni che si punta alle stelle e si finisce solo a parlare di aria fritta senza concludere nulla tenendo quella struttura obbrobriosa nel centro del paese».  

In che cosa il sostegno dell’europarlamentare Giosi Ferrandino può costituire un valore aggiunto? 

«Giosi è un valore aggiunto come esponente di spicco della politica dell’isola di Ischia, è la dimostrazione che in questo frangente i contrasti debbano essere messi da parte per Casamicciola. Tutti abbiamo fatto un passo indietro per farne due in avanti. Inoltre Giosi in Europa può far sentire la voce dell’intera isola di Ischia e di Casamicciola in particolare».  

Ha detto che le elezioni del 26 maggio sono uno snodo cruciale e rappresentano l’ultima speranza per il paese. Perché? 

«Osservando gli ultimi due anni dell’amministrazione Castagna affermo con certezza con questa è l’ultima speranza per Casamicciola. Se i miei compaesani perdono questo treno, sarà la morte del nostro paese. È sotto gli occhi di tutti ciò che non è stato fatto in questi due anni. Dal sisma ad oggi davvero non è stato fatto niente». 

Casamicciola e turismo. Croce e delizia. 

«Non riusciamo ad offrire un turismo di qualità. Ormai si punta solo sulle nostre risorse naturali che, però, si stanno deteriorando. Se peggiora il turismo, peggiora l’intera isola ed anche Casamicciola. Bisogna invertire questo trend creando un turismo di qualità piuttosto che di quantità. E questo è un discorso che bisogna portare avanti con gli altri sindaci dell’isola».  

Per quale motivo i cittadini di Casamicciola dovrebbero scegliere lei come prossimo sindaco? 

«Se i cittadini di Casamicciola vogliono realmente cambiare devono votare me. Se ritengono, invece, che l’amministrazione Castagna ha ben operato, specie per la questione terremoto, allora fanno bene a riconfermare il sindaco uscente. In realtà non credo che gli abitanti di Casamicciola siano così folli da scegliere chi in questi anni non ha fatto nulla per riportare il nostro paese alla normalità».  

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