POLITICAPRIMO PIANO

Il verbo di Cantalamessa: «Il bicchiere è mezzo pieno»

Ieri il senatore leghista è tornato sull’isola per incontrare commissario prefettizio, sindaci, associazioni, comitati e nel primo pomeriggio anche Legnini. In una intervista al nostro giornale commenta il decreto Ischia e anche quello che ancora va fatto per “rianimare” la martoriata Casamicciola

Aveva promesso che sarebbe tornato sull’isola a fine gennaio e ha mostrato la puntualità di un orologio svizzero. Ieri mattina il senatore leghista Gianluca Cantalamessa è tornato sull’isola – accompagnato dal referente salviniano sull’isola Vitale Pitone e da Agostino Iacono – per incontrare cittadini, comitati e associazioni e fare il punto sullo stato dell’arte post frana. Nella ormai abituale cornice dell’ex ristorante Monfalcone a Corso Luigi Manzi, al tavolo c’erano anche il commissario straordinario Simonetta Calcaterra, i sindaci di Forio e Serrara Fontana Francesco Del Deo e Irene Iacono e il vicesindaco di Lacco Ameno Carla Tufano. Tanti i temi posti sul tavolo, dal porto attualmente off limits passando per le scuole ancora inagibili a strade e costoni che manifestano tutta la loro fragilità. Al termine del summit, lo abbiamo intervistato per raccogliere una serie di significative considerazioni prima che Cantalamessa ultimasse il suo tour isolano recandosi a Palazzo Reale per incontrare il commissario a ricostruzione ed emergenza post frana Giovanni Legnini, col quale ha avuto un colloquio strettamente riservato.

Promessa mantenuta: sull’isola un mese dopo. Secondo Lei cosa si è mosso, e cosa la preoccupa perché magari ha visto una certa stagnazione?

«Sicuramente c’è stata una presa d’atto di consapevolezza da parte delle associazioni e degli amministratori sul fatto che il governo e la maggioranza hanno fatto subito qualcosa. Mi piace ricordare che in commissione anche le minoranze hanno dato il loro contributo, essendosi rese conto dell’importanza della situazione, che richiedeva rapidità. Come ho già detto, un discorso è la velocità con la quale vanno adottate le prime misure, altro discorso è la programmazione per evitare che queste tragedie accadano ancora, e in questo secondo caso il lavoro diventa più difficilmente misurabile nell’immediato».

In tal senso, il bicchiere va visto come mezzo pieno o mezzo vuoto?

«Nonostante le difficoltà tuttora presenti, credo che si possa sicuramente definire mezzo pieno: il governo ha risposto in 72 ore dal 26 novembre col primo consiglio dei ministri, con un decreto che prevede 85 milioni, più un ordine del giorno con parere favorevole del governo che prevede altri 25 milioni, e poi ci sono gli altri emendamenti che abbiamo presentato al decreto ricostruzione. Dunque, la gente di Casamicciola dell’intera isola hanno diritto a risposte veloci e concreti, ma credo che abbiano apprezzato le misure prese, che non erano scontate, vista la rapidità con cui sono state varate».

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Si parla molto anche dell’operato del Commissario alla ricostruzione, una di quelle figure che inevitabilmente si ritrova sotto i riflettori.

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«Rispetto al problema del dopo-sisma, l’operato è sicuramente molto positivo, stando anche a quello che hanno dichiarato gli amministratori, i cittadini, gli imprenditori e i commercianti. Mi auguro che sarà così anche per l’emergenza del dopo-alluvione. Ovviamente tutte le persone, a cominciare dal sottoscritto, vanno valutate sui fatti, e adesso stiamo iniziando ad affrontare i problemi lasciati dalla frana».

Nell’incontro coi cittadini al quale come di consueto Lei non si è sottratto, ha ascoltato una serie di problematiche. Secondo Lei quali sono le reali priorità, anche quando si parla di interventi da eseguire con una certa urgenza?

«Mi ha colpito molto l’intervento di una mamma che ha detto di aver iscritto il figlio alla prima elementare, in una situazione emergenziale che doveva essere provvisoria, e che ha finito il ciclo della scuola primaria in una situazione che è rimasta sempre emergenziale. Ecco, sentire una madre che paga le tasse e che desidera che il figlio possa frequentare una scuola normale, con normali servizi, è una cosa che fa molto pensare».

Sappiamo che per il senatore Cantalamessa Ischia non è soltanto un qualsiasi puntino sulla carta geografica. Cosa significa, anche dal punto di vista affettivo al di là della politica, riuscire a dare una mano e far sì che questo territorio e soprattutto la sua gente possano mettersi alle spalle anche questa ennesima tragedia?

«Ischia è un punto d’orgoglio per la Campania e per l’Italia. Come tali vanno trattati gli ottomila comuni italiani, tutti con la stessa attenzione. E ci sono quelli che rappresentano un valore aggiunto, un fiore all’occhiello: Ischia è un posto del quale da campano mi sento orgoglioso di appartenere a questa regione, e per me rappresenta moltissimo».

Tornerà tra un mese.

«Certo, tornerò tra un mese per vedere come procedono le cose, e tornerò anche tra due mesi».

FOTO FRANCO TRANI

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