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«Il virus corre, ma il vaccino regge: a breve il picco di contagi»

Il dottor Carmine Barile commenta l’attuale momento dell’emergenza pandemica sull’isola: all’impennata di casi positivi si contrappone il ridotto numero di ricoverati

I casi di covid sull’isola sono saliti addirittura a 1.358: quanto c’è da essere preoccupati?

«Il totale dei positivi è sicuramente sottostimato. Fortunatamente la maggior parte di essi è vaccinata. La loro individuazione è dovuta al fatto che ci sono stati contatti diretti o perché sono sintomatici, ma tutti coloro che sono asintomatici restano “invisibili”. In ogni caso il fenomeno per il momento è gestibile: non è il numero di positivi che può spaventarci, ma il numero di persone che si ricoverano o che dobbiamo ricoverare. Questi ultimi sono i numeri che fanno davvero testo».

La presenza di soli cinque ricoverati al Rizzoli significa che i vaccini funzionano? O il dilagare del contagio vuol dire anche che non hanno avuto chissà quale effetto?

«È un buon segno. Vuol dire che Ischia è vaccinata, che i vaccini funzionano, evitano l’aggravamento, e che se tutti facessimo la terza dose, probabilmente si ridurrebbe anche la velocità di trasmissione del virus. Non dimentichiamo che la nostra è stata una delle prime isole a fare i tamponi a tutti: ciò ha determinato una “scopertura” per quanto riguarda la variante omicron, dunque chi ha fatto il vaccino a marzo-aprile-maggio e non ha ancora fatto il richiamo è ancora più esposto. Molti di essi, siccome il green pass non è ancora scaduto, non hanno ancora deciso di fare il richiamo, e questo sta creando un terreno dove il virus si propaga più velocemente, ma sicuramente il vaccino “tiene”. Stiamo riscontrando casi di tracheiti, raffreddori, ma il fatto che i ricoverati siano in numero limitato è di buon auspicio. Il virus sta facendo il suo decorso: ha trovato la chiave per diffondersi il più velocemente possibile, e se noi ci facciamo trovare preparati attraverso i richiami dei vaccini, possiamo realmente ridurre la pandemia in modo drastico. Il contatto con il virus, in maniera diretta o indiretta, porta ad aumentare gli anticorpi, con una maggiore protezione nelle future trasmissioni».

«Le cifre indicano che l’isola tramite i vaccini sta reggendo bene all’urto della variante Omicron. Sottoponendoci ai richiami, possiamo drasticamente ridurre l’incidenza, perché il virus circolerebbe più lentamente»

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Da medico è favorevole o meno alla riapertura delle scuole e perché?

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«Sicuramente i bambini in questo momento sono i più fragili perché sono meno “coperti”, quindi diventano dei serbatoi per il virus. Di certo con la riapertura delle scuole si avrà un incremento dei casi di positività. Un altro elemento di incertezza è dato dall’aumento dei contagiati tra il personale docente: dunque bisognerà capire “come” ripartiranno le lezioni in presenza, e con chi, visto che ci saranno tantissime persone costrette all’isolamento domiciliare, insegnanti compresi, che non potranno recarsi a scuola. Dunque sarà anche un problema logistico, difficilmente gestibile. Non dimentichiamo che dopo l’Epifania la curva continuerà a crescere per raggiungere il picco nelle prossime settimane: durante le feste le persone si sono mosse spesso, hanno frequentato negozi, alcuni tornano da un periodo di vacanza trascorso altrove. Dunque i numeri riguardo la positività saranno in crescita. Ci auguriamo invece che i numeri dei ricoveri siano pari allo zero».

«I bambini in questo momento sono i più fragili perché sono meno “coperti”, quindi diventano dei serbatoi per il virus. Di certo con la riapertura delle scuole si avrà un incremento dei casi di positività, anche tra il personale docente: sarà anche un problema logistico, difficilmente gestibile»

Da quel che mi dice, tramite la variante omicron si potrebbe progressivamente arrivare all’immunità di gregge?

«Penso proprio di sì: vista la diffusione tanto rapida di tale variante, e visto come la popolazione riesce a “resistere” a questo virus che ci sta facendo spendere una marea di denaro in protezioni e tamponi, si potrebbe arrivare a tale immunità».

Cosa risponde a chi attacca i medici di base che si rifiutano di somministrare il vaccino? Pare che sull’isola la categoria non abbia risposto compatta all’appello

«Io non mi sono rifiutato di fare i vaccini, infatti eseguo quelli a domicilio ai miei pazienti. Certo, non rispondo per tutti ma solo per me, che ho dato la mia disponibilità: poi sta all’Asl metterli a disposizione e permettermi di farli, specialmente ai miei pazienti costretti a letto o all’immobilità per altre patologie, e che non posso lasciare senza vaccino. E comunque mi risulta con certezza che diversi altri medici di base hanno dato la propria disponibilità, credo almeno il 30-40%. Non bisogna dimenticare che per coincidenza quest’anno sono andati in pensione molti medici di base, e questo può aver contribuito alla percezione che siano stati pochi quelli che si sono detti disposti a somministrare i vaccini. Addirittura ho saputo che l’Asl ha dovuto “calmierare” il numero di vaccini giornalieri che venivano somministrati quotidianamente in qualche farmacia isolana, perché a suo giudizio se ne facevano troppi».

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Armando

Gentile Dottor Barile, essendo l’unica farmacia sull’isola che fa vaccini le posso smentire che l’ASL abbia “calmierato” la fornitura, riceviamo sempre prontamente il numero di dosi che richiediamo e viaggiamo tranquillamente con il nostro passo di circa 100 dosi giornaliere. Ci stiamo anzi attrezzando per aumentare il numero di appuntamenti e venire incontro al grande numero di richieste che ci stanno prevenendo.

Carlo

Regge talmente bene che a infettarsi sono anche quelli con la terza dose. Mi chiedo come mai il Dott. Barile non faccia parte del magnifico comitato tecnico scientifico. Mi sarebbe piaciuto vederlo cantare con i famosi virologi canterini. Barile quante pubblicazioni scientifiche hai pubblicato ?!?

Beta

Signor Carlo, non tutte le persone vaccinate sviluppano allo stesso modo le difese immunitarie necessarie a bloccare il virus.
Ciò dovrebbe indurre ancor di più a vaccinarsi, per riuscire a proteggere le categorie più vulnerabili e diminuire il più possibile la circolazione del virus.

Carlo

La differenza è che chi come me che abita da diversi anni in Inghilterra può scegliere se continuare a vaccinarsi mentre chi come lei che abita in Italia deve ubbidire, pena restare isolato e fare la fame.

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