CRONACA

Sisma, Legnini: «La ricostruzione è un dovere delle istituzioni»

«Le parole d’ordine? Sicurezza e sostenibilità». L’appello dell’ufficiale di Governo: «Chiedo la massima collaborazione nelle manifestazioni di volontà, che ci consentiranno di pianificare meglio il lavoro e sapere quanti edifici ricostruire»

Si è svolto ieri pomeriggio, presso la sede commissariale di Ischia Porto, l’incontro tra il commissario alla ricostruzione Giovanni Legnini e gli operatori economici, i rappresentanti istituzionali e di settore. Al centro del meeting le misure introdotte dall’ordinanza n. 17 e le idee e proposte da raccogliere in vista della nuova ordinanza in favore delle attività economiche danneggiate dal sisma dell’agosto 2017.

I lavori sono stati aperti dall’intervento del commissario, che ha rappresentato il momento centrale del convegno, che è stato successivamente arricchito dagli interventi degli altri relatori intervenuti. Dopo i consueti saluti di rito, il commissario Legnini ha esordito asserendo che «il processo di ricostruzione versava in una situazione di incertezza, criticità e stallo. E questo per varie ragioni: alcune oggettive, altre connesse a problematiche su cui è inutile soffermarsi. Ricostruire il territorio colpito dal sisma è un dovere della Repubblica, delle istituzioni locali, della Regione, ed è inoltre un diritto che i cittadini ischitani devono esercitare fino in fondo».

«Oggi (ieri per chi legge, ndr) – ha proseguito Legnini – ricorre il 139esimo anniversario del terribile e tragico terremoto che colpì l’isola nel 1883, e che provocò un numero ingente di morti e danni molto estesi. Due anni prima c’era stato un evento sismico, e altri si erano verificati nei quarant’anni precedenti. Questi episodi dimostrano che quello della sicurezza sismica – e del territorio in generale – è un tema che deve avere priorità assoluta nell’agire pubblico, e anche nell’esercizio delle responsabilità private. Sicurezza e sostenibilità sono le parole d’ordine che non dobbiamo mani dimenticare. Bisogna ricostruire laddove è possibile, garantendo alle future generazioni sicurezza ma anche un ambiente naturale migliore rispetto a quello pre-terremoto. Questo è l’obiettivo che deve animare il lavoro e l’impegno di ciascuno dei protagonisti – privati e pubblici – di questa ricostruzione. Lo dobbiamo ricordare sempre, e lo dobbiamo ricordare soprattutto in nome dei morti che ci furono nel 1883 e anche delle due vittime del terremoto di cinque anni fa, che ricorderemo il prossimo 21 agosto come ogni anno. Se questo è l’obiettivo che abbiamo di fronte – quello cioè di coltivare l’ambizione di ricostruire in sicurezza e di provare a ottenere un risultato che renda gli edifici e i luoghi più sicuri e sostenibili di prima – possiamo meglio commisurare l’adeguatezza delle scelte che abbiamo compiuto, e soprattutto di quelle che a brevissimo bisogna compiere».

«La nostra strategia – ha proseguito il commissario – si articola in cinque tappe. Una è compiuta, ossia quella della semplificazione. Il cantiere della semplificazione procedimentale e normativa non chiude mai, perché i fatti della vita sono imprevedibili, e a volte non adeguatamente valutati. Negli anni ho imparato che occorre avere la capacità e la determinazione – prima di chiedere altre norme, disposizioni, invocare opere di manutenzione normativa – di applicare le norme che già ci sono per ciò che sono, favorendone un’interpretazione evolutiva. L’obiettivo è di ricostruire gli edifici con quelle caratteristiche. Le procedure che sono state disegnate sembrano poter dare risultati importanti. Io a questo ci credo, perché la chiave interpretativa di tutte le disposizioni che sono contenute in quella corposa ordinanza è quella della semplicità e della certezza dei diritti e dei doveri di ciascuno dall’inizio al termine del procedimento e della concentrazione delle procedure. La prossima settimana si svolgerà la seconda seduta della conferenza speciale dei servizi, il cui obiettivo è quello di concentrare tutte le procedure, che prima non dialogavano tra loro».

«Una delle cose che mi ha maggiormente colpito da quando mi sono insediato – ha sottolineato Legnini – è stata la “fluidità” delle informazioni. Detto in altre parole, ho ravvisato l’incertezza non solo dal punto di vista procedimentale, ma anche dei dati. Quanti edifici dobbiamo ricostruire? Io, come voi, non lo so, perché le schede AeDES erano circa 1600, poi sono diventate 1033. Quella che abbiamo definito manifestazione di volontà ci consente di parametrare il viaggio su basi sicure e quindi di sapere cosa fare. Mi auguro di poterlo sapere entro il 21 agosto. Nel Centro Italia, dove ho introdotto la stessa procedura, ho dichiarato la manifestazione di volontà quale condizione essenziale per chiedere il contributo, prevedendo la decadenza. Lì siamo in presenza di 80mila schede AeDES, e le manifestazioni d’interesse sono state 61mila, che è un numero in linea con le aspettative. Qui a Ischia non ho introdotto la decadenza, quindi il termine fissato è importante ma non perentorio. Vi chiedo la cortesia di collaborare, pur consapevole che i tempi sono stretti. Poi il 21 agosto valuteremo eventuali proroghe, tenendo conto che nel frattempo il Parlamento è stato sciolto e che non avremo un Governo prima di metà ottobre. Successivamente, dati e manifestazioni di volontà alla mano, chiederemo all’Esecutivo di stanziare le risorse necessarie per la ricostruzione».

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«La seconda tappa del nostro piano riguarda le misure per le imprese», ha affermato Legnini. «Quelle che hanno dovuto cessare l’attività avranno un quadro di sostegni e servizi completo. Terza tappa: vorremmo disciplinare con maggiore incisività – e quindi con una dotazione finanziaria adeguata – le opere pubbliche, individuando quelle più urgenti. Faremo tre ordinanze speciali in deroga alle procedure laddove è necessario, altrimenti ci vorrebbero anni per fare scuole, Comune e chiese. Quarta tappa – ma in questo caso i tempi dipendono dalla Regione, che però si è fortemente impegnata – è il piano di ricostruzione, molto atteso e importante. La quinta e ultima tappa riguarderà gli interventi più complessi, ossia il risanamento ambientale e la delocalizzazione – se necessario – di una parte degli edifici. Queste sono, in estrema sintesi, le cinque tappe. Siate certi che noi, con l’aiuto di tutti gli attori coinvolti in questo progetto, perseguiremo con molta tenacia questi obiettivi», ha concluso il commissario.

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