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Alluvione del 2009, il comune di Casamicciola nomina il suo nuovo difensore

Di Francesco Ferrandino

ISCHIA. Doveva cominciare ieri il processo che mira ad accertare le eventuali responsabilità per le conseguenze dell’alluvione che nel novembre 2009 sconvolse gran parte del territorio casamicciolese. Tuttavia, quella di ieri mattina si è tramutata in una “falsa partenza”, vista la richiesta inoltrata dal comune di Casamicciola, parte in causa come responsabile civile, che tramite una missiva ha chiesto al Giudice Capuano un ulteriore aggiornamento per poter nominare il suo nuovo difensore nella persona dell’avvocato Luca Migliaccio, in luogo del precedente legale che abbandonò l’incarico all’indomani dell’udienza preliminare. Il magistrato ha così disposto il rinvio al prossimo 14 dicembre. Aumentano così le probabilità che si arrivi alla prescrizione in questo tormentato procedimento riguardante il disastroso evento di ormai sette anni fa, nell’ambito del quale il pubblico ministero Fabiana Magnetta chiese il rinvio a giudizio per  i quattro imputati, vale a dire i due ex sindaci di Casamicciola Giosi Ferrandino e Vincenzo D’Ambrosio, e i due architetti Silvano Arcamone e Simone Verde. Oltre all’accusa di omicidio colposo per la morte della giovane Anna De Felice, annegata nei pressi del Pio Monte durante quella infausta giornata di novembre, il pm aveva contestato anche quelle di disastro colposo e di frana colposa, in relazione all’utilizzo dei fondi regionali per la bonifica degli alvei destinati ad accogliere le acque piovane. La pubblica accusa ritiene infatti che le amministrazioni dell’epoca avessero impropriamente utilizzato i fondi destinati alla difesa del suolo per altri scopi. La difesa, dal canto suo, punterà a dimostrare che in fase di indagine vi sarebbero stati alcuni fondamentali errori nell’individuazione della natura dei finanziamenti in questione utilizzati dall’amministrazione, riguardanti la riqualificazione e la valorizzazione delle risorse e delle aree termali, e non la difesa del suolo, come invece hanno ritenuti gli inquirenti. Un aspetto, quest’ultimo,  la cui competenza è  ripartita tra la Regione e la Provincia, senza alcuna responsabilità del Comune, a cui quindi non sarebbe affatto spettato di effettuare la manutenzione e la bonifica degli alvei per le acque piovane. Un errore che di fatto avrebbe influenzato l’intero impianto dell’indagine. Fra l’altro, Carabinieri e Guardia Forestale nel corso degli accertamenti hanno correttamente individuato le rispettive competenze degli enti, riconoscendo in pratica la correttezza del comportamento dell’amministrazione guidata da Giosi Ferrandino (all’epoca sindaco a Casamicciola). Lo stesso tecnico di parte nominato dalla Guardia Forestale, il professor Ortolani, ha pienamente riconosciuto la natura di evento eccezionale e imprevedibile dell’alluvione di quell’autunno 2009. Ciononostante, il Gup Alabiso ritenne di condividere l’impianto accusatorio prospettato dal pubblico ministero. Intanto,  il processo sembra avviato a grandi passi verso la prescrizione, che scatterà tra meno di un anno.

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