In una canzone il dramma del bambino di Ischia strappato alla sua mamma
“E siccome simm stat felici sempre, a tutte e part, allora nun se po sta a nisciuna parte….Ogni posto del nostro amore è segnato….Denunciando …Boccheggiando. Grazie a chi mi sta aiutann. Corri amore di mamma, lo Stato è scoppiato, è un corpo smembrato. Song a voce senza voce de mi fijo che sta in croce”. Lei è Vera 15 e canta la storia del bimbo di Ischia, strappato a sua mamma con la quale viveva prima di finire in casa famiglia. Un prelevamento giunto dopo ore di assedio della donna che stringeva a sè il piccolo, nelle stanze, poi sul balcone dove sotto un gruppo di persone ascoltava quelle urla di aiuto. La donna, che aveva presentato denuncia per molestie sul bambino da parte del padre biologico, procedimento archiviato, è stata considerata dai servizi sociali ‘alienante’ e ostativa alla bigenitorialità.
La mamma non vede suo figlio dal 18 giugno scorso. Nell’ultimo incontro “aveva autolesioni nel naso, era bianco bianco. Volevo fare una foto delle sue condizioni e l’assistente sociale ha chiamato i vigili che hanno portato via mio figlio. Sembrava un burattino. Mi hanno chiusa in una stanza e hanno sospeso tutti gli incontri”, racconta la donna all’agenzia Dire. Poi il tribunale di Napoli ha chiesto la ripresa degli incontri: 1 ora a settimana, con operatori sociali presenti come secondini, ma la mamma di Ischia, seguita dal legale Girolamo Andrea Coffari, ha detto no. “Quegli incontri sono una tortura. Mio figlio deve tornare a casa: ogni giorno è un giorno di vita persa”. Intanto il bambino può vedere liberamente il padre. “Tra qualche giorno è il suo compleanno, farà 9 anni”, chiude la conversazione la donna che chiede di non dimenticarsi del suo bambino.