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In vacanza a Venezia durante il nubifragio: paura per una famiglia di ischitani

L’acqua alta già dalle prime ore del mattino è calata, la situazione è sotto controllo e la loro vacanza continua con stivali ai piedi e tanta pazienza

Sta bene la famiglia di imprenditori ischitani che martedì scorso era a Venezia per qualche giorno tra vacanza e lavoro. Sapevano dell’acqua alta, ma mai avrebbero immaginato di trovarsi in una data storica per una delle città più famose d’Italia.

I video e le foto pubblicate sui social raccontano la situazione in tempo reale, in poche ore la situazione è diventata sempre più pericolosa, ma per fortuna il peggio, almeno per i turisti, sembra essere passato. «Siamo arrivati a Venezia ieri (martedì ndr) alle 15:00 per rimanervi cinque giorni tra vacanza e lavoro. Abbiamo deciso di alloggiare a Venezia proprio per trascorrere qualche momento di relax. Le previsioni annunciavano che ci sarebbe stata l’acqua alta, si parlava di un metro e 30 e così abbiamo pensato di risolvere il problema comprando le galosce». Nelle prime immagini postate dalla famiglia sui social c’è tanta ironia su quella situazione iniziale che si è poi trasformata in qualcosa di drammatico per la città. «A cena era tutto tranquillo, ma il cameriere verso le 22:00 ci ha chiesto di velocizzare. Quando siamo usciti dal ristorante c’era acqua fino a 1 metro e 87cm. Lì dove eravamo noi ci hanno detto che non entrava tutta quell’acqua da 7 anni».

“Stiamo affrontando una marea più che eccezionale”. È stato questo il tweet del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro sull’emergenza acqua alta a Venezia dove, in poche ore, tutti si sono i mobilitati per gestire l’emergenza. Piazza San Marco è stata sommersa da un metro d’acqua ed è percorsa solo dalle imbarcazioni delle strutture di protezione civile. Il livello della marea ha toccato quota 183 cm a Punta della Salute alle 22,40. E’ il livello più alto dopo l’alluvione del 1966, quanto si arrivò a un metro e 94 cm sul medio mare. «Ci siamo bagnati completamente nonostante indossassimo gli stivali. Nessuno si aspettava 45 cm in più di acqua. Le scene successive erano quelle di manichini che galleggiavano all’interno delle vetrine e di persone intente a svuotare con pompe e secchi i negozi ormai completamente allagati. Non sono mancati degli incidenti, le ambulanze, che a Venezia sono galleggianti, passavano sulle strade dove di solito si cammina».

La situazione al mattino sembrava essersi normalizzata, o almeno non pioveva più. «Tutti i negozi sono chiusi – ci racconta ancora – l’acqua sta calando, ma tutti sono intenti a pulire, togliere acqua e contare i danni. La situazione è tranquilla, con gli stivali si riesce a camminare senza difficoltà soprattutto per le vie del centro. Resta complicato solo trascinare un trolley. La gente del posto, pur essendo molto presa dal ripristino dei luoghi è molto cortese con i turisti. Hanno avuto tanti danni, ristoranti e negozi allagati hanno dovuto buttare tante cose e anche i laboratori di maglieria dove saremmo dovuti andare per lavoro hanno gettato non so quanto filo e tessuto e in più hanno avuto dei danni ai macchinari completamente bagnati». Tutto è bene quel che finisce bene e la vacanza – lavoro degli ischitani continua con stivali ai piedi e tanta pazienza.

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