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Inchiesta appalti sui rifiuti, il giorno della verità

Di Francesco Ferrandino

ISCHIA. Stamane dinanzi al giudice Gallo si concluderà la fase dell’udienza preliminare per gli indagati nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti per la gestione dei rifiuti nella triangolazione Lacco-Forio-Monte di Procida. Lo scorso 10 giugno l’udienza si aprì con lo stralcio della posizione di Oscar Rumolo, lo storico dirigente del comune di Lacco, a causa di un errore nella notifica dell’avviso di conclusione delle indagini, e la relativa restituzione degli atti all’ufficio del pubblico ministero. Una circostanza che non piacque al sostituto procuratore Graziella Arlomede: “perdere” un potenziale imputato accusato di associazione a delinquere oltre che del ruolo passivo di episodi corruttivi spezzerebbe in due tronconi l’eventuale processo. Lo stesso p.m. nell’occasione ventilò la probabile e sollecita riunificazione dei procedimenti, già dopo la pausa estiva. In una lunga ricostruzione la Dott.ssa Arlomede illustrò i risultati delle indagini preliminari e gli elementi di prova a sostegno della richiesta di rinvio a giudizio.  Confermò l’accusa di associazione a delinquere, contestando le numerose presunte illecite criticità emerse negli appalti della gestione rifiuti nei tre comuni, parlando di una “grande capacità di penetrazione nei gangli dell’amministrazione da parte del dott. Rumolo, che faceva da anello di congiunzione col politico di spicco, il senatore De Siano”, ricordando anche i vari ruoli ricoperti dallo storico dirigente comunale lacchese in vari altri enti, spesso all’interno di organismi di controllo di diverse società. Il p.m. non mancò di ricordare la presunta compravendita delle tessere che sarebbe emersa dalle informative degli investigatori: come si ricorderà, offrendo la modica cifra di 10 euro fu messa in atto una massiccia campagna di adesioni a Forza Italia, il partito del senatore De Siano ma anche di Cesaro, definito “convitato di pietra” non soltanto dell’udienza ma dell’intera inchiesta, non essendo ancora utilizzabili contro di lui le evidenze investigative visto il suo ruolo istituzionale. Una condotta, quella delle tessere “comprate” a dieci euro, che pur se non penalmente rilevante, fu comunque definita dal rappresentante dell’accusa “ai limiti dell’abuso della credulità popolare”. Non mancò, nella lunga panoramica delineata dal pubblico ministero, la contestazione nei confronti del Tribunale del Riesame, che aveva escluso l’esistenza di gravi indizi per il reato di associazione a delinquere, che invece per l’accusa rappresenta la vera pietra angolare dell’inchiesta. Il giudice è quindi chiamato oggi a dirimere un punto di grande importanza per l’impostazione dell’eventuale processo. Se dovesse cadere l’associazione a delinquere, rimarrebbero in piedi soltanto le accuse per i singoli episodi corruttivi e di turbativa d’asta. Nella scorsa udienza, tra gli avvocati che formularono le proprie conclusioni difensive ci fu anche l’avv. Rossetti, legale di fiducia dell’ex responsabile dell’ufficio tributi di Forio, il dott. Enzo Rando. Il difensore richiamò l’attenzione sull’insufficienza ma soprattutto sulla contraddittorietà dei presunti indizi a carico del suo assistito, chiedendo il non luogo a procedere. Oggi, tra gli altri, toccherà agli avvocati Bruno Molinaro e Genny Tortora, difensori rispettivamente dell’ex sindaco di Lacco Tuta Irace e del senatore Domenico De Siano, formulare le conclusioni. Poi la palla passerà al giudice Gallo, che potrà prendere tempo per decidere sulle eventuali questioni sollevate dalle difese, oppure emettere già a fine udienza il responso circa la richiesta di rinvio a giudizio per gli indagati.

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