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Inchiesta Forio-Lacco, l’ora del silenzio dinanzi al gip

Di Francesco Ferrandino

ISCHIA. Si sono svolti ieri, alla presenza del Giudice per le Indagini Preliminari Claudia Picciotti, gli interrogatori di garanzia per gli indagati nell’ambito dell’inchiesta sui rifiuti, scoppiata lo scorso 15 gennaio e che vede coinvolte anche numerose personalità isolane delle recenti compagini amministrative di Forio e Lacco Ameno. Tutte le audizioni di garanzia si sono tenute al mattino, fino alle ore 14 circa. Sono stati ascoltati Oscar Rumolo, responsabile finanziario del comune di Lacco Ameno; Vittorio Ciummo, imprenditore della Ego Eco; Salvatore Antifono, già consigliere comunale di Torre del Greco; Vincenzo Rando, responsabile ragioneria del comune di Forio; Giulia Di Matteo, segretario generale del Comune di Monte di Procida; Francesco Iannuzzi, ex sindaco di Monte di Procida; Carmine Gallo, legale rappresentante della Cite; Carlo Savoia, manager della stessa Cite. Come si ricorderà, nei confronti dei primi due indagati sono stati disposti gli arresti domiciliari, mentre tutti gli altri sono destinatari della misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Congelata, per il momento, la posizione del Senatore Domenico De Siano, per il quale il Gip ha disposto la sospensione dell’esecuzione del provvedimento cautelare (anche in questo caso gli arresti domiciliari), curando direttamente gli adempimenti connessi alla trasmissione della richiesta di autorizzazione all’arresto alla Presidenza del Senato. Fidato collaboratore del parlamentare isolano, oltre che dirigente finanziario per molti anni in forza all’ente di Piazza Santa Restituta, il dottor Oscar Rumolo, accompagnato dal legale di fiducia, l’avvocato Luigi Tuccillo, si è avvalso della facoltà di non rispondere. La stessa strategia è stata adottata dal dottor Vincenzo Rando, funzionario del Comune di Forio, difeso dall’avvocato Cristiano Rossetti, che ha dichiarato: «Non abbiamo ancora avuto la possibilità di avere piena visione degli atti, e di conseguenza non abbiamo piena contezza dei fatti contestati. Fra l’altro, i tempi sono stati molto ristretti, tra l’ordinanza di applicazione delle misure cautelari e l’interrogatorio, quindi per il momento abbiamo scelto di avvalerci della facoltà di non rispondere». Diversa, invece, la linea tenuta da Francesco Iannuzzi, già sindaco di Monte di Procida, destinatario come Rando dell’obbligo di firma alla polizia giudiziaria e assistito dall’avvocato Amedeo Bucci De Santis: il faccia a faccia col magistrato è durato circa un’ora, durante la quale l’indagato ha risposto con tranquillità a tutte le domande del Gip. L’ex primo cittadino ha comunque respinto ogni addebito. Anche il Segretario generale di Monte di Procida, Giulia Di Matteo, ha risposto alle domande poste dal Gip e dal pubblico ministero. Secondo quanto si è appreso, gli altri indagati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, preferendo produrre memorie difensive e documentazioni sugli appalti finiti nel mirino dei pm. Come noto ai lettori più attenti, l’inchiesta, deflagrata il 15 gennaio scorso, vede gli imputati indagati per il reato di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e alla turbata libertà degli incanti (accusa mossa a De Siano, Rumolo, Ciummo e Antifono), nonché per alcuni episodi di corruzione e turbativa d’asta. Le indagini, partite dopo la presentazione di un esposto presentato l’8 novembre 2011  da tre consiglieri  del  Comune  di Forio d’Ischia, Antonio Trofa, Davide Castagliuolo e Vito Manzi, sono state effettuate dalla Squadra Mobile di Napoli mediante intercettazioni telefoniche ed ambientali, acquisizione di atti, appostamenti e pedinamenti, sotto il coordinamento della Sezione reati contro la  Pubblica Amministrazione della Procura di Napoli. I molteplici elementi raccolti, secondo gli inquirenti, sarebbero sufficienti a corroborare la gravità indiziaria per le ipotesi di reato sopra indicate, riconducibili al settore degli appalti per l’affidamento del servizio di raccolta e smaltimento di rifiuti solidi urbani nei comuni di Lacco Ameno, Forio d’Ischia e Monte di Procida. In particolare, per il Comune di Lacco Ameno, dalle investigazioni sono emersi episodi di favoritismo a vantaggio della ditta Ego Eco da parte della struttura municipale, mediante illegittime proroghe del servizio a beneficio della citata società; in cambio, e per effetto di accordi corruttivi, Ciummo avrebbe elargito diverse utilità a favore degli amministratori pubblici. Quanto al Comune di Monte di Procida, l’indebito affidamento dell’appalto alla Ego Eco sarebbe avvenuto mediante alterazione dei meccanismi  della gara, affidata  alla suddetta società  nonostante questa difettasse di alcuni requisiti previsti dal bando di gara. Infine, sul versante di Forio, sarebbero emerse plurime collusioni dei pubblici ufficiali con imprenditori tra loro concorrenti, con l’intento di alterare, tramite indebite elargizioni, i risultati della gara per l’appalto del servizio di gestione dei rifiuti. In virtù della stabilità dei rapporti e della pluralità degli episodi illeciti, la Procura ha contestato agli indagati Ciummo, Antifono, Rumolo e De Siano anche la partecipazione  a  un’associazione  a  delinquere finalizzata alla corruzione ed alla turbata libertà degli incanti; secondo la già ricordata ricostruzione  dei fatti operata dalla Procura e fatta propria dal GIP, vi sarebbe una perfetta coincidenza di interessi tra il versante imprenditoriale (rappresentato da Ciummo ed Antifono) ed il versante politico (rappresentato da Rumolo e De Siano), testimoniato  anche dall’attività di procacciamento di tesserati che, secondo gli inquirenti, sarebbe stata operata da Rumolo in vista delle elezioni del 2012 al congresso provinciale della compagine politica cui appartiene De Siano, al fine  di far apparire la corrente di quest’ultimo come la più votata all’interno del partito.

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