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Inchiesta rifiuti, rinviata l’udienza preliminare

Di Francesco Ferrandino

ISCHIA. Un quarto d’ora è bastato per indurre il giudice a prendere atto delle eccezioni sollevate da alcuni difensori, e rinviare di un mese esatto l’udienza preliminare che dovrà decidere sulla domanda di rinvio a giudizio per gli indagati nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti per la gestione e lo smaltimento dei rifiuti tra i comuni di Lacco Ameno e Forio (e Monte di Procida). La difesa di Oscar Rumolo  ha sollevato un’eccezione di nullità per omesso avviso di conclusione delle indagini all’avvocato De Simone, che con il collega Lumeno Dell’Orfano assiste lo storico dirigente del comune del Fungo. Nel caso che il giudice durante la prossima udienza ritenga fondata l’eccezione, gli atti ritorneranno al pubblico ministero per quanto riguarda la posizione di Rumolo, che probabilmente verrebbe poi stralciata dalle altre.  L’avvocato  Dell’Orfano ha eccepito anche l’omessa notifica dell’avviso di udienza preliminare.

Anche l’avvocato  Molinaro, difensore dell’ex sindaco di Lacco Ameno Tuta Irace, ha sollevato analoga eccezione in merito all’omessa notifica dell’avviso di udienza preliminare: «La mia assistita non ha alcuna responsabilità in questa storia – ha dichiarato Molinaro a fine udienza – e presto lo dimostreremo ampiamente». Ieri in aula c’erano solo i difensori: nella breve udienza, iniziata intorno alle 10:00, erano infatti assenti tutti i quattordici indagati. Il giudice ha preso atto delle eccezioni, disponendo quindi l’immediata regolarizzazione delle notifiche e fissando nuovamente l’udienza preliminare per il prossimo 10 giugno. Un’udienza da cui dipende gran parte della fisionomia dell’eventuale futuro processo: a fronte della speranza della Procura di veder confermato il quadro accusatorio delineato nell’ordinanza di custodia cautelare, si staglia il responso contrario del Riesame, che non ha ravvisato gravi indizi per l’ipotesi di associazione a delinquere. Se anche il Gup, il prossimo 10 giugno, dovesse escluderla, l’eventuale processo vivrebbe soltanto in funzione dei cosidetti “reati-fine” (corruzione e turbata libertà degli incanti nel corso delle procedure d’appalto per la gestione dei rifiuti), senza più il rapporto “sistemico”, costituito appunto dal vincolo associativo che la Procura auspica tuttora di veder riconosciuto dal giudice Gallo. Sull’intera vicenda aleggia tuttavia sin da ora lo spettro della prescrizione: i fatti risalgono al 2011-12 e a meno di novità a livello investigativo, difficile immaginare che si giunga a una sentenza definitiva.

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