CULTURA & SOCIETA'

La Scarrupata all’eroica contadina Maria Giovanna Di Iorio

Qui salvò la vita a un giovane caduto

Va ricordata: l’infaticabile, generosa contadina Maria Giovanna Di Iorio (19.12.1891 – 24.12.1983)), mia indimenticabile nonna materna, vedova di Andrea Di Scala (mutilato di guerra a vita con due medaglie al Valor militare per le gravi ferite riportate quale combattente in prima linea nell’azione del Monte Sei Busi), frequentava scalza le sue coltivazioni di grano, orzo, oliveti, fichi d’India poste a Montella (nelle foto si nota la macchia verde degli olivi), più giù Ercole (con grotta nella pietra, cisterna e un arancio, Areòla e Schita della ‘Scarrupata’(=franata), parete tufacea a strapiombo sui ciotoloni levigati della tipica ghiaia sul limpido mare posta tra Capo Grosso e San Pancrazio. Tutto le proveniva dalla terra sostenuta dalle ‘parracine’ per la sua numerosa famiglia e spesso vi trascorreva la notte in una ‘fratta’ come letto riparata da un panno. Era forse anche attratta da quel sentiero stretto e ripido per scrutare il mare, ove si bagnava nell’acqua calda della fonte del “Succellaro”(l’acqua della bellezza, secondo il D’Ascia) e raccoglieva sugli scogli il profumo delle ‘patelle’ e negli anfratti vero sale marino prosciugato al sole.

La cosiddetta “pietra crespa” (oggi uno specchio di scogli) era una fertile progaggine di terra per allevamento. Era attratta e scrutava il mare, nella speranza che potesse restituirle il corpo dell’amato figlio Giorgio marinaio nocchiere della Regia Marina a bordo del ‘Verbano’ nel nucleo ‘assaltatori-sabotatori’ Caduto per la Patria in Dalmazia il 10.05.1942 (n. 10.05.1917, stesso giorno e mese!) durante la 2^ Guerra mondiale e insignito di tre medaglie. Cuore ferito e inconsolabile di mamma ! Raggiungeva la cima della Scarrupata dal borgo delle Piànole di Testaccio (antico insediamento dei Di Scala, provenienti dall’altura di Scala, su Amalfi, in provincia di Salerno. Il sentiero era una deviazione declive da quello dalla zona del ‘Ralo’(=gradino della scala) che sale alla Guardiola (un tempo postazione militare tedesca con strada carrabile dalla ‘Funnina’), al Pezzone (Pizzone), con un susseguirsi collinare fino a S. Costanzo e il M. Cotto (con altra postazione teutonica): proprietari tutti contadini parenti Di Iorio (per assimilazione da S. Giorgio, togliendo le due consonanti ‘g’. Quella deviazione dal ‘Ralo’ verso la mozzafiato Scarrupata era l’unico ardito sentiero: un altro tuttora frequentato proveniva dalla località Chiummano e adesso si collega a un noto ristorante che i natanti raggiungono dal mare. Mio nonno Andrea (15.08.1889 – 5.03.1968), da giovane biondo e baffi attorcigliati, era abilissimo nel muovere a mano la rete tra due pertiche nella cattura delle quaglie, rete conservata sullo ‘stipone’(antico e unico armadio) nella storica casa al n. 14 delle Piànole. Partecipavo spesso alla raccolta delle olive che nelle sacchette si portavano a depositare nell’apposita ‘cambarella’(= sorta di cameretta), per essere poi macinate nel sottostante e immutato locale del mulino ricavato e venuto rotolante su sacchi del ‘Rotaro’ (testimonianza di mia madre Teresa Jolanda Di Scala): ma nella ‘cambrarella’, in apposite grosse anfore, erano salati i pezzi di maiali allevati (sacche di lardo, salcicce, ecc, con la macina del grano nell’affumicata cucina focolare al cui fuoco accudiva nonno Andrea, cui rasavo la barba, facevo il ‘caffè’, pasta al sugo e ‘nazionali’ senza filtro: mi raccontava le sue storie e mostrava le ferite di guerra); conservate noci, nocelle, fichi secchi in una cassa e ogni ben di Dio Provvidenza; nell’orto ‘casielli’ di galline, conigli, cavie e anzidetti suini; nell’esistente e storica cantina scavata col piccone e ricca di pozzolana il filare di botti di vino con vasche per la pigiatura dell’uva della vendemmia cui partecipavo col trasporto dei tini da M. Barano, Ricchio, Marecoppa, U’ Prèute, Piano, Fratte, Pezzone (pezzo di terra -abbandonato a rovi, frane- donatomi da mia nonna Maria Giovanna e ‘attenzione’ di mia zia Cordelia con la ‘pergamena’ e pipa del nonno). Un pomeriggio la nonna salvò la vita (con pensione d’invalidità) a un caro giovane del Terone che, essendo scivolato con la schiena, era immobile a lamentarsi: l’eroica mia nonna lo soccorse e con forti grida verso la casa dell’Avv. Mario Buono, posta sul ciglio della sommità della ‘Scarrupata’ da Chiummano, attirò la solerte attenzione con l’arrivo immediato dei soccorsi ! Come se avesse voluto salvare il suo caro figlio Giorgio, Caduto per la Patria ! Grazie a quel tempo, che per tutti trascorre breve verso il completo Disegno di Dio Creatore Signore Redentore e sua Madre SS Immacolata Maria Corredentrice Mediatrice. (continua)

*Pasquale Baldino – Responsabile promotore diocesano Cenacoli Mariani; docente Liceo; poeta; emerito Anc – Ass Naz Carabinieri (e-mail: prof.pasqualebaldino@libero.it)

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