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Indagine sui furbetti del Cas, riflettori sulla Iaccarino

Ieri le dichiarazioni di uno degli indagati nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte indebite percezioni del contributo di autonoma sistemazione. Il giudice ha fissato la nuova udienza tra una settimana

Si avvicina il momento della decisione del Gip sulla richiesta di rinvio a giudizio nella vicenda relativa alle presunte indebite percezioni del “contributo di autonoma sistemazione” da parte di alcuni cittadini isolani. Nell’udienza di ieri uno degli indagati, la signora Annalisa Iaccarino, ha reso alcune dichiarazioni dirette a chiarire la propria posizione. La cittadina casamicciolese ha dichiarato di essere separata dal marito, e che a seguito della separazione ella si era allontanata dalla casa in cui aveva vissuto col coniuge.

Di fatto la signora viveva col padre, per questo motivo aveva avanzato richiesta per ottenere il contributo di autonoma sistemazione dopo il sisma: lei e il marito erano ormai nuclei familiari separati, pur all’interno di uno stesso edificio. La sua posizione familiare dunque si fondava su quanto era stato stabilito in sede di separazione dal giudice, che l’autorizzava a vivere separata dal marito. Questo, in sintesi, il contenuto delle dichiarazioni rese; durante l’udienza vari difensori, tra cui l’avvocato Emanuele Di Meglio, e i colleghi Quaranta e Sorge, hanno depositato alcuni documenti e memorie. Per visionare tali atti, ma anche per leggere ed esaminare meglio il testo stenotipato delle dichiarazioni rese dalla signora Iaccarino, il giudice si è riservato qualche giorno e ha quindi fissato la prossima udienza a breve distanza, cioè al prossimo 14 giugno.

Annalisa Iaccarino ha chiarito la propria posizione, spiegando che dopo la separazione dal marito i due costituivano due diversi nuclei familiari: di qui l’istanza per ottenere il contributo

Poi si attenderà la decisione sulla richiesta di rinvio a giudizio. Come si ricorderà, alcuni difensori si sono orientati a chiedere al giudice un supplemento d’indagini, ritenendo insufficiente l’attività investigativa svolta dalla Guardia di Finanza per poter aprire un dibattimento nei confronti dei soggetti, che sono stati accusati di reati quali la truffa ai danni dello Stato, falsità ideologica e indebita percezione di erogazioni pubbliche. Secondo alcuni difensori, infatti, i controlli delle Fiamme Gialle non sarebbero stati uniformi, e avrebbero portato a risultati non univoci, e tale orientamento lascia pensare che esse confidano di poter chiarire la vicenda già nell’udienza preliminare, o quantomeno alleggerire le posizioni degli indagati.

Le difese degli indagati hanno depositato documenti e memorie. Il magistrato si è riservato di approfondirli insieme alle dichiarazioni rese dalla cittadina casamicciolese, e ha fissato al 14 giugno la nuova udienza

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È stata la Procura di Napoli a coordinare le indagini, delegando il Primo Gruppo della Guardia di Finanza di Napoli: nello scorso autunno venne eseguito un decreto del Gip del Tribunale di Napoli di sequestro preventivo di beni, per complessivi 220mila euro, nei confronti di nove cittadini, di cui sette risultano residenti a Casamicciola e due nel vicino comune di Lacco Ameno. Secondo gli indizi raccolti, gli inquirenti ipotizzano che i soggetti in questione avrebbero indebitamente percepito il sussidio economico del contributo di autonoma sistemazione stabilito dallo Stato a favore dei cittadini residenti nei Comuni di Casamicciola, Forio e Lacco Ameno colpiti dal sisma del 2017, in seguito al quale molte abitazioni erano diventate inagibili. Gli altri indagati, oltre alla signora Iaccarino, sono Maria Rosaria Castagna, Sebastiano Lucido Balestrieri, Colomba Iacono, Giuseppe Arcamone, Maddalena Stadio, Giuseppe Liccardo, Ornella De Rosa, Debora Mellone. Gli importi che secondo gli investigatori sarebbero stati indebitamente percepiti variano da poche migliaia fino a diverse decine di migliaia di euro, in anni tra il 2017 e il 2021. L’attività investigativa svolta dalla Tenenza di Ischia si è dipanata tramite l’ascolto di persone informate dei fatti, acquisizione di documenti come quelli relativi alle utenze delle abitazioni in questione: tutti elementi che avrebbero dato riscontro a false attestazioni in materia di dichiarazione di domicili, oltre che di permanenza continua in abitazioni che erano state invece dichiarate inagibili, e di indebito soggiorno presso strutture ricettive convenzionate per l’accoglienza di coloro che erano rimasti senza un alloggio.

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