CRONACA

Infarto a bordo del traghetto, ma le navi del golfo sono sicure?

La sfortunata disavventura di una turista partita da Casamicciola e diretta a Pozzuoli concede l’occasione per discutere di adeguata assistenza sanitaria a bordo dei mezzi che garantiscono i collegamenti marittimi tra le isole e la terraferma

Sono passati diversi giorni, ma soltanto di recente la notizia è venuta in nostro possesso. Sono da poco passate le 18.30 di domenica scorsa quando il traghetto della Medmar ha lasciato il porto di Casamicciola, direzione Pozzuoli. Complice il bel tempo di questi giorni di fine estate, la Rosa D’Abundo che ha da poco levato gli ormeggi con direzione il porto puteolano è piena di persone. Il caos è notevole, i passeggeri e che fanno ritorno sulla terraferma dopo gli ultimi scampoli di vacanza vissuti sull’isola verde sono numerosi. A poche decine di minuti dalla partenza, all’altezza di Procida si crea un capannello di persone attorno al bar. A terra c’è una persona, sofferente, con fame d’aria e forti dolori al petto che si irradiano verso il braccio sinistro. I sintomi sono inequivocabili. Sta avvenendo qualcosa di grave. Viene richiesto, come è prassi, se a bordo c’è qualche medico. All’appello rispondono un odontoiatra e un medico legale, non certo degli specialisti in cardiologia, ma i rudimenti assimilati sotto l’egida di Ippocrate valgono per ogni tipo di evenienza e ogni genere di emergenza.

Ad accorrere anche una delle hostess che accolgono i passeggeri sulla nave che non manca di comunicare immediatamente l’emergenza al personale di bordo. Intanto i medici comprendono la gravità della situazione e provano a rassicurare la signora che lotta intanto per rimanere vigile mentre l’infarto sta lentamente facendo il suo pericoloso corso, proprio a bordo di un’imbarcazione, non esattamente la situazione ideale per prestare primo soccorso a chi soffre un sinistro così grave. Eppure in men che non si dica l’intuizione del dottor Mario Rossi, medico innamorato di Ischia e assiduo frequentatore dell’isola e l’avallo degli altri medici che intanto si sono avvicinati per dare una mano durante la situazione di emergenza, consentono di evitare il peggio.

Il personale di bordo porta uno sul luogo dove si sta consumando il dramma uno sfigmomanometro per misurare pressione. La diagnosi è ormai accertata, l’infarto è in corso e bisogna fare qualcosa prima che la nave arrivi sul porto di Pozzuoli dove, grazie alla tempestiva azione dei marinai e del comandante è già stato allertato il 118 e un’ambulanza attende sul porto puteolano l’attracco dell’imbarcazione proveniente dall’isola d’Ischia. Nella cassetta di primo soccorso manca un medicinale che in questo frangente potrebbe risultare fondamentale, una cardioaspirina, ma d’altronde il naviglio che garantisce il collegamento tra le isole e la terraferma non è un ospedale galleggiante, nè tanto meno una fornita farmacia e un medicinale così specifico non è facile trovarlo a bordo.

Si fa quindi richiesta tra i passeggeri di cercare un’aspirina che in questi casi può aiutare a rendere più fluido il sangue e quindi migliorare anche se di poco la sofferenza. Complici il gran numero di persone presenti, le diagnosi non richieste che alcuni passeggeri hanno iniziato a elargire, la gara di solidarietà di alcuni passeggeri che pur di dare una mano hanno iniziato a sventolare medicinali del tutto inutili per la cardiopatia subita dalla signora, il caos prende il sopravvento e non è stato semplice riuscire a gestire la situazione di emergenza.

Ma la situazione è stata tenuta sotto controllo e la sfortunata signora è stata premurosamente curata a vista non solo dai provvidenziali medici che si sono presi immediatamente cura della sfortunata passeggera, ma anche da tutto lo staff della Medmar che è rimasto in apprensione fino allo sbarco nel porto. La tratta Casamicciola – Pozzuoli si percorre in appena un’ora. La cassetta di Pronto Soccorso che si trova a disposizione dei marinai è provvisto quindi dei medicinali basilari valido per questo tipo di viaggio. Ma non solo gli strumenti di primo soccorso non mancano, ci sono anche i defibrillatori proprio per eventuali arresti cardiaci. Certo l’ambiente non era il massimo per prestare le prime cure, ma l’infarto della signora, poi operata in serata presso l’ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli, è stato un banco di prova fondamentale per la sicurezza dei trasporti nel golfo di Napoli. L’occasione per ricordare che sulle navi l’azione di soccorso è tempestiva e la macchina dei soccorsi si muove in maniera impeccabile.

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Non è stato negato nulla, forniti i medicinali di cui si era provvisti. Arrivati a bordo infermieri e rianimatori hanno constatato l’infarto in corso e non è stato semplice raggiungere poi la strada per portare la signora in ospedale. Non tutti i passeggeri hanno collaborato nel creare un corridoio che agevolasse il trasporto della signora verso l’ambulanza, un altro segno evidente di una certa maleducazione dilagante che in momenti così delicati non manca di trasformarsi in ostacolo per chi lotta per fornire un servizio d’eccellenza.

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