CRONACAPRIMO PIANO

Infedeltà patrimoniale, processo alla Dynasty Lauro

Il 4 ottobre dinanzi al giudice del Tribunale di Napoli si apre il procedimento penale a carico di Salvatore Lauro, Annamaria Lauro, Maria Celeste Lauro, Maria Sole Lauro e Milena Di Pierri: nel mirino presunte irregolarità che avrebbero “spostato” fondi dall’Alilauro alla Lauro.it. Tutto ha avuto inizio da una denuncia di Rosaria Lauro

DI GIOSUE’ ROSACROCE

Un vero e proprio terremoto giudiziario che però deve partire da un presupposto: il nostro è un paese in cui la presunzione di innocenza va riconosciuta fino all’emissione di sentenza definitiva passata in giudicato ed è da questa premessa che vogliamo partire. Insomma, la vicenda di cui ci apprestiamo a raccontarvi ha qualcosa di davvero clamoroso anche perché oltre a rappresentare un intreccio di natura aziendale lo è anche dal punto di vista familiare e per questo motivo capirete che la tematica va trattata con i guanti. Di fatto è stato stabilito che il prossimo 4 ottobre, dinanzi al giudice monocratico del Tribunale di Napoli Dario Gallo, si aprirà un articolato processo che vedrà sul banco degli imputati il noto armatore Salvatore Lauro e con lui Annamaria Lauro, Maria Celeste Lauro, Maria Sole Lauro, Milena Di Pierri. I precitati soggetti sono tutti accusati di infedeltà patrimoniale (reato previsto e punito dall’art. 2634 del codice civile) in concorso tra loro per motivazioni diverse che sono chiarite nel decreto di citazione a giudizio.

GLI ADDEBITI MOSSI DALL’AUTORITA’ GIUDIZIARIA AI SINGOLI IMPUTATI

Il reato di cui sopra viene contestato a Salvatore Lauro nella qualità di presidente del CdA della Alilauro spa dal 30 aprile 2012 al 26 gennaio 2018 e presidente del CdA della Lauro.it spa – società che partecipa al 49 per cento la menzionata Alilauro spa – dal 1 aprile 2009 al 25 settembre 2017 e socio unico della medesima società dalla sua costituzione fino a tutt’oggi nonché quale firmatario dei contratti del 2 aprile 2015 sotto indicati stipulati in virtù delle delibere adottate in data 1 aprile 2015 da Alilauro spa e Lauro.it spa. Lauro Annamaria invece è chiamata a rispondere nella qualità di componente del cda della Alilauro nel periodo compreso dal 12 luglio 2006 al 26 gennaio 2018 e quale firmataria in tale veste dei medesimi contratti. Maria Celeste Lauro dovrà difendersi dalle accuse in quanto componente del Cda Alilauro fino al gennaio 2018 e in quanto firmataria dei contratti e delle delibere incriminate oltre che quale amministratore delegato della stessa Alilauro prima e presidente del CdA poi (fino al 15 aprile 2019). Per quanto riguarda invece la posizione di Maria Sole Lauro, si legge: “In qualità componente del CdA della Lauro.it spa dal 7 agosto 2017 sino a tutt’oggi (società controllante Alilauro al 49% ed interamente partecipata dal padre Lauro Salvatore), amministratore delegato e rappresentante di impresa della Lauro.it spa dal 25 settembre 2017 sino a tutt’oggi e in tale veste firmataria del contratto di fitto di ramo d’azienda sotto indicato datato 31 maggio 2018, nonché nella stessa veste firmataria dell’addendum del contratto di locazione a scafo nudo sotto indicato.

QUEI FITTI DI RAMO D’AZIENDA SENZA CONVENIENZA ECONOMICA

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C’è poi la posizione di Milena di Pierri, amministratore delegato della Lauro.it prima e presidente del CdA della stessa società poi (carica a tutt’oggi detenuta) su cui nel decreto di citazione è scritto: “avendo un interesse in conflitto con la società Alilauro spa in violazione dell’art. 2391 codice civile (interessi degli amministratori, ndr) ed al fine di procurare alla Lauro.it, società controllante la Alilauro e interamente partecipata da Lauro Salvatore (padre di Lauro Maria Celeste, Lauro Maria Sole e Marito di Di Pierri Milena nonché fratello di Lauro Annamaria) un ingiusto profitto stipulando e/o concorrendo alla stipula dei due contratti del 2 aprile 2015con cui la Alilauro spa… concedeva in affitto, in assenza di valide ragioni economiche e/o di convenienza, alla Lauro.it il ramo d’azienda costituito dall’esercizio di linea di navigazione con mezzi veloci per il trasporto di persone e cose da Napoli a Sorrento e viceversa e Capri-Ischia e viceversa mediante l’utilizzo della motonave Città di Forio per la durata di un anno al canone annuo di euro 60.000 e noleggiava a scafo nudo alla Lauro.it la motonave Città di Forio al canone annuo di euro 180.000 e poi prorogando tacitamente i medesimi contratti (senza mai procedere quindi alla loro disdetta) fino al 30 aprile 2018 ai medesimi prezzi annui e successivamente, in virtù della delibera adottata in data 31 maggio 2018 dalla Alilauro spa proseguendo i rapporti contrattuali dall’1 maggio 2018 al 31 dicembre 2018 per un canone pari a euro 120.000 in relazione al fitto delle linee di navigazione ed euro 183.750 in relazione al noleggio a scafo nudo della medesima motonave compivano atti di disposizione dei beni sociali, cagionando intenzionalmente alla società Alilauro un danno pari ad euro 6.579.460tra il 2015 e il 2018 a tutto vantaggio della conduttrice Lauro.it partecipata interamente da Lauro Salvatore”.

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L’OMESSA FATTURAZIONE NEL SECONDO FILONE PROCESSUALE

Un secondo episodio vede indagati sempre per infedeltà patrimoniale in concorso i soli Salvatore Lauro, Annamaria Lauro e Milena Di Pierri nelle rispettive vesti di presidente del CdA della Lauro.it, di componente del CdA prima e amministratore delegato della Alilauro poi e di amministratore delegato della Lauro.it spa. Nell’atto si legge testualmente: “Avendo un interesse in conflitto con la società Alilauro spa in violazione dell’art. 2391 c.c. ed al fine di procurare alla Lauro.it, interamente partecipata da Salvatore Lauro, un ingiusto profitto non fatturando e/o consentendo l’omessa fatturazione per conto della Lauro.it l’utilizzo delle navi della Alilauro (Giove Jet, Airone Jet, Rosaria Lauro e Celestina Lauro) in sostituzione della motonave noleggiata dalla prima società denominata Città di Forio nel periodo in cui quest’ultima era ferma per manutenzione per un importo pari ad euro 37.835 (fatto storico riconosciuto anche dal consulente tecnico di parte prof.ssa Saitta) compivano atti di disposizione dei beni sociali cagionando intenzionalmente alla società Alilauro spa un danno pari ad euro 37.835 a tutto vantaggio della conduttrice Lauro.it”. Il fatto in questione, per la cronaca, si sarebbe verificato nell’anno solare 2016.

I CONTRATTI DI SERVIZIO FINITI NEL MIRINO DELLA MAGISTRATURA

Ci sarebbe poi anche un terzo filone innestato all’interno del processo che vede imputati tutti i protagonisti di questa vicenda nelle vesti e qualifiche che abbiamo ormai reiteratamente menzionato. I quattro Lauro e la Di Pierri, infatti, “stipulando e/o concorrendo alla stipula in data 30 ottobre 2010 del contratto di servizio con cui la Alilauro spa affidata alla Lauro.it mansioni afferenti la gestione amministrativa-finanziaria, la gestione commerciale e la gestione degli affari generali dell’azienda per il prezzo di euro 132.000 per l’anno 2010 e 122.000 per l’anno 2011; stipulando e/o concorrendo alla stipula in data 30 dicembre 2012 dell’addendum con cui si stabiliva che le medesime prestazioni sarebbero state retribuite in favore della Lauro.it con euro 504.000 oltre iva per l’anno 2012, euro 680.000 oltre iva ed una commissione del 2% per il volume d’affari oltre iva per gli anni 2013 e 2014 (la quota fissa addebitabile nel 2013 era però maggiore rispetto alla previsione contrattuale ovvero per euro 700.000) e in questi ultimi due anni in aggiunta, oltre alle citate quote fisse, addebitando alla Alilauro spa rispettivamente una quota variabile per intermediazione su vendite e politiche di marketing per euro 370.000 nel 2013 e per euro 200.000 nel 2014; nel 2015 – in assenza di una specifica pattuizione contrattuale – addebitando alla Alilauro la somma a titolo di quota fissa di euro 510.000; nel 2016 addebitando alla Alilauro una quota fissa pari ad euro 600.000 e in aggiunta provvigioni su vendite on line non documentate quanto alla loro origine e/o effettività per euro 131.000; nel 2017 addebitando alla Alilauro una quota fissa pari a euro 680.000 ed in aggiunta provvigioni su vendite on line non documentate quanto alla loro origine e/o effettività per euro 275.000; nel 2018 – in assenza di una specifica pattuizione contrattuale (nel verbale CdA della Alilauro del 31 maggio 2018 veniva inserita una bozza di contratto di servizio e di mandato mai formalizzata) addebitando alla Alilauro una quota fissa pari ad euro 642.000 ed in aggiunta provvigione per vendite on line non documentate quanto alla loro origine e/o effettività per euro 108.000; nel 2019, in virtù del nuovo contratto di servizio stipulato in data 28 gennaio 2019 addebitando a quest’ultima società la quota fissa pari ad euro 612.000”.

MARIA ROSARIA LAURO PARTE OFFESA, UNA DENUNCIA AVVIO’ L’INDAGINE

Di fatto secondo l’accusa gli imputati “compivbano atti di disposizione dei beni sociali cagionando intenzionalmente alla società Alilauro un danno complessivo pari ad euro 3.362.825 costituito dalla differenza tra il corrispettivo ritenuto congruo sulla base dell’algoritmo individuato dal CdA della menzionata Alilauro in carica a partire dal 27 ottobre 2010, e quanto fatturato dalla controllante Lauro.it per l’attività di consulenza amministrativa nonché l’ulteriore danno costituito dalla somma degli addebiti aggiuntivi rispetto alle quote fisse relativi a prestazioni non documentate quanto alla loro origine o effettività o comunque non rientranti nelle previsioni contrattuali per complessivi euro 1.084.000.

La persona offesa, in questa complessa vicenda, è Rosaria Lauro, sorella di Salvatore ed Annamaria, che tra l’altro proprio con una articolata denuncia diede il via all’indagine da parte della magistratura che si concretizzò tra l’altro attraverso attività di polizia giudiziaria, informazioni rese dalle persone informate dei fatti e acquisizioni di documentazione varia. Adesso, in autunno, si apriranno le danze e il corso della giustizia chiarirà se esistono o meno responsabilità.

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