LE OPINIONI

IL COMMENTO Il vero Valentino è morto anni fa. Oggi solo pianti ipocriti

E’ passato qualche giorno dalla chiusura del Valentino, il noto locale di Ischia Porto che ha segnato un’epoca, accompagnando le notti di movida e divertimento di migliaia di vacanzieri, italiani e stranieri. Uno di quei posti che diventano simbolo di qualcosa di impalpabile, eppure tremendamente concreto. Un luogo dell’anima, come piace dire oggi a tanti. Un locale che sopravviverà alla sua scomparsa, perché così è stato anche per il Castello Aragonese, la discoteca alla base del maniero di Ischia Ponte, che i battenti li ha chiusi svariati anni fa ma che resta lì immobile, sferzata dal vento a dominare lo specchio di mare sottostante, a ricevere gli sguardi perduti e malinconici di chi passa in barca, pensando al proprio passato. Vivo più che mai, a dispetto di una porta chiusa e di una pedana vuota e sporca di salsedine. Così è stato per altre discoteche, che erano luogo di ritrovo e mondanità, di scambio di amori e di emozioni, di spettacolo e anche di culture diverse. Il Valentino non sfuggirà a questo destino, crudele eppure così confortante. Perché il ricordo delle notti trascorse all’interno di quella sala da ballo, sarà piacevole ed emozionante.

Marcello Bondavalli

Detto questo sarà bene fare anche altre riflessioni, magari più crude, meno romantiche e se vogliamo anche meno intrise di retorica, rispetto alla chiusura del locale di Ischia Porto, determinata da problemi legati agli aumenti e alla crisi economica. I giorni che hanno seguito la notizia della fine di una stagione, sono stati caratterizzati da tristezza, rabbia, stupore. I social sono stati invasi dai messaggi di quasi cordoglio, come se a morire fosse stato qualcosa o qualcuno che sentivamo parte integrante della nostra stessa vita. La domanda è: siamo sicuri che tutto questo non nasconda anche altre amare verità? Che non ci sia un pizzico di ipocrisia in tutto questo piagnisteo a posteriori? E allora sforziamoci di capire, anzi di ammettere, cosa fosse diventato il Valentino negli ultimi dieci anni o forse più. Per colpe non sempre ascrivibili a chi per il Valentino ha dato la propria vita, la discoteca così amata da tutti e non senza ragione, si era trasformata in tutto quello che le stesse persone che oggi ne piangono la chiusura, avevano ampiamente rinnegato, tenendosi amabilmente a distanza.

L’esterno del New Valentino

Non c’era più l’atmosfera spensierata e gradevole degli anni ’80, non c’erano le stesse persone, lo stesso ambiente, la stessa serenità. Il Valentino, si abbia il coraggio di ammetterlo, era diventato qualcosa di diverso rispetto a quello che tanti di noi ricordavano. Ne era rimasto il nome, nulla più. E neanche le serate revival sono riuscite a ricreare la magia di un tempo. Una maggiore attenzione e forse anche un’attenta selezione della clientela, avrebbero sicuramente tutelato il locale, lo avrebbe salvato, reso più simile alla sua stessa storia. E invece il Valentino ha seguito lo stesso colpevole tracollo che sta trascinando Ischia da tanto tempo. E le conseguenze sono state sotto gli occhi di tutti, anche nel corso dell’estate che da poco ci siamo lasciata alle spalle. Fuori ai cancelli della discoteca si sono ripetute risse, urla, baccano, sguardi di minaccia e volgarità. Troppi fine settimana macchiati dal sangue, da balordi e miserabili che si credono (e forse lo sono davvero) padroni della strada. Un trionfo di maleducazione, vigliaccheria, violenza e inciviltà.

La prima vittima di tutto questo è stato il turismo isolano, quello di qualità almeno, che tende sempre più a prendere le distanze. E mentre tutto questo accade, da almeno un decennio, le “stelle sono rimaste a guardare”, pregne del loro bieco interesse ad alimentare una macchina mangiasoldi che produce povertà assoluta. Ecco perché piangere per la chiusura del Valentino è un po’ ipocrita. Perché il vero Valentino, quello della mondanità e dello svago pulito, è morto già da molto tempo. Vive solo nel nostro ricordo. E se Ischia diventerà un’isola dormitorio, come teme qualcuno, la colpa è soltanto di chi ha chiuso gli occhi davanti a tutto questo schifo. Le levate di scudi e le manifestazioni d’affetto andavano fatte prima, quando il Valentino stava morendo sotto i colpi inferti da mancanza di rispetto e indifferenza. Ora è troppo tardi.

* DIRETTORE “SCRIVONAPOLI”

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Brigida

Ecco, non sono la sola a pensarla così. E non vale solo per il Valentino, beninteso! E’ tutto il “by-night” che va riveduto e corretto purtroppo.

Luigi Regine

La bella atmosfera degli anni ’80? In estate, all’uscita dai locali, orde di ragazzi si riversavano per strada ed erano l’incubo dei commercianti del corso che si ritrovavano con le vetrine spaccate e la merce rubata. Per non parlare dei vasi rotti, della spazzatura sparsa per strada e delle insegne rotte. Preferisco il dormitorio di oggi

Giovanni

Articolo scritto con arguzia e cognizione dei fatti. La vita vivibilita’ notturna, ad Ischia, e’ morta da decadi, proprio come quella diurna.

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