LE OPINIONI

IL COMMENTO Così abbiamo conosciuto il “32” agosto

DI LUIGI DELLA MONICA

Prendo in prestito dalla genialità del fu Luciano De Crescenzo uno spunto riflessivo, per sintetizzare il dibattito che le frasi lapidarie ed incontrovertibili di Raffaele Mirelli, filosofo della nostra isola, hanno sollevato sulla pagina facebook del nostro quotidiano. Il Filosofo ha chiarito che Ischia ha perso il senso della comunità, della collettività e dell’amore della sfera pubblica, essendo composta da una pletora di 65mila individui in competizione esasperata fra loro. Una commentatrice qualificatasi napoletana si doleva della esclusione di tale categoria di persone tra i benefattori del progresso economico isolano degli ultimi 50 anni; da contrafforte, una persona isolana, disprezzando il ruolo dei cugini di terraferma della città Metropolitana, affermava brutalmente “cari napoletani, voi portate i soldi, ma in cambio gli ischitani vi danno la Salute”. Il tutto in dialetto colorito e folkloristico.

Io sinceramente sono davvero trasecolato a fronte di cotanto qualunquismo. La superficialità del condensare tutto il caos, tutta l’aggressione alla vivibilità del territorio insulare al mese di agosto, tanto prima o poi verrà il 31 agosto e tutta la marmaglia verrà spazzata via, ahimè, ci ha fatto conoscere il 32 agosto. Quest’anno non ci sarà più lo spartiacque, la linea di demarcazione, la differenza drastica dimensionale fra il volto di Ischia del 31 agosto e del successivo 1 settembre, alias il tutto esaurito e la pace. Il 32 agosto 2023 un giorno in cui alcuni operatori turistici hanno visto ristoranti mezzi vuoti, tra Ischia Ponte e la Riva Destra, mentre Forio ha sfiorato il sold out. Il che naturalmente consegue alla mala disposizione di voler creare un tavolo tecnico fra le sei amministrazioni, i rappresentati delle categorie produttive, atto a valorizzare le specificità delle varie aree insulari e, conseguentemente, permettere la distribuzione equa e satisfattiva per tutti dei flussi turistici provenienti dalla terraferma. Per far ciò, indipendentemente dall’attivazione del sistema sanzionatorio (c.d. controlli ai fitti estivi) si dovrebbe promuovere, in nome della marcata vocazione turistica dell’isola, una associazione di piccoli proprietari immobiliari, al fine di calmierare i prezzi dei canoni ed evitare le mancate prenotazioni. Parola di amici napoletani – certificati per bene –, genitori di due figli piccoli, hanno scelto Palinuro al posto di Ischia, perché da noi chiedevano per luglio o per agosto financo a 1.500 euro per settimana. Quanto asserisco è utopistico, ma allo stesso tempo comprova la carenza di comunità secondo le parole di Raffaele Mirelli; è la chiave di violino per risollevare la qualità delle presenze estive.

Alberghi pensione completa a basso costo, oppure fitti estivi di case a prezzi salatissimi, costituiscono la condizione ideale per attirare gli “animali” della terraferma: persone ripulite dalla pseudo-democrazia (uso la metafora di Eduardo de Filippo in “Napoli milionaria” quando la vasciaiola arricchita dalla borsa nera viene pungolata dalla generosità umana del rag. Spasiano che nonostante suo debitore strozzato dalla usura le procura una medicina salvavita per la piccola figlia moribonda Anuccia) e provenienti da ceti medio bassi della Campania, che hanno redditi dichiarati inferiori ai 10.000 euro annui, ma che popolano la nostra isola dal 10 luglio circa al 31 agosto di ciascun anno, portando al seguito – una parte di queste parole le ho già scritte in precedente articolo – nonni, badanti, figli, amici dei figli, cane grossa taglia, piccola taglia, bicicletta elettrica, monopattino, lasciando i bambini del nucleo liberi di scorribandare fino alle due o tre di notte per le strade del centro, schiamazzando, producendo cumuli di rifiuti difficili da smaltire per l’ordinaria raccolta. Ben accetti da alcuni isolani, però, in quanto disponibili a pagare alcuni di essi un ingresso nei locali notturni superiori ai 200 euro a testa per sera, oppure altri a corrispondere a nero, esentasse per i proprietari, circa 6000 euro per i mesi centrali estivi; a pagare, quando aggrada loro se non ti inventano la rissa come accaduto a Forio – Panza, un conto di ristorante salato, presumibilmente non coerente con la qualità delle pietanze richieste. Tanto è avvenuto sino allo scorso 2022, quando tutti,baldanzosi per l’adagio “Ischia, isola più bella del Mondo”, plaudivano ad una presenza massiva di turisti, mai vista negli anni addietro, e proiettavano l’illusione di un ottimismo quasi come se si stesse replicando il benessere degli anni’80 a ripetersi infinite volte.

Il 32 agosto 2023 ha disilluso questo quadretto traballante ed ha fatto registrare un basso profilo di presenze. Almeno per Ischia Ponte, ho visto con i miei occhi ristoranti semivuoti, fatta eccezione per qualche giorno de “Il Borgo in festa”, ma almeno il Ferragosto ho riscontrato poche persone passeggiare. Francamente in 49 estati vissute sull’isola non ho mai visto una cosa simile, che stride crudelmente con la scorsa stagione 2022. Qualche abitante di Ischia Ponte mi ha ammonito, ricordando che la sciagura è stata la mancata inaugurazione del parcheggio “La Siena”. Sul tema ho scritto fiumi di inchiostro e non intendo annoiare i lettori, ma credo sinceramente che la sciagura sia stata la narcolessia collettiva nel non adottare tutte le misure legali, sociali e politiche, affinchè nel cuore dell’isola, nel comune più popoloso, in quello che accoglie la infrastruttura portuale più importante, si impedisse che un cantiere durasse 15 anni e poi si arrivasse al sequestro dell’Autorità Giudiziaria Penale, sul finiredei lavori stessi. Ma siamo sicuri che la viabilità statica della sosta veicoli sarà la soluzione a tutti i problemi? 

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Sono stato a Forio un giovedì sera. La politica è far trovare posto nel parcheggio del porto commerciale, di fronte degli uffici comunali, oppure indurre i veicoli a fare il giro di tutto il lungomare dello scoglio degli innamorati per circuire via Provinciale Panza e ritornare su lungomare della Chiaia, oppure cercare nelle adiacenze del campo sportivo; nel caso non si trovi parcheggio, l’alternativa è andare via. Alla luce di questa esperienza non credo che i parcheggi siano la criticità che ingenera assenza di turisti, piuttosto ribadisco che i taxi dovrebbero essere riconvertiti in ape calessino elettrici da rifornire a colonnine elettriche alimentate da pannelli solari e vietare l’imbarco ai veicoli provenienti da tutte le Regioni, non solo la Campania, investendo in parcheggi a lungo termine sulla terraferma a costi convenzionati con le compagnie di navigazione, in modo da non determinare a queste ultime particolari perdite. Adesso è finita la scusa dell’alluvione, come causa riduzione dei flussi: non è plausibile che i turisti si siano arrestati a prenotare nelle altre aree dell’isola. La verità è che la D.M.O. sarà una scommessa, per il comune di Ischia, ma credo che si dovrebbe iniziare a parlare di ente consortile dei sei comuni e delle associazioni di categoria, perché le persone devono sapere sul territorio gli eventi civili e religiosi, le attrazioni museali, i siti naturali, i giardini termali che non conoscono già per una eventuale pianificazione della propria vacanza fatta preventivamente sulla piattaforma telematica, ovvero attraverso le agenzie. Esiste poi una strisciante mentalità arcaica, in alcuni isolani, che le verità non vanno dette, ma celate… Possiamo farlo pure, io e gli altri editorialisti, ma l’esito sarebbe uccidere l’anima e la dignità della cittadinanza: un uomo che non pensa, non esiste, oppure vive nel Mondo immaginario del 32 agosto.

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