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Invitalia per Ischia: «Isola protagonista, ma senza fare rete non c’è rilancio. E nemmeno finanziamenti»

Grande partecipazione al convegno, voluto dall’europarlamentare Giosi Ferrandino e dal sindaco di Forio Francesco Del Deo, su politiche e strumenti per lo sviluppo del settore turistico. Le risorse disponibili, i modelli da adottare, gli ostacoli da superare. Primo fra tutti l’individualismo spinto della classe dirigente, politica e imprenditoriale

Il suggerimento è sempre lo stesso: fare rete. Se viene ripetuto, non come panacea di tutti i mali, ma come passo propedeutico a ogni ipotesi di rilancio del territorio, è perché – evidentemente – non viene ascoltato. Di fronte alle dinamiche, non solo economiche, di un mondo che cambia a ritmi indiavolati, la definizione di una strategia di sviluppo organica, compiuta, condivisa e supportata da quanti più attori possibili, è l’unica strada percorribile per assicurare alla crescita dei flussi turistici stabilità e continuità nel tempo. Una strategia che unisca (e sui convergano) il pubblico, i privati, le associazioni, le categorie professionali, i lavoratori, la cittadinanza. Puntare su un progetto, un solo grande progetto turistico (nuovo, coraggioso, comune) dove concentrare tutti gli sforzi, mettendo a disposizione capacità di programmazione e di coordinamento di ogni soggerro. Compresi i finanziatori. Non con agevolazioni a perdere da regalare all’amico del politico (che non danno mai luogo, se non per caso, a un vero sviluppo stabile), bensì attraverso incentivi di cui avvalersi solo se si hanno idee chiare e investimenti da fare (non perché è apparso all’orizzonte un grande bancomat per tutti). E comunque bisogna farlo tutti insieme. Attivando ogni risorsa e potenzialità del territorio.

Più facile a dire, che a farsi, su un’isola di solisti. Sei comuni, (almeno) sei assessori al turismo, un tessuto imprenditoriale frastagliatissimo, associazioni che si fanno la lotta tra di loro, e un individualismo spinto che – come è stato notato – spinge non a fare, ma a impedire che altri facciano. Riflesso di una secolare tradizione italica ormai quasi impressa nel dna e che, su microscopica scala, anche in occasione di un evento choc come il sisma che colpì l’isola d’Ischia nell’agosto 2017, ha segnato un’odiosa spaccatura tra comuni terremotati e comuni risparmiati dalla cattiva sorte.

L’invito esplicito, perentorio, all’unità è arrivato anche dall’agenzia Invitalia, in occasione del convegno “Invitalia per Ischia”, tenutosi venerdì mattina presso il Sorriso Thermae Resort & Spa. Ospitato dal Comune di Forio, l’incontro si è proposto come momento di condivisione di idee e strategie tra gli attori socio-economici dell’isola ed Invitalia, agenzia estensione del Ministero dello Sviluppo Economico (MISE), che si occupa di finanziare una varietà di settori (non solo turismo) con l’obiettivo di sostenere le imprese esistenti, creare start-up, supportare l’occupazione nei settori strategici e ad alta innovazione, incentivare programmi di sviluppo che attraggano nuovi investimenti attraverso la riqualificazione e il recupero ambientale.

«Ischia è ancora un territorio su cui scommettere», ha dichiarato il padrone di casa, il sindaco Francesco Del Deo. «Lo dimostra la scelta di investire qui, con la gestione del Mezzatorre resort, da parte del Pellicano Group, azienda leader nel settore del turismo di lusso, che altrove fa numeri impensabili per noi. La presenza di Invitalia è un’opportunità che dobbiamo essere pronti a cogliere. Una sfida di coraggio, consapevole, che possiamo vincere con il loro aiuto. Tocca a noi – ha continuato Del Deo – pensare a progetti che devono permettere alle idee di concretizzarsi e di diventare risorse. Fare impresa significa anche a sapersi orientare nel grande mondo degli investimenti. Invitalia è l’anello di congiunzione tra l’idea di progetto e la sua realizzazione. Attraverso un Contratto di Sviluppo sarà possibile realizzare i nostri obiettivi: pensare a un grande progetto trasversale che rilanci l’economia turistica di tutta l’isola, e riprenderci quel ruolo importante che abbiamo avuto fino agli anni ‘90».

Per Ottorino Mattera, presidente del consiglio comunale di Ischia, «bisogna rinnovare e rilanciare l’economia turistica isolana, che è molto articolata. E’ necessario uno scatto di qualità in un territorio verde, ma molto fragile. Come pubblici amministratori siamo molto interessati a Invitalia e a stabilire una dialettica più proficua col mondo imprenditoriale. Per risolvere problemi come trasporti, sanità, comunicazione, sostenibilità, pubblica amministrazione e impresa devono andare di pari passo. Solo una collegialità di intenti può far crescere la qualità dei nostri servizi.»

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Per l’europarlamentare Giosi Ferrandino (deus ex machina dell’incontro) «Invitalia non è una realtà lontana da noi. Non solo perché la sua presenza manifesta l’importanza che viene data al nostro tessuto imprenditoriale ed economico, ma perché è intervenuta con successo in aree non lontane da qui. I fondi ci sono. Ischia deve potersi avvalere di questa collaborazione, i numeri che facciamo sono ancora importanti, restiamo il maggiore attrattore turistico della regione Campania, del sud Italia e, perché no, dell’intero paese. Questo è solo il primo di una serie incontri che mi auguro portino alla presentazione di un grande progetto di rilancio, grazie a un tessuto di imprese che si mettono in rete per assicurare decine di milioni di euro al territorio. Abbiamo bisogno di quegli incentivi per poter stare al passo con gli altri e rispondere maniera adeguata alle sfide della contemporaneità e della concorrenza. Siamo tenaci, l’abbiamo dimostrato anche in passato, ora c’è bisogno di un aiuto per realizzare una grande operazione di rilancio».

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L’ottimismo regna sovrano anche negli interventi di Luca D’Ambra, presidente Federalberghi Ischia, e Giuseppe Di Costanzo, presidente Termalisti Isola d’Ischia. Per il primo, le sfide di ogni progetto sono due: destagionalizzare, non per fini imprenditoriali tout court, ma «come modo per non stare fermi sei mesi all’anno, che significa impoverirsi e non garantire occupazione nel settore». L’altra è la sostenibilità ambientale. «Come sapete – ha ricordato D’Ambra – siamo impegnati da tempo su un progetto di internazionalizzazione della destinazione Ischia, anche attraverso la creazione e la realizzazione di un brand. Siamo a un punto di svolta, perché è necessaria una percezione diversa dell’isola, non solo per chi vuole investire sul territorio, ma anche per i turisti che vogliono visitarla. Cerchiamo da tempo un confronto costruttivo con la pubblica amministrazione. E trovare un punto d’incontro su una questione spinosa, l’abusivismo, che riguarda non solo gli albergatori, ma anche tanti cittadini». Anche per Di Costanzo «i problemi ci sono, ma superabili. A patto di trovare insieme le soluzioni alle criticità che ci affliggono. Ragionare in positivo. Siamo individualisti, lo siamo stati per lungo tempo, abbiamo anche realizzato cose importanti contando sulle nostre forze. Ma le risorse si stanno esaurendo. Sono necessari investimenti, anche per uno studio scientifico sul termalismo che ci consentirebbe un importante salto di qualità. Con la consapevolezza, però, che dobbiamo dare il nostro contributo di imprenditori. Le capacità ci sono, diamoci da fare».

A illustrare condizioni e modalità del finanziamento è Ernesto Somma, responsabile Incentivi e Innovazione per Invitalia. Il Programma di sviluppo oggetto del Contratto è composto da uno o più progetti di investimento e da eventuali progetti di ricerca, sviluppo e innovazione, connessi e funzionali tra loro. Può prevedere anche la realizzazione di infrastrutture di pubblico interesse.

L’investimento complessivo è un mix di contributo a fondo perduto e finanziamento agevolato. Quest’ultimo viene erogato direttamente da Invitalia con un costo prossimo allo zero, copre fino sino a 75% dell’investimento, mentre il 25% arriva da clienti portati dall’investitore. L’esatto ammontare viene poi rinegoziato singolarmente tra impresa proponente e agenzia in virtù della capacità ripagare l’investimento. Il periodo di erogazione è di tre anni, quello di restituzione di otto. Un Decreto del Ministero del sviluppo economico dell’8 novembre 2016 ha apportato alcune modifiche alle procedure, soprattutto per accelerare i tempi. “Fast track” ad esempio, prevede la riduzione dei tempi necessari per ottenere le agevolazioni. Avvio del programma di sviluppo entro 6 mesi dalla determina, completamento del programma di investimenti entro 36 mesi. Cosa si finanzia? Acquisto del suolo, opere murarie, macchinari, servizi accessori che contribuiscono comunque all’innalzamento della qualità dell’offerta. L’entità degli incentivi dipende dalla tipologia di progetto (di investimento o di ricerca, di sviluppo e innovazione), dalla localizzazione dell’iniziativa e dalla dimensione di impresa. Gli incentivi sono diversi per i progetti con finalità ambientale.

Altre questioni sul tappeto frenano gli entusiasmi. Come la mettiamo con le terrificanti sabbie mobili della burocrazia? Siamo davvero pronti per un cambio di mentalità? Dove sono gli altri sindaci? Soprattutto, dov’è il Commissario per la ricostruzione Schilardi, che pure ha stipulato una convenzione con Invitalia, ma che finora non ha prodotto alcun risultato? Un esempio concreto, quello portato da Arnaldo Ferrandino, ex sindaco di Casamicciola e attuale consigliere di minoranza. «Il terremoto ha danneggiato molte aziende, alcune in modo irreparabile. C’è chi aspetta che lo Stato si decida a intervenire, e chi invece, per non morire definitivamente, ha fatto uno sforzo autonomo per poter restare aperto e proseguire l’attività. Il contributo finora erogato attraverso la struttura commissariale è stato pari a 50.000 € massimo, erogato tra l’altro solo al 75%. Briciole. La verità è che senza il supporto delle amministrazioni, diventa tutto difficile. Anche per Invitalia»

Le conclusioni del convegno, (al momento) tutto sommato interlocutorio, sono affidate all’Amministratore delegato Domenico Arcuri. I numeri, in primo luogo. L’Italia, paese dove insiste la più alta concentrazione di siti UNESCO, può vantare per il 2018 62 milioni di turisti che hanno generato 44 miliardi di euro. La Francia ha prodotto 57 miliardi, con il 30% in meno di esercizi alberghieri. Di quei 62 milioni di visitatori, solo il 15% scende a sud di Roma (e il 10% di questi sceglie Campania e Sicilia). Non solo siamo un Paese fratturato, ma non sappiamo capitalizzare il patrimonio che abbiamo. Suggerimenti (di strategia e di progetto): presentare l’offerta turistica in maniera organica; integrarsi (che non vuol dire fondersi); focalizzarsi sulle eccellenze del territorio (a cominciare dal termalismo); connettere tutte le componenti dell’offerta, perché un progetto vincente proposto da più soggetti avrà ricadute e indotto per tutti, non solo per chi vi ha partecipato.

«Approviamo il 33% dei progetti presentati», ha chiosato Arcuri. «Siamo orgogliosi di poter sostenere anche quelli dedicati a una realtà come Ischia, ancora protagonista del panorama turistico, per dare un contributo positivo all’innalzamento dell’offerta. L’importante è non disperdere energie in investimenti singoli.»

Insomma, le disponibilità ci sono (del resto ci sono sempre state). Ora tocca riunirsi per passare dal rito delle buone intenzioni alla fase operativa dei fatti. Copione già visto, speriamo in un epilogo diverso.

Foto Giovan Giuseppe Lubrano e Franco Trani

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