«Io, massaggiatore, discriminato per il mio aspetto estetico»
di Sara MatteraISCHIA – Trascorrere qualche giorno di relax, godendo di trattamenti termali associati a massaggi terapeutici è ormai diventato un must per molti turisti che giungono in vacanza sulla nostra isola. Servizi questi, che oggi rappresentano una fonte di guadagno per gli albergatori e di sostentamento per chi lavora nel settore termale. Negli ultimi anni, quindi, il numero di massaggiatori è aumentato considerevolmente così come è cresciuto anche il numero di giovani interessati ad iscriversi a corsi ad hoc di specializzazione. Eppure, nonostante questo trend positivo, c’è anche chi, purtroppo, fa ancora fatica a trovare un impiego in questo settore. Ad essere impegnate in questo campo sono, infatti, soprattutto le donne che sono anche le figure maggiormente richieste, vuoi per stereotipi sociali e culturali duri a morire che tendono ad individuare il sesso femminile come quello più adatto a praticare certi tipi di lavoro, vuoi per preferenza da parte della stessa clientela, sia maschile che femminile, che ad un massaggiatore uomo, preferisce spesso la donna. Capita, però, anche che si prediliga l’aspetto estetico di una persona, piuttosto che la competenza professionale, nonostante anni di esperienza alle spalle. E questo è quanto è accaduto ad un nostro concittadino isolano, Salvatore, protagonista di un episodio su cui sarebbe meglio stendere un velo pietoso. Recatosi, infatti, qualche giorno fa ad un colloquio di lavoro come massaggiatore presso un centro termale di un albergo isolano, è stato candidamente rifiutato con scuse decisamente poco soprassedibili. «Premetto- ci ha raccontato Salvatore – di avere un attestato da massaggiatore con master in linfodrenaggio e conoscenza teorica e pratica in quasi ogni tipo di massaggio e relativa esperienza pluriennale sul campo. Recentemente mi sono recato ad un colloquio di lavoro presso un noto albergo isolano che aveva bisogno di un massaggiatore. Mi sono presentato e dopo qualche minuto di convenevoli, il datore di lavoro, senza nemmeno dare un’ occhiata al curriculum che avevo portato con me, mi ha liquidato dicendomi testuali parole: “senti in verità noi stiamo cercando una persona di bella presenza, se poi è una ragazza ancora meglio”. Che le donne siano predilette in questo settore non è una novità, quello che mi ha lasciato senza parole è che abbiano sottolineato che cercassero una persona di bella presenza. Come a dire che siccome io non lo ero, non potevo avere quel lavoro, nonostante la mia competenza». Una vera e propria discriminazione, insomma, operata ai danni del nostro cittadino, non solo di tipo sessuale, ma anche è soprattutto puramente estetica e per nulla giustificabile. Un episodio che a quanto pare, però, non è stato il solo, seppure l’uscita dell’albergatore in questione sia stata decisamente la più infelice. «In realtà – prosegue Salvatore – non è stata la prima volta. Tempo fa mi recai ad un altro colloquio e mi dissero che avevano già trovato un massaggiatore. Non era vero. Venni a sapere, infatti, che erano ancora in cerca di personale. Qual’era quindi il problema? Mi pare chiaro! il mio aspetto fisico, visto che poi, qualche giorno dopo, assunsero un ragazzo palestrato e da quel che so senza neppure la mia stessa esperienza. È anche probabile che in questo caso si trattasse semplicemente del solito raccomandato di turno. Quello che è certo, comunque, è che quando mi hanno detto che cercavano persone di bella presenza, mi sono sentito fortemente discriminato. Non sarò bello e aitante. ma sono una persona qualificata. In passato ho trovato lavoro in questo settore e molti clienti mi hanno fatto anche complimenti. Questo cosa vuol dire? Che magari anche una persona che non ha propriamente un bello aspetto può riservare sorprese». Insomma, sarà pur vero che trovare lavoro è ormai un impresa ardua in quasi tutti i settori, non solo in quello termale – dove a quanto pare se sei donna hai molte più possibilità di essere assunto – ma prediligere l’aspetto estetico di una persona alle sua competenze professionali, è segno di grande superficialità, anche se si tratta di un lavoro che prevede uno stretto contatto con il pubblico. E quella di Salvatore purtroppo non è e non sarà né la prima né ultima vicenda di “discriminazione”. «Cari albergatori – conclude il nostro concittadino – se posso darvi un consiglio, non basatevi solo sulle apparenze. Date anche la possibilità di lavorare anche a chi non è di bello aspetto. E’ meglio il bruttino che ha tanta esperienza e competenza che il belloccio di turno che non sa fare il proprio mestiere».