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La promessa di Schilardi: «Decreto beffa, nel 2020 ricostruzione e lavori alle scuole»

Lunga intervista al prefetto e commissario per la ricostruzione post sisma: il bilancio dell’anno ormai passato e gli obiettivi per quello da poco iniziato, senza dimenticare un piccolo rimpianto

Il 2019 è stato l’anno dell’avvio del Commissariamento per la ricostruzione. «Nel corso dell’anno che è da poco cominciato chi vive ancora in albergo deve tornare nelle case». Parola del prefetto Carlo Schilardi, Commissario Straordinario per la ricostruzione. Chiediamo all’ex prefetto di Caserta e Bari un bilancio dell’anno che ci siamo messi alle spalle e quali sono le azioni da intraprendere nel 2020. Schilardi è ottimista anche se lascia trasparire il dispiacere per lo ‘schiaffo’ subito nel ‘Decreto sisma’ convertito in legge qualche settimana fa.

Prefetto, il 2019 che anno è stato per il Commissariato per la ricostruzione?

«Sono 76 le pratiche di condono già istruite o definite, ossia il 10% del totale. A queste corrisponde una concessione edilizia ed un finanziamento per poter ricostruire. Non è molto, ma l’importate era cominciare. Inoltre lo scorso anno abbiamo ottenuto una diminuzione di 110 unità tra coloro che usufruiscono di Cas o albergo. Insomma, qualcosa si sta muovendo»

«Questo che si è concluso è stato un anno fondamentale per la struttura del Commissariato straordinario per la ricostruzione. Ricordiamo che a settembre siamo diventati struttura unica. Prima di allora, infatti, camminavamo parallelamente con la struttura del Commissariato per l’emergenza (per intenderci quella guidata dall’architetto Giuseppe Grimaldi). Da febbraio, che appunto è stato una sorta di momento spartiacque, abbiamo realizzato davvero tanto. Cito solo alcuni dei provvedimenti più importanti che abbiamo realizzato per far capire la mole di lavoro dello scorso anno. Abbiamo emanato una ventina di decreti con i quali sono state finanziate o pagate tutte le opere che sono state pensate nel momento dell’emergenza e che poi non si erano fatte. Mi riferisco a strade, ad interventi di contenimento di muri ed altri primi interventi. Abbiamo totalmente saldato tutti i crediti e provveduto ai pagamenti alle imprese che avevano lavorato per la riparazione delle chiese. E ne sono circa 15. Dopodiché abbiamo finanziato ed erogato la prima rata per la riparazione delle somme urgenze. Si tratta di opere pensate all’indomani dal sisma ma poi mai avviate. Abbiamo anche provveduto al pagamento agli albergatori che avevano ospitato nei primi periodi dopo il sisma gli sfollati. Per pagare queste somme abbiamo ottenuto un provvedimento di sostegno da parte dell’Anac anche perché si trattava di pagamenti relativi a due anni prima. Ed ancora abbiamo fatto in modo che il Cas (contributo di autonoma sistemazione, ndr) e le sistemazioni alberghiere siano in linea, alla pari. Al momento abbiamo pagato fino a tutto il mese di novembre. Abbiamo dato una mano a 109 imprese che hanno ottenuto un riconoscimento economico fino a 50 mila euro legato al mancato guadagno subito a causa degli effetti del sisma. Circa 70 di queste imprese sono ubicate a Casamicciola. Adesso con l’emendamento approvato nell’ultimo ‘decreto sisma’ possiamo dare una mano anche alle imprese che dopo il sisma del 21 agosto 2017 non hanno più riaperto la propria attività».

Oltre le imprese ci sono anche le scuole. Che cosa è stato fatto?

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«Noto che in giro c’è tanta gente con la bacchetta magica anche se si tratta sempre di persone illuse, sterili e inconcludenti. Invece noi facciamo dei fatti concreti, che sono ben altra cosa. E sono contento di non avercela, la bacchetta magica…»

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«Abbiamo approvato un piano per la messa in sicurezza delle scuole. Un provvedimento davvero importante. I Comuni sono stati nominati soggetti attuatori così come prevede la legge in quanto sono i proprietari degli edifici scolatici. Potranno procedere ad affidare le progettazioni per le scuole ed a questo scopo abbiamo loro concesso un’anticipazione pari al 10% delle spese tecniche. I Comuni in questo modo non devono anticipare delle somme. Cerchiamo di andare incontro alle difficoltà degli Enti nell’ottica di una proficua collaborazione istituzionale. Il piano prevede la messa in sicurezza per una dozzina di edifici scolastici presenti a Casamicciola, Lacco Ameno e Forio. Il piano è molto articolato perché tiene conto innanzitutto dei primi lavori di somma urgenza effettuati all’indomani del sisma dalla struttura del Commissariato per l’emergenza.  Poi sono elencati gli interventi finanziati dal Ministero dell’Istruzione ed il residuo è tutto ciò che è stato previsto dalla struttura commissariale. Il tutto per una spesa di circa 12 milioni di euro. Insomma un investimento importante per le strutture scolastiche. I Comuni sono i soggetti attuatori e provvederanno alla progettazione delle opere che saranno esecutive. Grazie al decreto sblocca cantieri, infatti, non viene approvato più il progetto definitivo ma direttamente esecutivo. I progettisti incaricati dal Comune devono realizzare i progetti che poi vengono direttamente messi a gara. Non c’è più il passaggio che prevede eventuali proposte migliorative. E ciò ci permette di rendere i tempi meno lunghi. Adesso tocca a loro».

L’ultimo provvedimento in ordine di tempo qual è stato?

«Nelle scorse settimane abbiamo siglato un’intesa tra la Soprintendenza, il Comune di Lacco Ameno nella persona del commissario prefettizio e la Curia Vescovile per il recupero degli scavi di Santa Restituta a Lacco Ameno. È stato delegato come Ente attuatore il Comune affinchè possa preparare il progetto. Ci sono circa 2milioni e mezzo di euro per riparare gli scavi, le sovrastrutture ovvero il Municipio e la Chiesa. È stato un lavoro molto laborioso soprattutto per mettere insieme le parti, ma sono fiducioso».  

Quando vedremo partire la ricostruzione vera e propria?

«Al di là di ciò che si possa pensare, sono 76 le pratiche di condono edilizio già istruite o definite che rappresentano circa il 10% del totale. A tutte queste pratiche corrisponde una concessione edilizia ed un finanziamento per poter ricostruire. Non è molto, ma l’importate era cominciare. Inoltre lo scorso anno abbiamo ottenuto una diminuzione di circa 110 unità tra coloro che usufruiscono di Cas o dell’alloggio in albergo. Ciò significa che qualcosa si sta muovendo malgrado non sia semplice vedere la ricostruzione vera e propria. E sono convinto che se si accelera sui condoni possiamo guardare con ottimismo al 2020».

Ottimismo malgrado il recente ‘Decreto Sisma’ che ha penalizzato la ricostruzione sull’isola?

«Il Decreto Sisma ci ha dato una mano pe alcune cose. Ad esempio ci ha tolto il fardello di dover sentire il Mef – Ministero dell’Economia e delle Finanze – su tante cose. In pratica abbiamo ottenuto uno snellimento delle procedure. Ed ancora abbiamo ottenuto lo spostamento dal 31 dicembre di questo anno fino al 30 aprile 2020 per l’assistenza a chi vive ancora in albergo ed il contributo intero del Cas anche per gli affittuari. Per ciò che riguarda la pianificazione, per la quale è stata riconosciuta una centralità della Regione Campania, è pacifico che dove si può riparare e non c’è bisogno di pianificazione, andremo avanti. La pianificazione regionale e comunale varrà per il futuro».

Però ci sono anche dei punti negativi.

«Vero, non lo nego. Il punto negativo è stato il fatto che non ci è stato riconosciuto il finanziamento per la ricostruzione per gli immobili sottoposti a condono. Resta comunque il contributo parziale, ovvero quello legato alla parte legittima. E mi preme sottolineare che di case legittime totalmente o parzialmente ce ne sono tante. Abbiamo sottolineato al Governo ed al Parlamento la discrasia di trattamento rispetto ai terremotati di Catania e Campobasso che si sono visti riconoscere i finanziamenti anche per gli immobili sottoposti a condono. E sono sicuro che piano piano anche noi raggiungeremo questo risultato».  

Lei quindi è ottimista?

«Sono contento di quanto fatto fino ad ora. Tutti coloro che lavorano nella struttura del Commissariato per la ricostruzione hanno lavorato davvero tanto. E comunque in giro c’è tanta gente con la bacchetta magica anche se poi queste persone sono illuse ed inconcludenti. Invece noi facciamo dei fatti concreti. E sono contento di non avere la bacchetta magica».

E allora cosa succederà, cosa aspettarsi in questo 2020?

«Sarà un anno di duro lavoro, come questo che ci siamo messi alle spalle. Se riusciremo ad aggiungere qualcosa in più per la ricostruzione privata e se i Comuni riusciranno ad appaltare i lavori per le scuole sarà un buon 2020. E sono sicuro che ciò avverrà».  

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