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Da ipocrisia a nuova virtù

Premessa 1. Il Senatore e coordinatore campano di Forza Italia, il concittadino isolano «Mimmo De Siano», come usa chiamarlo l’ex presidente della Provincia di Napoli, Cesaro, ha impresso le sue parole «À la carte» per replicare all’editoriale di Marco Demarco sul Corriere del Mezzogiorno di qualche giorno fa. Il co-fondatore del quotidiano ha detto che a essere premiata «in maggior misura non sarà la forza che ha fatto più opposizione, nel modo più visibile e toccando i toni più alti, ma quella che ne ha fatto di meno. E cioè, non i Cinquestelle di Valeria Ciarambino, ma il centrodestra di Stefano Caldoro e Mara Carfagna». E ancora «Napoli «brucia» di troppa criminalità, cosa propone il centrodestra per venirne a capo? La società civile si mobilità contro le «stese» e le prepotenze giovanili, dove sono i berlusconiani?». Mimmo ha risposto in modo preciso all’osservazione. Presumibilmente non solo dall’alto del 59.8% di presenze in Parlamento, l’ultima il 23 dicembre 2017, o magari dal basso delle assenze pari al 40.88%, ma dal pulpito del suo ruolo quale coordinatore di FI in Campania.

La cruda verità, si può leggere dalle parole marcate sulla carta dal Senatore, è che Forza Italia «non vende fritture di pesce» e in ragione delle battaglie condotte denuncia da qualche tempo le malefatte di De Luca, in Regione Campania, e quelle di De Magistris, al comune di Napoli. E ha aggiunto «lavoriamo sodo su quel progetto politico frutto della straordinaria intuizione del presidente Berlusconi» pur elencando le lotte ma non entrando nel merito delle stesse –nel suo menù che «potrebbe non piacere all’intellighenzia di sinistra» – quali la gestione clientelare delle partecipate o la questione che riguarda le tariffe idriche o quelle dei rifiuti. Insomma come se non fossero questi i settori in cui tutti i politici, da destra a sinistra passando per il centro, hanno messo le mani per pagare ad altri – o a se stessi– cambiali elettorali. Ovviamente il suo “attivismo”, e a quello del suo partito, incastrato tra l’idea di fare e quella che è meglio non fare, in qualche commento su Facebook ha ricevuto una serie di “critiche” che lo accusano di non aver fatto niente, o quasi, durante il periodo in cui i ruoli istituzionali in Regione lo chiamavano spesso a gradi di operatività possibile e diversificata. Segno che c’è chi oggi ha imparato a leggere sotto altra veste, forse quella giusta, le dichiarazioni di alcuni “politici di professione” di ogni grado e livello.

Premessa 2. E di persone che hanno fatto della politica una professione, un motivo lo si può trovare nel detenere il potere o nella facoltà di gestire contratti, porti, appalti e clientele, ne troviamo anche sull’isola. Dovrebbe non bastare l’elencazione dei singoli piatti, argomenti spesso usati come bandiera, ma l’elettore, si sa, ha la memoria corta, cortissima. E si lascia abbagliare dalla lista di pietanze più che dal loro sapore. Che cosa sta accadendo a Forio? Be, c’è un «nuovo», ex sindaco, che torna – o vorrebbe ritornare – e si presenta alla campagna e purtroppo si tratta di quella elettorale. C’è Del Deo, sindaco uscente, che sbatte come il mare in tempesta sugli scoglioni innamorati a suon di repliche ai propri detrattori affermando che la sua è stata una politica trasparente ed è per questo motivo, forse, glielo auguriamo, che Gaetano Colella da denigratore dell’amministrazione Del Deo oggi non soltanto ne tesse le lodi ma lo sosterrà alle prossime elezioni. Insomma anche qui siamo al «nuovo» giro di boa. (O alla sua stretta!). O, ancora, proprio in occasione delle amministrative si è costituito un «nuovo» soggetto politico. Si tratta di «insieme per Forio», formazione tanto dai temi moderni o dei quali necessiterebbe la cittadina foriana quanto è per niente condivisibile la decisione di chi ha scelto di creare «insieme per Forio» solo a ridosso delle elezioni. E giacché forse tra voi c’è chi sente un gran bisogno di polemiche, specie di tipo culturale, si potrebbe affermare che molte, la gran parte, delle stordenti dichiarazioni altro non sono che una spettacolare paraculata funzionale a giustificare le proprie attitudini personali.

Purtroppo non è lontana l’ipotesi di dar credito, «di nuovo», ai “politici di professione” perché tanti foriani sono convinti di avere a che fare con persone intelligenti, capaci di stare al mondo e dirti ciò che vuoi sentire. Mentre movimenti civici a respiro inter comunale, per esempio “Noi siamo Nessuno” di Gigi Lista, che da anni ti dicono quello che pensano, che quello è in comunella con quell’altro, magari con modi che andrebbero maturati dal punto di vista politico, e si muovono per rendere chiari certi rapporti potrebbero non esser visti di buon occhio. Perché magari pensi che la verità è maledetta e può renderti la vita infelice. Dire la verità, è diventato un male per la società. Allora è meglio ometterla e usare l’ipocrisia come lubrificante sociale ed elettorale. E sul suo uso o a cosa potrebbe servire, elettore di Forio, meglio omettere ogni verità.

Facebook Graziano Petrucci

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