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IPS ‘Telese’, alla memoria del preside Antonio De Simone intitolato il Laboratorio di Accoglienza turistica

Gianluca Castagna | Ischia Un uomo di grande intelligenza e generosità. Educatore di spiccato rigore morale e combattente tenace per una scuola pubblica, inclusiva e responsabile. Prima di tutto verso quei giovani che gli affidavano le proprie vite per una formazione che li avrebbe proiettati in un mondo del lavoro sempre più selettivo e competitivo. E ancora politico instancabile, nelle fila del Partito Comunista Italiano, animato da una passione autentica per le discipline sportive, curioso verso le sfide innovative del suo tempo e forse, negli ultimi tempi, disincantato ma mai indifferente nei confronti di una società che cambiava troppo velocemente e non sempre nella direzione che avrebbe desiderato. E poi certo marito, padre, fratello, amico, collega. Sono molti gli aspetti emersi durante la giornata che l’IPS ‘V. Telese’ di Ischia ha voluto dedicare alla figura del preside Antonio De Simone, in occasione di quello che sarebbe stato il suo compleanno (il 70esimo) e a pochi mesi dalla prematura e improvvisa scomparsa.

Nella sala ‘Giovanni Paolo II’ dell’Istituto di Fondobosso sono stati in tanti ad averlo ricordato, manifestando sincere espressioni di apprezzamento per il ruolo che ha avuto nella svolta della scuola isolana, con l’autonomia finalmente riconosciuta al Telese, Istituto professionale la cui presenza è stata e rimane decisiva su un territorio dove l’economia turistica ricopre importanza d’ordine assoluto. Familiari, colleghi, docenti, collaboratori, ex alunni e tanti amici, quelli della giovinezza e della maturità. Amici dietro e davanti la cattedra. Insomma, la Grande Famiglia del Telese, che in questo raduno pieno di ricordi ed emozioni ha voluto soprattutto rimarcare quanto l’impegno e lo slancio continuo di De Simone abbiano contato nell’educazione e nella formazione di intere generazioni di giovani, oggi apprezzati professionisti in tutto il mondo.
Al professore Antonio De Simone è stato infatti intitolato il Laboratorio di Accoglienza turistica con una targa che ne ricorda le doti di “uomo libero e democratico, amante della scuola e del territorio, preside di questo Istituto dal 1987 al 2005”.
«Ho sempre apprezzato la sobrietà con cui il prof. Antonio De Simone ha svolto il suo ruolo di funzionario dello Stato» ha dichiarato l’attuale D.S del Telese prof. Mario Sironi. «E’ qualcosa che si è un po’ perso in questi anni, dominati dal protagonismo e dai personalismi. La scuola è un pezzo dello Stato presente sul territorio. Con il collega condividevamo questa impostazione anche per una cultura comune che avevamo e da cui provenivamo, che in qualche modo ci portava a considerare l’esercizio della nostra professione non come una manifestazione di personalismo, che non significa assenza di personalità, ma di comprensione che si rappresenta qualcosa di più alto, un servizio pubblico importantissimo come l’istruzione. Non bisognerebbe mai dire, da preside, “la mia scuola”, e non solo perché siamo tutti “pro tempore”. Una scuola non è mai isolata, ma deve lavorare insieme a tutti gli altri pezzi dello Stato. Questo è uno degli insegnamenti che ci lascia Antonio De Simone. Non sempre ci riusciamo, perché non sempre è facile sganciare la propria funzione dal personalismo. De Simone aveva una forte personalità, ma ha coltivato un approccio fortemente laico al ruolo della scuola nel rapporto con il territorio. Per questo è stato un grande uomo di scuola».

L’incontro, moderato dal prof. Bernardo Dell’Omo, amico e collega che a fatica è riuscito a trattenere la commozione, si è articolato attraverso una serie di interventi che hanno rievocato la figura dell’uomo, del docente e del preside. Come quello del prof. Antonio Schiazzano, ideatore e anima di questa giornata insieme ai docenti Francesco La Corte e Bernardo Dell’Omo, che – lo ricorda Dell’Omo stesso – «ha avuto il suo incipit con la presentazione al Consiglio di Istituto del ‘Telese’ di una lettera con la richiesta ufficiale di intitolazione del Laboratorio di Accoglienza Turistica alla memoria di Antonio De Simone. L’ultimo Laboratorio realizzato con i fondi Fesr prima che andasse in pensione».
«Sono onorato ed emozionato – ha detto il prof. Schiazzano – di aver rappresentato le voci dei tanti amici e colleghi che chiedevano un atto di riconoscimento per l’attività formativa ed educativa esercitata in tanti anni dal nostro preside». «Ci siamo conosciuti nel 1982 – continua Schiazzano – ero di ritorno dall’Inghilterra e alla mia prima supplenza in una scuola di Lacco Ameno con alunni particolarmente vivaci e dove lui insegnava geografia. Mi avvertì subito: questa è una trincea, non indietreggiare mai. Qualche anno dopo, mi aiutò ad arrivare in questa scuola dove insegno ormai da 25 anni. E dove, ormai in pensione, sono riuscito a portarlo in occasione dell’anniversario di una visita che gli ischitani fecero in Eubea. Era giusto che ci fosse anche lui perché ho sempre pensato, e non sono il solo, che l’Istituto alberghiero e Antonio De Simone fossero un binomio indissolubile, quasi indistruttibile. Due identità che in quegli anni erano diventate una sola cosa. In un clima sereno, senza gerarchie, perché tutti, dai docenti al personale Ata, sapevamo che il preside De Simone era uno di noi, uno dei nostri».

L’aspetto politico della sua personalità è stato invece rievocato da Giuseppe Brandi, già sindaco di Ischia, consigliere comunale e figura di primo piano della DC ischitana. «Nel 1975 fummo eletti entrambi nel Consiglio comunale: io per la Democrazia Cristiana, lui per il PCI. Gli dicevo: sei un crociano, vicino a Malagoli, perché militi nel PCI? Rispondeva sempre che dentro era un liberale, ma era nato alla Marina, tra la gente più umile, un imprinting che lo portava a stare sempre dalla parte degli ultimi, dei più deboli. Per questo – diceva – si era iscritto al Partito Comunista». Antonio De Simone fu consigliere comunale per tre volte, poi assessore all’epoca della sindacatura di Giovanni Sorrentino, nel 1992. «Non amava i giochetti – ricorda ancora Brandi – era quello che oggi definiamo un “duro e puro”. Un predestinato. Il suo rigore si manifestava anche durante quegli interminabili Consigli, che all’epoca erano chiamati a ratificare tutte le delibere di Giunta. Lui non transigeva mai, esercitava il suo ruolo di opposizione con una resistenza anche fisica fuori dal comune. Lo temevamo. Eppure, su fronti opposti, abbiamo entrambi contribuito a un assetto del Comune con una forte impronta popolare: penso, ad esempio, alla Caserma dei Carabinieri, al Campo sportivo, alla variante per l’Alberghiero, che nel 1983 venne intitolato a Vincenzo Telese, protagonista della svolta turistica di Ischia negli anni ’50».

E’ suo nipote, l’avvocato Luigi Telese a sottolineare che la presenza di «un uomo del fare in una scuola di turismo diventa essenziale». Intercettare nuovi flussi turistici, migliorare i servizi, destagionalizzare. «La sfida per gli attuali amministratori – chiosa Telese – è raccogliere il testimone e dare risposte concrete al paese. Questo è il vero impegno per ricordare Antonio De Simone».
Il collega e vicepreside Andrea Giusto ne ricorda soprattutto l’affetto e l’amicizia («mi considerava un fratello maggiore, ha sempre avuto fiducia in me e negli ITP, gli Insegnanti Tecnico Pratici. Una complicità che ci ha permesso di tagliare insieme molti traguardi. Per questa scuola, per gli studenti che qui si sono formati e per tutto il territorio. Contro la lentezza della burocrazia opponeva un principio importantissimo: il diritto allo studio va garantito da subito»), mentre la prof.ssa De Simone ha rievocato uno dei momenti più prestigiosi della sua presidenza, quando l’IPS Telese ricevette l’incarico di organizzare la mensa in occasione della visita ischitana di Papa Giovanni Paolo II. «Fu una giornata particolare soprattutto per lui» commenta la docente. «Era ateo, ma volle incontrare e stringere la mano al Pontefice. In fondo, sotto la sua guida, l’Istituto alberghiero ha saputo far tesoro delle parole del Papa: una scuola che sa ascoltare tutti».
Anche il sindaco di Ischia Enzo Ferrandino ha voluto omaggiare De Simone, indicandolo come «un esempio per il suo modo di interpretare il proprio ruolo nelle istituzioni, punto di riferimento per chi forma le future generazioni, in particolare ai valori dell’ospitalità e dell’accoglienza di chi opera nel turismo».
I momenti più intimi toccano alla moglie, Lucrezia Starace, compagna di una vita intera. Quarantotto anni vissuti insieme. «E’ stato un uomo onesto, pulito, sincero», ricorda. «Semplice come il padre Rito, rigoroso come la madre Ada. Per l’Alberghiero ha fatto tantissimi sacrifici, dedicato ogni sforzo. E li ho fatti anch’io; non sapete quante volte mi sono arrabbiata e gli dicevo di portarsi una brandina in presidenza per svegliarsi direttamente lì. Oggi però ne sono orgogliosa, ci siamo guardati fino all’ultimo». Dalla sorella Erasma una poesia «per combattere il dolore»: “Io vivrò finché vivrai”. Dalla famiglia, l’istituzione di una borsa di studio per gli alunni della classi terze dell’indirizzo di Accoglienza turistica. L’ultimo gesto d’amore verso la scuola e i suoi studenti.

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La testimonianza della sorella e docente prof.ssa Carmen De Simone
Il segno più forte che ha lasciato come dirigente scolastico.
Antonio De Simone ha voluto fortemente questo Istituto sul territorio perché aveva capito l’importanza che una scuola alberghiera ricopre nel mondo del lavoro. E’ stato docente di italiano e storia, membro del Consiglio d’istituto quando i consigli si tenevano a Napoli, perché sede coordinata del Cavalcanti. Ha lottato, quasi sempre da solo, per l’autonomia di questa scuola e, quando ci è riuscito, abbiamo ottenuto questa sede, inizialmente destinata alla scuola media, grazie al suo impegno e alla sua abnegazione. Da allora una serie di successi e slanci verso il futuro. Per gli operatori turistici, l’IPS Telese rappresenta una realtà e un punto di riferimento importante.
Sotto la sua dirigenza una grande unitarietà di intenti e lavoro. Cosa vi accomunava?
Quella dell’Alberghiero è sempre stata una grande famiglia dentro la quale il lavoro e la professionalità venivano al primo posto. Tra di noi un solido e sincero sentimento di stima che ci ha accomunato per tanti anni, abbiamo condiviso momenti anche fuori dalla scuola. Avevamo una squadra di calcio, di cui De Simone faceva parte,, Insomma, un preside che si muoveva e si adoperava sempre facendosi carico di tante responsabilità del suo ruolo, ma sempre nel pieno e rigoroso rispetto delle norme.
A un certo punto, forse ancora troppo giovane, ha lasciato la scuola e anche la politica. Le hai mai detto perché?
Si era accorto che la scuola, come la politica, stava cambiando. Non si rivedeva più in questo ruolo. Una scuola che si apriva fortemente al territorio richiedeva delle responsabilità extra scolastiche che forse non condivideva pienamente, e che certo diventavano un peso troppo grande per lui. Ha lasciato però con la serenità di aver dato tutto quanto poteva per l’Istituto Telese. A 59 anni è andato in pensione e oggi mi sento di dire che per lui è stato un bene. Almeno per dieci anni è riuscito a godersi la famiglia e i suoi affetti dopo una vita dedicata alla scuola, ai suoi studenti e alle responsabilità del suo ruolo che venivano prima di ogni cosa.
Che fratello è stato?
Abbiamo diviso la stessa stanza, mi è sempre stato vicino. Quasi un amico d’infanzia, malgrado tra di noi ci fossero ben 15 anni di differenza. Mi aiutava nei compiti, era molto attento alle mie problematiche, ai miei bisogni. Una grande sensibilità. Poi è stato anche un collega, un preside. Rigoroso, esigente. Ho assistito e subìto i suoi momenti di rabbia, di delusione, con me si lasciava andare perché sapeva che l’avrei capito e per certi versi sono stata una valvola di sfogo. Non mi è pesato, mi sento onorata anche di aver svolto questo ruolo.
Con lui ha condiviso la passione per il mare.
E per lo sport. Passioni che ci hanno accomunato sempre e abbiamo coltivato anche insieme. Lui più grande, io la piccolina della famiglia. In comune abbiamo sempre avuto l’amore per il mare e non solo per gli sport acquatici, ma per tutte le discipline sportive.
L’ultimo ricordo.
Molto doloroso: quando sono andata a riprenderlo in acqua sperando fosse ancora vivo. Qualche giorno prima ci eravamo sentiti, aveva qualche problema di insonnia, era ancora scosso dal recente terremoto, un evento che ha coinvolto in maniera drammatica la nostra famiglia. Tre nipotini, poi salvati, erano rimasti sotto le macerie. Il sisma lo aveva segnato, mi aveva chiesto di suggerirgli un dottore. Questo mi ha resa felice perché, tra tante persone, l’aveva chiesto proprio a me. Purtroppo non ho fatto in tempo ad aiutarlo.

 

 

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