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San Giovan Giuseppe, settimana di fuoco per don Carlo

La settimana di fuoco per l’infaticabile parroco del Borgo di Ischia Ponte Don Carlo Candido incomincia da oggi e si conclude, si fa per dire, giovedì prossimo  16 agosto per la meritata pausa, causa  smaltimento stress accumulato nei giorni di frenetica attività. Poi si riprende senza sosta fino alla fine di settembre. Don Carlo,  circondato dai giovani, ragazzi e ragazze, del suo nutrito ed attitvissimo Circolo parrocchiale, fra la cattedrale e la chiesa dello Spirito Santo rimessa a nuovo e di imminente riapertura ai fedeli, non si risparmia e tiene testa agli eventi del Borgo senza farsi travolgere. Da osservatore ed anche da diretto interessato, li gestisce col piglio dell’esperto e la determinazione e lungimiranza di chi sa guardare lontano. La solennità della Madonna dell’Assunta del 15 agosto, ultimo impegno festivo della settimana di fuoco di Don Carlo,  coincide con il giorno storico della nascita ed il battesimo di San Giovan Giuseppe (15 agosto 1654), avvenuti a mezzogiorno in punto di 363 anni fa.

Sarà l’ora ed il momento in cui  Don Carlo  farà ripetere il tradizionale sparo dei ventuno colpi in aria sul ponte aragonese, per osannare la venuta al mondo del piccolo Carlo Gaetano Calosirto, colui che poi diventerà per gli ischitani il Santo concittadino San Giovan Giuseppe della Croce, venerato in tutta l’isola ed all’estero,ovunque vi siano ischitani emigrati. La giornata di domani con le chiese aperte fino a notte inoltrata, sarà un tutt’uno col clima gioioso di musiche e canti del Borgo in Festa. Don Carlo ha fatto coincidere di proposto l’arrivo e l’accoglienza nel tardo pomeriggio del Busto d’argento di San Giovan Giuseppe sul piazzale aragonese, con trasferimento in Cattedrale per la solenne cerimonia liturgica. Il parroco di Ischia Ponte con  i suoi giovani  vive le iniziative  del Borgo in Festa come se fossero anche sue perché si manifestano e si sviluppano sul suo territorio parrocchiale aperto e solidale con ogni utile e sana collaborazione. Quella di Don Carlo non è ingerenza e nemmeno  “invasione di campo” se si considera che l’amato sacerdote del Borgo  è felice che la formula inventata dai commercianti e dalle associazioni di promozione locale sia risultata vincente.

Michele Lubrano

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