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Ischia Ambiente, riunione ad alta tensione: gli “sciarappa” sbattono la porta e vanno via

ISCHIA. Il momento, siamo sinceri, non è affatto dei più propizi. Perché negli ultimi tempi – dopo un periodo di letargo tanto sonnacchioso da rischiare quasi di essere scambiato per coma profondo – la politica ischitana si è improvvisamente risvegliata come per incanto. Decidendo, evidentemente, di recuperare il tempo perduto e rendendo il clima decisamente “frizzantino”, almeno quanto uno di quegli spumanti serviti abitualmente come aperitivo. Non bastavano le schermaglie tra la maggioranza vecchia (quella della prima ora per intenderci) e la nuova (ci riferiamo ai quattro consiglieri di Vivere Ischia tornati alla base dopo un periodo di “riflessione”), adesso ci si mettono liti e frizioni anche per quanto riguarda la gestione e il modus operandi all’interno delle società partecipate. E in particolare per quanto attiene l’azienda monnezzara Ischia Ambiente, bisogna rendere conto di una riunione che si è svolta venerdì scorso e che è stata caratterizzata da nervi tesi, tesissimi, al punto che qualche fonte bene informata parla addirittura della circostanza che si sia arrivati a un passo dallo scontro fisico.

I convenuti, di cui relazioneremo a breve, si sono ritrovati nello studio di Elena Fortuna, ma quello che doveva essere un breefing dai toni puramente istituzionali e tecnici si è trasformato a un certo punto in una battaglia campale che ha corso il rischio di fare pure “caduti sul campo”. Oltre alla padrona di casa al summit erano presenti i consiglieri comunali Luca Spignese e Antonio Mazzella e poi Massimo Stilla e Rino Pilato oltre all’immancabile Antonio Buono. I toni della discussione sono stati accesi da subito, con Pilato che ha chiesto la condivisione di una serie di scelte che a suo avviso Massimo Stilla prendeva in totale autonomia e senza interessare gli altri componenti del cda. Un atteggiamento, ha ribadito il sindacalista, molto poco ortodosso e che quasi pare voler manifestare la volontà dell’avvocato di nascondere una serie di mosse. Il malcontento, in particolare, è emerso in particolare per la mancata conoscenza su una serie di atti come ad esempio l’elenco dei fornitori ed i servizi che vengono loro di volta in volta commissionati. La filippica non è andata giù a Stilla che a un certo punto decisamente adirato si è rivolto a Rino Pilato a muso duro, dicendogli in maniera chiara che era intollerabile che oltre al controllo dei dipendenti pretendesse anche quello dei fornitori.

Apriti cielo! Rino “il presidente”, il cui temperamento focoso non è certamente una novità, non si è “tenuto la posta” ed ha replicato a muso duro spiegando di non voler controllare nessuno, tantomeno il personale, ma rimarcando una volta di più come avrebbe piacere (per usare un eufemismo) che Massimo Stilla non gestisse la Ischia Ambiente come se attorno non avesse nessuno. E’ stato a quel punto che a quanto si apprende si sarebbe quasi sfiorato il contatto fisico tra le parti: nervi tesi, tesissimi, poi ad evitare il peggio per fortuna ci ha pensato la componente “sciarappina” che abbandonando lo studio ha anche evitato che la situazione degenerasse. Ma l’episodio, al netto di ogni considerazione, manifesta come in seno all’amministrazione guidata da Enzo Ferrandino ultimamente manchi qualcosa. Già, una buona dose di camomilla.

 

 Gaetano Ferrandino

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