Ischia, ancora “nubi” sul futuro del il DHC
ISCHIA. Non c’è pace per i pazienti diversamente abili del DHC di Ischia. Una nuova situazione di incertezza sembra profilarsi all’orizzonte per i servizi riabilitativi dell’isola. Dallo scorso lunedì, infatti, molti diversamente abili, in età adulta, fruitori delle attività di riabilitazione del centro diurno ne sono stati estromessi. La motivazione sarebbe da addebitare a problemi di natura strutturale. Gli spazi del centro isolano sarebbero, difatti, troppo esigui e non sufficientemente conformi alle normative vigenti per poter continuare a garantire la fruizione delle attività riabilitative per tutti gli utenti. Un problema questo che in verità non è certamente nuovo per il DHC ma che evidentemente è ora arrivato al limite anche a causa del sempre più crescente numero di utenti della struttura. Sono anni, infatti, che il centro isolano avrebbe dovuto essere sottoposto a lavori di adeguamento strutturale ma tali interventi per svariati motivi non sono mai stati effettuati. Il perdurante stato di criticità di questa situazione ha quindi avuto come risultato che, nei giorni scorsi, a parte dell’utenza isolana è pervenuto, un avviso dal DHC, nel quale si comunicava loro di non doversi più recare al centro per le consuete attività di terapie, a causa di mancate autorizzazione da parte dell’Asl, proprio per i suddetti problemi di natura logistica. Ennesima batosta, insomma, per tanti diversamente abili che ancora una volta si sono trovati messe alla porta dal centro. Il nodo cruciale della questione, è però, un altro.
Diverse famiglie speravano, infatti, che con l’incontro tenutosi lo scorso Giovedì tra i sindaci e i vertici regionali a Palazzo Santa Lucia, si sarebbe affrontato anche questa spinosa problematica, ma a quanto pare, durante il summit, si sarebbe poi discusso di fatto soltanto dei tetti di spesa, ed in particolar modo della questione relativa alle terapie domiciliari la cui erogazione era stata messa a rischio dalla direttive varata dalla Regione Campania lo scorso Giugno e che prevedeva un ridimensionamento delle stesse già a partire dal prossimo Ottobre. Questione questa, risolta, come riportato sulle colonne di questo giornale, con l’ottenimento di una proroga di tre mesi, in attesa di un nuovo piano di valutazione della situazione. Insomma, risolto il problema delle terapie domiciliari, per farla breve ,l’effettiva risoluzione relativa, invece, all’ estromissione di alcuni diversamente abili dalle attività del centro diurno per carenza di spazi, al momento resterebbe un vera e propria incognita.
«Siamo stufi di questa situazione – ci hanno detto alcune mamme- Sono anni che va avanti questo tira e molla continuo e adesso sembra che ci hanno messo definitivamente alla porta. I sindaci poi ci hanno detto che avevano risolto la questione, ma in realtà sembra che abbiano fatto solo confusione tra il problema dei tetti di spesa e quello di tipo strutturale. I nostri figli restano comunque, allo stato attuale, senza garanzia di poter tornare al centro! Le amministrazioni sono convinte che già da domani ( ndr oggi per chi legge) potevamo riprendere le terapie ma così non è!» E l’assurdità di questa situazione sarebbe proprio questa: da una parte ci sono i primi cittadini dell’isola che convinti, affermano di aver risolto, seppure temporaneamente tutte le criticità afferenti al DHC, dall’altra invece quelli della direzioni del centro che sosterrebbero invece che al momento non sussisterebbe comunque alcuna possibilità di rientro per gli utenti estromessi dalle attività del diurno. Che questi ultimi stiano aspettando una delibera ufficiale dall’Asl Napoli2 Nord per garantire nuovamente la prosecuzione dei servizi per tutta l’utenza? E’ probabile, ma, a questo punto sorge spontanea anche un’altra domanda: tale criticità è stata effettivamente inglobata tra le tematiche trattate dai sindaci nel summit alla Regione Campania ed è stata risolta? A giudicare dal giro di telefonate che si sarebbe susseguito in queste ore tra le famiglie dei diversamente abili e amministratori vari, se ci è consentito dirlo, neanche questi ultimi sembrano esserne, dopotutto poi così convinti! L’unica certezza è che al momento c’è uno stato di confusione totale in cui di mezzo ancora una volta ci sono i tanti utenti del centro diurno che, all’indomani del summit regionale non sanno ancora cosa aspetta loro e restano in attesa che qualcuno faccia chiarezza sulla situazione. È chiaro, comunque che aldilà di come possa risolversi la questione, e del fatto che venga concessa o meno una proroga anche in questo caso, risulta ormai quanto mai necessario apportare adeguamenti strutturali al centro o comunque reperire nuovi spazi in cui poter allocare parte delle attività dello stesso. Perché, ed è proprio il caso di dirlo, questo tira e molla non va certo avanti da poco e sarebbe anche l’ora che qualcuno si preoccupasse di dare maggiore attenzione a tale criticità!
.Sara MAttera
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