LE OPINIONI

Sotto Tiro di Mizar Assaggi di cambiamento

La pandemia ci porterà a dei cambiamenti rivoluzionari nella vita giornaliera.

Partiamo dai grossi problemi che attanagliavano l’isola prima del corona virus.

Il traffico. Per forza maggiore la circolazione delle auto in questi giorni è stata quasi totale. Eppure il sistema di approvvigionamento degli abitanti “reclusi” si è avuto lo stesso. Acquisti via internet e consegna a casa con approvvigionamento per più giorni ha prodotto quello che, prima della pandemia, indicavamo come una delle cose da fare per la riduzione del caotico traffico sull’isola.

Il commercio locale sta vivendo un buon momento (parlo dei negozi di prossimità) e la ripresa del dopo coronavirus, se ne abbiamo capita la portata, andrà in questa direzione. Tutto l’acquistabile può esserci portato a casa salvo alcune cose che vanno scelte di persona. Ricordate quando dicevo di dover ridurre in numero delle auto a 10.000 sull’intera isola? Se ci pensate bene dopo mesi di riflessione stando in casa si può sperare di riuscirci. A scuola si deve andare con mezzi pubblici. In ufficio non si va più con l’auto. I servizi bancari, sanitari e con uffici pubblici arriveranno rivolgendoci alla vicina edicola o alla tabaccheria e se la lungimiranza dei nostri sei sindaci ci sarà, con tutti i soldi che arriveranno si potrà avere, organizzati da loro, una serie interminabile di servizi a domicilio.

Ad Ischia la rete a fibra è quasi pronta. Nel lasso di tempo del distanziamento sociale i Sindaci dovrebbero chiedere all’EAV un progetto di mobilità serio per tutta l’isola. I soldi finalmente ci sarebbero. Se acquisti, scuola, documenti in tutti i sensi, uso dei mezzi pubblici avvengono da remoto insieme al lavoro a distanza, quanti sono gli utenti che hanno bisogno realmente dell’auto? Studiando il problema vedrete che ci restano i servizi turistici, e le poche persone abitanti in zone irraggiungibili, perché le strade sono impervie per arrivarci con mezzi pubblici.

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Anche queste persone potrebbero circolare solo fino al più vicino posto per prendere un mezzo pubblico. L’auto privata la si tiene in garage per i viaggi in continente. Fate un po’ il calcolo di quanto costa circolare con le nostre 63.000 auto e quanto costerebbe una mobilità diversa. Se non vogliamo ributtarci nella infelicità del “prima della pandemia” e avvicinarci a pensare in modo diverso la nostra vita, in rapporto anche al pianeta, è ora di pensarci.

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