CULTURA & SOCIETA'

Ischia capitale dell’architettura: al Pida premiata l’archistar Benedetta Tagliabue

Grande serata finale a Forio per l’evento internazionale. La professionista: “La città del futuro sua sempre più attenta alle relazioni. Quest’isola è meravigliosa”  

Una “lecture” di oltre un’ora, con il nutrito pubblico del chiostro di San Francesco, a Forio, che non perde una virgola. Lei racconta la sua visione delle città e dell’architettura, riannoda il filo dei suoi progetti più celebri e, alla fine, riceve con orgoglio il Pida Internazionale. “Noi architetti – dice – lavoriamo con grande passione e senso di responsabilità alle città del futuro, e per farlo dialoghiamo con sociologi e climatologi, ingegneri e filosofi. L’obiettivo primario? Costruire luoghi di relazioni, dove la gente si senta meglio. Non abbiamo una soluzione, ma siamo impegnati in una costante investigazione: una delle tendenze, certo, è la cosiddetta città dei 15 minuti, policentrica in cui ciascun abitante abbia tutto a portata di mano”. Tagliabue ha parlato anche di overtourism: “Per arginarlo serve costruire percorsi di fruizione anti-convenzionali delle principali turismo. Una città che funziona è una città che non ragioni per ghetti o compartimenti stagni, ma in cui ciascun quartiere abbia più vocazioni, e sia in grado di rappresentarle”. Tagliabue ha parlato anche del progetto della stazione della metro del Centro Direzionale, a Napoli, che potrebbe essere inaugurata la prossima primavera: “Siamo partiti da più di vent’anni, le infrastrutture pubbliche hanno bisogno di molta pazienza, ma è stato un processo interessante, mosso dall’obiettivo di creare un luogo riconoscibile, in cui le persone siano a proprio agio, in un’area complessa, altra rispetto alla città. Napoli mi affascina e ha preso coscienza, finalmente, di essere non solo una città del passato ma anche una città del presente e del futuro”.

Benedetta Tagliabue durante la lecture

Fondatrice – con Enric Miralles – dello studio EMBT, che oggi ha sedi a Barcellona, Shangai e Parigi, Tagliabue ha firmato tra l’altro il Parlamento scozzese a Edimburgo, il Mercato di Santa Caterina, la sede centrale di Gas Natural Fenosa, il Parco Diagonal Mar a Barcellona e il Padiglione spagnolo all’Expo mondiale di Shanghai del 2010, già vincitore del prestigioso premio RIBA Best International Building 2011, e di cui molto ha parlato al Pida. 

Oggi  affianca all’attività professionale l’insegnamento presso scuole e università internazionali, essendo professore in visita presso l’Università di Harvard, la Columbia University e la ETSAB di Barcellona, e tenendo regolarmente conferenze presso i più prestigiosi forum e università di architettura.

Il concerto di Jean Michel Byron

Premiata dal presidente del Pida, Giovannangelo De Angelis, con la preziosa mattonella di un collage realizzato, in ceramica, dal maestro Rosario Scotto Di Minico, Tagliabue è stata la super ospite della terza ed ultima serata di un’edizione straordinaria. “Cresce il Pida – ha detto De Angeli – per la sua capacità di stimolare il dibattito, per le relazioni che innesta, per l’eco mediatica del progetto”.
Applausi per gli studenti coinvolti nel workshop di progettazione architettonica per ripensare i luoghi di Casamicciola colpiti dalle calamità naturali, con il coordinamento di Francesco Rispoli e Irene Ferroni. La frase chiave? Ricordare, guardando avanti. Costruendo spazi sicuri, in armonia con la natura.

La premiazione a Tagliabue

Tra gli interventi più apprezzati quello di Maurizio Carta, ordinario di urbanistica del Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Palermo, autore tra l’altro di “Romanzo urbanistico. Storie dalle città del mondo”, edito da Sellerio. “Le città – ha detto – hanno iniziato a urlare nella mia testa e se è vero che sono organismi viventi, è importante raccontarle e capirle attraverso tutto ciò che rende una vita degna di essere vissuta”. E poi: “Non avrei capito Detroit senza bere il Detroit Bloody Mary, così parossistico. Le città che racconto – ha aggiunto Carta – sono 42 perché mi sono ricordato di ‘Guida intergalattica per autostoppisti’ dove la risposta al senso della vita è il numero 42”. 

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LA STAZIONE METRO DEL CENTRO DIREZIONE DI BENEDETTA TAGLIABUE

Poi, un affondo sul tema del Pida, le città europee del futuro: “Devono avere la capacità di riappropriarsi della collezione del passato, il che non vuol dire né imitarlo né ripercorrere strade già tracciate. Significa piuttosto tornare a capire il ruolo della città dall’interno del suo ecosistema, sia sociale che naturale ritrovando alcune lezioni importanti. La città è sempre stata, e io continuo a considerarla, la più grande invenzione dell’umanità: almeno fino a ora non è stata superata da niente. La città ha prodotto l’anti-città, cioè il luogo dove la nostra capacità di produrre immagini di futuro si è ridotta”. Carta ha parlato anche di overtourism: “Un tema cruciale. Il turismo è come un farmaco e la sua efficacia e la sua velenosità dipendono dai metodi di somministrazione. Per questo, occorre avete una buona politica urbana, che sappia regolare i flussi, indirizzandoli”. Un tema, quello dell’overtourism, che ha ispirato l’intervento dell’architetto Silvano Arcamone dell’Agenzia del Demanio. Apprezzato l’intelligente intervento di Gianni Biondillo, autore di “Lessico metropolitano”: “Attraversare le città – ha sottolineato – è un atto politico. Farlo a piedi è l’unico modo efficace per decodificarla. E gli urbanisti del ‘900 hanno fallito”.

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Chiusura in grande stile, in piazza, con un irresistibile concerto spettacolo che ha visto protagonista cantante sudafricano Jean Michel Byron, già frontman del gruppo rock Toto, impreziosito dalle videoproiezioni dell’artista anglo-canadese Matthew Watkins, tra gli esponenti di spicco della mobile digital art.

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