LE OPINIONI

IL COMMENTO Villa Mercede e non solo, se la Regione ignora Ischia

DI MARIA GRAZIA DI SCALA

Senza voler polemizzare con nessuno, sulla questione Villa Mercede continuo a tenere l’attenzione alta, prediligendo i fatti alle sterili chiacchiere. Non a caso ho depositato una mozione che sarà discussa nei prossimi giorni in consiglio regionale. La questione legata all’emergenza del mancato pagamento degli stipendi, parrebbe allo stato essere rientrata dal momento che l’ASL avrebbe accettato di potersi avvalere dello strumento della polizza fidejussoria, soluzione suggerita dai sindaci. Tuttavia, non è certo questo il tasto più dolente: non si può ignorare che per chi deve lavorare e prestare la propria attività senza poterla interrompere – in quanto servizio pubblico – rimanere senza salario rappresenta un vero e proprio schiaffo ma le cose vanno peggio se si va guarda a quello che potrebbe accadere in prospettiva.

Con il nuovo bando redatto dall’Asl e pubblicato lo scorso 8 maggio, la salvaguardia dei livelli occupazionali va praticamente a farsi benedire, non viene assolutamente garantita: non a caso, la mia mozione si pone l’obiettivo di fare impegnare il consiglio regionale a intraprendere ogni iniziativa atta a difendere fino all’ultimo posto di lavoro facendo in modo che non ci si avvalga di una clausola – contenuta nel bando stesso – con la quale si fatto si consente di non riassumere tutti i lavoratori trovandosi in presenza di un budget ridotto che non lo permetterebbe per una mera questione di cifre a disposizione. Ho detto e ribadisco che quella clausola va cancellata, d’altronde non è un caso se il Tar ha annullato i precedenti bandi. La morale? Semplice, ci troviamo dinanzi all’ennesimo colpo basso dell’ASL NA 2 Nord e del suo manager Antonio D’Amore, rifilato ai danni di tante famiglie di Ischia e Procida. A proposito, le nostre isole vengono etichettate come “territori ristretti” e dunque secondo una concezione sballata dovremmo beneficiare di un’assistenza socio-sanitaria minore. La verità è che noi siamo invece una realtà “disagiata”: la differenza, che dal punto di vista lessicale può apparire di poco conto, da quello tecnico e pratico cambia e anzi stravolge punto di vista ed ordine delle cose.

Per metterle a posto, le cose, non resta che modificare quel bando, altrimenti continueranno a prendere in giro le nostre comunità. La finale e amara considerazione è che Ischia in Regione è considerata alla stregua di un territorio inesistente: hai voglia di parlare di “pil” che rappresentiamo con la nostra attività turistica, siamo perennemente trascurati sotto ogni punto di vista. Mi fermo qui, perché altrimenti passerei per la polemista che vuole ergersi a giudice supremo e questa non è assolutamente la mia intenzione. Ma mi sia consentito di rimarcare come credo sia necessario che conferenze tra Regione e sindaci si svolgano con maggiore frequenza per essere più efficaci nel far pervenire le nostre istanze e far sentire la nostra voce.

Penso anche al recente caso del divieto di imbarco alle ambulanze sui traghetti: a livello tecnico la legge è chiara (dal momento che ai passeggeri è vietato sostare nei garage durante la navigazione), ma mi domando per quale motivo si arrivi sempre al “casus belli” prima di riuscire a prevenire determinati fenomeni. Non si capisce perché non si sia mai lavorato ad una deroga visto che viviamo su un’isola e le nostre gambe trovano nel mare un ostacolo insormontabile. Non lo nascondo, sono scoraggiata, e visto che parlavamo di traghetti mi si perdoni il gioco di parole: vedo davvero difficile un’inversione di rotta…

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* CONSIGLIERE REGIONALE FORZA ITALIA

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