CRONACA

Ischia, ciclisti senza luci: «Basta anarchia sulle strade di sera!»

Dibattito e tantissimi commenti ad un post sulla sicurezza stradale e dei ciclisti senza luci. Quel che manca è la voce delle istituzioni, l'impegno di controlli e di educazione stradale

di Antonio Iacono

Le strade di Ischia, ogni sera e d’inverno già dalle 16 che fa scuro, si trasformano in una vera e propria giungla per i ciclisti. L’assenza di luci e segnali di sicurezza crea una pericolosa anarchia sulle due ruote, mettendo a rischio l’incolumità non solo di chi pedala, ma anche di tutti gli altri utenti della strada. Un appello a maggiore civiltà, sostenuto da un numero crescente di cittadini, chiede un intervento deciso delle autorità, ma sembra che, al momento, l’unica risposta arrivi dai social media.

Sui gruppi Facebook e Instagram è esploso un dibattito infuocato, alimentato da post, emoticon e commenti, che mettono in luce un fenomeno preoccupante: ciclisti che, ignorando le più elementari norme di sicurezza, circolano al buio senza luci e senza il minimo accorgimento. Eppure, quello che manca davvero è la voce delle istituzioni, l’impegno concreto a rafforzare i controlli e a promuovere campagne di educazione stradale. La sicurezza sembra non essere una priorità.

Antonio De Luca, un cittadino di Ischia, lancia l’allarme ricordando agli amici delle due ruote una regola fondamentale: «Bisogna pedalare con le luci accese e le mani devono stare tutte e due sul manubrio», sottolineando l’importanza di un comportamento responsabile, soprattutto per evitare pericoli legati alla distrazione, come l’uso del telefono mentre si pedala.

Francesco Iacono, commerciante di Forio, racconta la sua decisione di smettere di andare in bici per paura. «Gli automobilisti sono intolleranti – racconta – ma ieri sera, con mio nipote di 14 anni, ho assistito a un vero e proprio caos: ciclisti su biciclette a pedalata assistita, vestiti tutti di nero e senza luci, percorrevano la strada senza alcuna segnalazione. Io li ho visti a un metro da me». La paura e l’indifferenza nei confronti della sicurezza sembrano essere ormai un’abitudine radicata.

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La situazione non è migliore, anzi, continua ad aggravarsi, come testimonia Marco Buono. «Sono appena tornato da Stoccolma, dove, già nel primo pomeriggio, fa buio. Eppure, tra le migliaia di ciclisti, nessuno è senza luci o casco. I bambini e persino i cani hanno piccole luci LED appese. La vigilanza è ovunque e le forze dell’ordine sono sempre visibili, a fare rispettare le regole», racconta. Ma a Ischia, si domanda, «importa davvero a qualcuno la sicurezza dei ciclisti senza luci, che mettono in pericolo la circolazione?».

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Eppure, le soluzioni ci sono, come sottolinea Giorgio Iacono: «Se investo un ciclista senza luci, perché devo andare io a finire nei guai? Perché non si prende mai provvedimenti concreti? Sarebbe educativo sequestrargli la bici, con luci installate e funzionanti, magari con una multa così lui non si fa male e io non passo un guaio per un errore non mio». La questione non riguarda solo l’inciviltà di alcuni, ma la responsabilità collettiva di garantire la sicurezza su strada.

Le proposte sono tante, ma la risposta delle istituzioni è ancora troppo timida. Pietro Mattera si chiede: «Perché continuare a circolare senza luci? Le autorità dovrebbero fare multe a chi non rispetta l’obbligo di luci e giubbetti catarifrangenti. Sono misure semplici di prevenzione da parte delle forze dell’ordine ma vitali per evitare incidenti». Eppure, nonostante le evidenti necessità di intervento, le leggi non vengono applicate con rigore. Roberto Di Meglio, in un commento, richiama direttamente i sindaci: «Mandate presto un segnale forte, perché le luci sono fondamentali per la sicurezza dei ciclisti e i marciapiedi sono fatti per i pedoni. I vigili dovrebbero essere per strada, non solo a multare le auto per il ticket del parchimetro scaduto».

Purtroppo, non è solo l’assenza delle luci a creare problemi. Molti ciclisti, infatti, ignorano anche l’obbligo del campanello. «Nelle bici moderne, il campanello è diventato un optional – racconta Francesco Monti – e quando serve, non si sente nemmeno». Inoltre, anche la visibilità potrebbe essere migliorata con l’uso di maniche rifrangenti o giubbetti.

Ma la domanda più grande resta: chi prenderà in mano la situazione? L’isola di Ischia, non può più permettersi di rimanere indifferente di fronte a una questione che riguarda la sicurezza di tutti. È giunto il momento di agire: regole più stringenti, controlli costanti e, soprattutto, una maggiore educazione stradale potrebbero salvare vite. Non basta lamentarsi sui social, è il momento di fare sul serio.

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