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Ischia e il controesodo mancato

E pensare che da almeno un paio d’anni a questa parte non mancavano coloro che, con dichiarato intento ironico ma non troppo (dall’ironia all’offesa bella e buona in casi del genere il confine è davvero border line) parlava del 31 agosto o del 1 settembre come una Festa della Liberazione per il popolo ischitano. Erano le due giornate di caos assoluto, quelle in cui i porti di Ischia e Casamicciola – con il contributo tutt’altro che insignificante di Forio – venivano letteralmente presi d’assalto non soltanto dai turisti che lasciavano l’isola da alberghi e strutture ricettive in genere, ma anche da quell’esercito vastissimo di persone e nuclei familiari che avevano preso in fitto un appartamento sull’isola verde per l’intero mese di agosto. Quarantott’ore in cui le aree a ridosso del mare sembravano scene di film come Armageddon o Indipendence Day, dove gli effetti speciali non servivano ed alle volte la realtà superava la fantasia. Code anche di due chilometri ed attese di cinque o sei ore per poter riuscire a vedere la “luce”, rappresentata dal portellone di una nave da poter finalmente varcare prima di sfogare la propria gioia: siamo a bordo, missione compiuta. Succede puntualmente da decenni, eppure il fenomeno continua a fare notizia. Eppure, tra giovedì ed ieri, per la prima volta, la notizia è stata un’altra.

Avete provato a fare un salto a porto d’Ischia, alla banchina del Redentore o a quella Olimpica, da sempre termometro di ogni controesodo made in Ischia? Qualche fila nemmeno così lunga e comunque ordinata e composta per i traghetti in partenza per Napoli e Pozzuoli nelle ore di punta, ma per esempio traffico non certo da ponte da sold out. E anche le scene memorabili come le macchine stracolme di valigie e suppellettili di ogni genere – che strappavano anche qualche sorriso (di cui molti, ahinoi, avremmo oggi bisogno) – sono soltanto un lontano ricordo. Tutta colpa, appare quasi superfluo sottolinearlo, del terremoto dello scorso 21 agosto: scossa alle 20.57, nemmeno il tempo di fare i bagagli e scappare da alberghi e appartamenti che già tutti si erano fiondati ai porti di Ischia e Casamicciola aspettando qualche corsa straordinaria che sarebbe puntualmente arrivata. Qualcun altro, un pò più “british” e compassato nei modi di fare, impiegò una giornata in più prima di lasciare Ischia. Non si capiva il perché, ma in casi del genere è così che gira la ruota. E sulla giostra, purtroppo, stavolta è toccato a noi salire. Ed ecco perché a guardare quei porti viene un profondo senso di malinconia. Appena mitigato da qualche timido segnale di ripresa: se quelli in partenza non sono una moltitudine, ritornano a sbarcare uomini, donne e famiglie con valigie al seguito. Insomma si prova a ricominciare ed a voltare pagina. Ma non ditelo a chi, in questo momento, ha davvero altri grattacapi per la testa.

Gaetano Ferrandino

Foto Franco Trani

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