CULTURA & SOCIETA'

La violenza sulle donne e il lavoro del “Punto D”

Anche quest’anno l’attività di ascolto in difesa dei diritti femminili ha continuato il suo lavoro, nonostante le difficoltà dovute all’emergenza covid

Indubbiamente la pandemia ha stravolto quella che sembrava essere la nostra normalità, la nostra quotidianità, e anche la ricorrenza dell’8 marzo ha assunto un valore ancor più fervente, che è diventato un vero e proprio momento di riflessione sul gender gap e sulla disparità dei diritti nella nostra società. Il Punto D, il punto ascolto in difesa dei diritti delle donne, anche quest’anno, nonostante le difficoltà dovute alla situazione emergenziale, non ha smesso un solo attimo di supportare le tante donne che hanno problemi, vittime di sopruso e violenza, a partire da quella psicologica a quella fisica. Anzi, il Punto D, dallo scorso febbraio ha iniziato la sua collaborazione anche con CODICE S.A.R.A., un protocollo antiviolenza che lavora su tutto il territorio nazionale e che si è improntato anche sulla nostra isola. 

Punto D

“Purtroppo questa situazione pandemica e le continue chiusure parziali o totali, seppur a intermittenza, hanno gravato molto in negativo sulla violenza tra le mura domestiche. La nostra equipe multidisciplinare ha continuato a collaborare in sinergia con forze dell’ordine, servizi sociali e CAV, non solo isolani, h 24- ci spiega la Dottoressa Cristina Rontino, responsabile del Punto D. Approfitto di questa occasione per esprimermi su un gesto che non è passato inosservato. Non nego che il gesto vandalico che è stato fatto alla nostra panchina a Forio, soprattutto nel periodo antecedente alla ricorrenza dell’8 marzo, e considerando che non è la prima volta che accade, davvero lascia l’amaro in bocca- continua Cristina, evidentemente provata. 

Dallo scorso febbraio è iniziata la collaborazione anche con CODICE S.A.R.A., un protocollo antiviolenza che lavora su tutto il territorio nazionale e che si è improntato anche sulla nostra isola

La panchina nasce, non solo a Ischia, come simbolo di lotta alla violenza. La simbologia, che agli occhi di molti è inutile, è invece necessaria. Per ricordare innanzitutto, per far riflettere (ad esempio se un bimbo piccolo chiede a un genitore, o un genitore di sua sponte spiega di cosa si tratta, cosa è, perché è rossa, perché le scarpe, etc), e vi dirò, va anche bene che sia oltraggiato, sfregiato, vandalizzato. Perché anche questo solleva discussioni e stimola l’opinione pubblica. Fa pensare a quanta pochezza ci sia ancora nell’animo di chi pensa che la violenza e chi la combatte, siano da deridere.

Punto D

seguiamo circa un centinaio di donne, tra percorsi psicologici, denunce, gruppi di muto aiuto e altro, resta il disgusto per la stupidità di molti, ma ovviamente resta anche immutata la tenacia con cui fermamente lavoriamo sulla prevenzione, sull’aiuto e sulla riabilitazione da violenza subita. Nonostante tutto e tutti. E conclude: vista l’impossibilità di organizzare eventi in presenza, quest’anno abbiamo pensato di pubblicare dei video a tema, realizzati dai nostri operatori e dai nostri volontari, e li abbiamo postati sui nostri profili proprio il giorno dell’8 marzo, per confermare fortemente il nostro messaggio NOI CI SIAMO”. Per INFO e CONTATTI: 081 18562478

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