ARCHIVIO 2ARCHIVIO 3

Ischia crocevia dei ricordi dei discendenti di Nenni, Bakunin e Mussolini

 

DI FRANCO BORGOGNA

Oggi si parla molto (e a volte a sproposito) dei rapporti tra generazioni, scorgendo una contrapposizione di interessi tra giovani e anziani, disoccupati under 30 e pensionati, tra nonni e nipoti. Ma proprio in questo momento, così apparentemente  divaricante tra nonni e nipoti, è dalla nostra isola che parte una crociata storico-letteraria di eredi di grandi personaggi politici della storia, a rivendicazione del segno che questi ultimi hanno lasciato e che – guarda caso – hanno avuto riferimenti essenziali nella nostra isola.

Grazie a Franco Iacono, qualche settimana fa, la nipote prediletta di Pietro Nenni, Maria Vittoria Tomassi, ha presentato a Villa Arbusto gli ultimi Diari ( ’73-’79) del grande politico socialista, che arrivano fino alla sua morte ( gennaio 1980). E’ stato ricordata l’amicizia di Nenni con Angelo Rizzoli, la sua presenza nella Villa a Lacco Ameno e le sue giocate a bocce. Rizzoli e Nenni, due ex martinit, due orfani. Maria Vittoria  accompagnò Nenni al ricevimento della Regina d’Inghilterra e – ha raccontato divertita –  del forfait che il nonno stava dando, perché insofferente al formalismo e al protocollo regale, che imponeva l’abito cerimoniale. La regina capì e, con un cortese biglietto, mandò a dire che ogni abbigliamento era accetto per la cena ufficiale. Così nenni fu tolto dall’imbarazzo e da un possibile incidente diplomatico. Un pilastro della fondazione della Repubblica Italiana ( di cui si parla troppo poco) e della Costituzione ( di cui oggi invece tanto si parla) visto dalla nipote nei suoi aspetti politici ed umani. Un’altra erede, la giornalista Lorenza Foschini, discendente dei Caccioppoli-Foschini ( Renato Caccioppoli fu grande matematico napoletano .Ricordate il film di Mario Martone del ’92 “ Morte di un matematico napoletano”?)

partita da una ricerca sul professore, ha finito col concentrarsi e raccontare la storia di una principessa russa, Zoe Obolenskaija, che soggiornò a Villa Arbusto , dove ebbe una forte relazione ideale ed anarchica con Michail Bakunin. Ancora un filo rosso, attraverso le generazioni, ancora Villa Arbusto come scenario e ancora Ischia al centro dell’attenzione ( senza dimenticare la pineta Foschini che, per la mia generazione, fu campo di svago e gioco al pallone)

Ads

Ma c’è un’altra vicenda di cui non si è parlato e che ha avuto importanti risvolti. Una storia che riguarda un personaggio che, ferma restando il giudizio storico negativo, ha comunque improntato un’epoca italiana, ha dapprima affascinato folle di persone per poi precipitare nella follia della guerra esterna e, peggio, di quella civile. Parliamo di Benito Mussolini. Non c’è solo la nipote di Nenni, che ha raccolto le memorie del nonno, statista socialista, ( con la collaborazione di Paolo Franchi), c’è anche un’altra nipote che ha cercato di ricostruire , attraverso la vita controversa di Benito Mussolini, il dramma umano e familiare della moglie Rachele, della quale parte importante e significativa di vita si svolse al confino in quel di Forio, nel palazzo Covatta. Parliamo di Edda Negri Mussolini, figlia di Anna Maria, primogenita di Mussolini, che ha scritto, in collaborazione con Emma Moriconi, per Minerva editore, “ Donna Rachele mia nonna, la moglie di Benito Mussolini”. Si sa, quando a scrivere le memorie di persone sono i figli, nipoti, discendenti, c’è sempre il rischio di far prevalere la mozione degli affetti sulla verità dei fatti. E’ capitato, in piccola parte, anche a Lorenza Foschini che, esagerando, ha ritenuto che la principessa Obolenskaija abbia ispirato nientemeno che Anna Karenina di Tolstoi ( e il prof. Giancarlo Marelli ne ha recentemente dimostrato l’inattendibilità), lo dimostra Edda Negri Mussolini, quando edulcora alcune gravi responsabilità nelle scelte politiche e nelle alleanze dell’Italia di Mussolini. Tuttavia c’è un capitolo che proprio Ischia, crocevia delle vicende umane di tre grandi personaggi come Nenni, Mussolini e  Bakunin, può contribuire a illuminare e riscattare. Ci sono due aspetti, nella vicenda Mussolini ( nella fase finale) che non fanno particolarmente onore all’Italia della Resistenza: Piazzale Loreto e la mancata restituzione – per troppi anni – della salma di Mussolini alla propria moglie e alla propria famiglia. Destino vuole che proprio lunedi scorso 17 ottobre sia morto, a 94 anni, quel Giacomo Bruni ( nome di battaglia “Arturo”) che trasportò i cadaveri di Benito Mussolini  e Claretta Petacci ( nota amante) dal comasco a Milano, in piazzale Loreto, dove furono esposti e dileggiati dal popolo, con sputi sui morti. Non una bella parentesi della nostra storia democratica! E questa è vicenda nota. Ma ce n’è un’altra meno nota. Scrive Edda Negri Mussolini: “ Una mattina di fine aprile del 1946, aprendo il giornale, la nonna lesse che la salma di Mussolini era stata trafugata nella notte del 23 dal cimitero di Musocco….( portata dal Governo in Questura per un ulteriore esame autoptico n.d.r.)…la nonna si attivò subito e così scrisse due telegrammi, uno a Nenni e uno al questore Agnesina, per poter riottenere i resti del nonno, per dargli una degna sepoltura accanto al suo amato Bruno e ai suoi genitori”. Anche la figlia di Benito, Edda, aveva scritto a Nenni con la stessa richiesta.( Ricordiamoci che Nenni e Mussolini per ben due volte erano stati in galera insieme, una volta da compagni e una da avversari). Nenni mandò un commissario a Ischia, da Rachele Mussolini, per dirle che “ragioni di Stato impedivano di esaudire il suo desiderio”! E così la nipote di Rachele si chiede, nel suo libro:  “ Ragione di Stato? Qual è la ragione di Stato per cui una moglie, un figlio non possano piangere sulla tomba di un proprio congiunto?”. Ce lo chiediamo anche noi, che socialisti siamo, proprio come Nenni. Era stato giusto quell’atteggiamento di Nenni, uomo di Governo? O, fu più giusto, nel 1978, l’atteggiamento che i socialisti ebbero, assieme ai radicali e pochi libertari, nel rapimento Moro, quando sostennero che la vita di un uomo ( tanto più delle qualità etico-politiche di Aldo Moro) venisse innanzi tutto e che, entro certi limiti, si poteva esperire il tentativo di scambio con un prigioniero politico, magari in condizioni di salute precarie? Questo paese ha ancora bisogno di fare i conti con la propria storia, ha ancora bisogno di una grande riconciliazione delle parti in campo, questo paese ha bisogno di chiudere tutte le guerre civili ed intestine, ha bisogno di tolleranza e rispetto per i diritti umani e civili. Lo vediamo in questi giorni , in cui – in nome della Costituzione – spacchiamo l’Italia in due, senza il minimo sforzo di comprendere le ragioni dell’altro e senza  mai deporre le armi della demagogia e della strumentalizzazione.

Ads

 

 

Articoli Correlati

0 0 voti
Article Rating
Sottoscrivi
Notificami
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
Visualizza tutti i commenti
Pulsante per tornare all'inizio
0
Mi piacerebbe avere i vostri pensieri, per favore commentatex