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Napoli e pass Champions League: è ancora un obiettivo reale?

Dopo una gioia enorme come quella del terzo Scudetto festeggiato al termine della stagione 2022-2023 in pochi avrebbero potuto immaginare che il campionato seguente sarebbe stato così complicato per il Napoli

Per molti addetti ai lavori, era obiettivamente molto difficile che il club partenopeo potesse ripetersi dopo un torneo dominato in lungo in largo e in cui tutto ha funzionato per il verso giusto, ma non ci si aspettava di certo che la squadra azzurra sarebbe andata incontro a difficoltà tali da metterne persino in dubbio la partecipazione alle coppe europee della prossima stagione. Non a caso i consigli ed i pronostici offerti da pagine come https://www.sitiscommesse.com/pronostici/, non danno il Napoli né tra i favoriti per ottenere la qualificazione alla Champions della prossima stagione, né per avanzare ai quarti della Champions in corso.

Napoli: viaggio dentro la crisi dei partenopei 

Le difficoltà possono essere spiegate in primo luogo con la perdita di importanti pezzi che componevano il bellissimo e vincente mosaico del Napoli. Il riferimento è in primo luogo a Luciano Spalletti, allenatore che è stato l’artefice del capolavoro Scudetto al suo secondo anno alla guida dei partenopei. Verso la fine della stagione scorsa si era già capito che difficilmente avrebbe proseguito la sua avventura alle pendici del Vesuvio, ma in estate lo strappo è diventato ufficiale e dopo qualche settimana Spalletti ha accettato la panchina della nazionale italiana diventandone commissario tecnico. 

Prima ancora dell’addio dell’allenatore di Certaldo, il Napoli aveva dovuto fare i conti con un’altra partenza dolorosa ossia quella del direttore sportivo Cristiano Giuntoli, che ha deciso di salutare la famiglia De Laurentiis dopo otto stagioni partendo alla volta della Juventus. Quello che potrebbe sembrare un addio che incide limitatamente, in realtà è stato un duro colpo, poiché Giuntoli nel corso delle passate stagioni ha dato ampia dimostrazione di essere in grado di scovare calciatori ancora sconosciuti ai più, che sono poi diventati profili appetiti dalle principali squadre europee. 

Uno di questi era Kim Min-Jae, difensore sudcoreano che è stato un pilastro del Napoli della scorsa stagione ma che ha lasciato la Campania alla volta di Monaco di Baviera dopo che il Bayern Monaco ha pagato la sua clausola rescissoria.

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Napoli, quanti cambi in panchina: da Garcia a Mazzarri fino a Calzona 

A volerla dire tutta, l’intero dopo Spalletti è stato gestito in maniera rivedibile. Dalla scelta del successore, ricaduta sul francese Rudi Garcia, a quella del direttore sportivo Mauro Meluso (è già insolito che un tecnico venga scelto prima del ds). Il tecnico francese, già visto all’opera in Italia con la Roma, era reduce da un esonero in Saudi League dove aveva guidato l’Al-Nassr, ed è apparso da subito una scelta rischiosa, e anche il dirigente pur essendo un uomo di calcio ha maturato la sua esperienza prevalentemente in squadre “provinciali”. Il feeling con la piazza, ma soprattutto con i calciatori non è mai sbocciato e Garcia è stato esonerato dopo dodici partite. 

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Al suo posto ADL ha optato per un cavallo di ritorno come Walter Mazzarri, che aveva già allenato il Napoli dal 2009 al 2013, ma anche con l’allenatore toscano la stagione non ha preso una piega differente e dopo il pareggio col Verona alla 25ª giornata è stato a sua volta esonerato. Per concludere questa tribolata stagione e provare a raggiungere un piazzamento valido per la Champions, De Laurentiis ha puntato su un outsider: la scelta è ricaduta su Francesco Calzona, attuale commissario tecnico della Slovacchia. Per il 55enne originario di Vibo Valentia, che nella sua carriera da allenatore ha svolto principalmente il ruolo di vice di Maurizio Sarri, si tratta di un ritorno a Napoli dove ha già lavorato dal 2015 al 2018 insieme all’attuale allenatore della Lazio. Grazie a una deroga della federcalcio slovacca Calzona potrà guidare i partenopei fino al termine del campionato di Serie A. Non male come debutto da primo allenatore di una squadra di club, anche se il compito che gli spetta, cioè quello di risollevare i partenopei, è molto difficile.

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