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Successo per il primo convegno sulla Marina Mercantile

di Marco Gaudini

 

PROCIDA – L’isola di Procida riparte dal mare, era questo un po’ lo slogan che faceva da connubio ai vari interventi del primo Convegno Nazionale della Marina Mercantile sul tema: “Il futuro della marineria italiana” che si è tenuto ieri  nell’ex chiesa di S. Giacomo a Procida.
Quale è il presente e soprattutto quale sarà il futuro della marineria italiana? E’ con questi interrogativi che si è aperta la manifestazione. Il Comandante Giorgio Blandina, presidente del Cosmar (Comitato per la salvaguardia della dignità dei marittimi) che con il Comune di Procida ha organizzato il convegno ha offerto la prima considerazione: “Il destino dei marittimi è nelle mani dei marittimi. Il mare è una grande opportunità per l’Italia,ma è necessario porre fine ad un ventennio di disinteresse, confusione epoca competenza da parte delle maggiori sigle sindacali che hanno lasciato soli i lavoratori nella loro precarietà ormai storica. Le istituzioni devono rivolgersi alle competenze del settore per sfruttare al massimo le opportunità della marineria e spingere all’occupazione da parte dell’armamento del personale italiano”. Gli ha fatto poi eco Stefania Visco, in rappresentanza della Onorato Spa: “Gli armatori grazie al Registro internazionale godono di privilegi unici rispetto agli altri settori industriali. Questi privilegi derivano dalla volontà di sostenere l’occupazione dei marittimi italiani, ma in realtà ora hanno portato all’occupazione di personale extra comunitario e alla disoccupazione dei nostri marittimi. Noi come Onorato S.p.A. impieghiamo esclusivamente marittimi italiani e per questo rivendichiamo che venga rispettato lo spirito originario della legge”.

Al convegno è emerso un canale di dialogo continuo, non sporadico e sterile come possono diventare le parole non seguite da fatti concreti. Ma come le istituzioni possono tradurre in pratica questo sentire dei marittimi?

“Le risposte a queste domande sono molto complesse e richiedono approfondimenti con la collaborazione tra MIT e i consulenti tecnicamente preparati” – ha affermato Annamaria Carloni, della IX  Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni della Camera – intervenuta al Convengo. L’Onorevole ha sottolineato che stanno lavorando allo sviluppo del progetto della portualità. Si è inoltre evidenziato che l’importanza della formazione delle nuove generazioni di marittimi attraverso i percorsi formativi degli Istituti Tecnici Superiori ITS garantisce lo sbocco lavorativo grazie al numero chiuso e allo stretto rapporto ed agli accordi con le Compagnie di navigazione.

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“Il numero chiuso va bene per garantire l’occupazione dei ragazzi, però non va dimenticato che l’art. 34 della nostra Costituzione tutela il diritto allo studio” ha detto Raffaele Santamaria, direttore dell’Università agli studi Parthenope dipartimento Scienze e Tecnologie – “In Italia si taglia sulla ricerca e sulla formazione con la conseguenza che a livello Europeo i nostri laureati sono percentualmente all’ultimo posto, il 17% rispetto al 43% dell’Inghilterra. E’ questo un divario che va colmato. L’istruzione è alla base del nostro futuro ma, i nostri governi continuano a sottovalutarne l’importanza”.

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I temi trattati in questo I° convegno sono stati numerosi e così gli spunti di approfondimento lanciati. Le conclusioni sono state affidate ad Antonio Carannante, Assessore al lavoro marittimo del Comune di Procida, che ha dichiarato: “vogliamo fare di Procida  non solo l’isola che ha ospitato un convegno, ma la casa di tutti i marittimi. Con la collaborazione di Cosmar fin da ora si comincia a preparare il convegno del prossimo anno con la volontà di tenere aperti tutti i canali di dialogo che oggi si sono incontrati”. Alla manifestazione erano presenti anche  alcuni sindacati Cgil, Cisl e Or.S.A. marittimi, della Federazione del Mare (che riunisce gran parte delle organizzazioni del settore italiane in rappresentanza unitaria del mondo marittimo), del Comitato nazionale per la salvaguardia della dignità dei marittimi. Era inoltre presente anche Nicola Lamonica, presidente dell’Autmare, che a margine del convegno ha dichiarato: “ritengo che l’evento, molto partecipato anche con presenze significative del mondo dei marittimi al di fuori dell’isola, non abbia prestato la giusta attenzione sul ‘che fare’ sulle questioni legate al lavoro ed alla salute del marittimo imbarcato. In merito al lavoro è mancata una riflessione sulle tabelle di armamento/ sicurezza che anno dopo anno si riducono nella loro consistenza con una continua sottovalutazione del rischio; in merito alla salute avrebbe dovuto parlare di bonifica da amianto e di svecchiamento del naviglio, di rapporto tra tempo di lavoro e di riposo con una puntatina alla sicurezza individuare e quella collettiva. Mi auguro che la meritoria azione promossa dai marittimi dell’Or.S.A.,che è giusta ribellione contro la negazione dei diritti, sia d’esempio per superare pressappochismi sindacali che nulla affermano di nuovo, se non la sopravvivenza di strutture filo padronali” – ha concluso Lamonica.

 

 

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