CRONACAPRIMO PIANO

La nave rientra a Napoli, il racconto: «Ma quale vip, io vittima di un errore dei marinai»

Ecco la verità sul caso dei passeggeri che lunedì sera sono saliti sul traghetto sbagliato costringendo il comandante del Fauno ad un clamoroso rientro a Calata di Massa per farli scendere

L’episodio in se, non fosse altro che per la sua singolarità, è decisamente meritevole di essere raccontato. Vero, cose del genere, non capitano tutti i giorni. Ma sul caso della nave traghetto Fauno che – partita lunedì sera alle 19.25 da Napoli e diretta a Capri – ha improvvisamente fatto marcia indietro per ritornare a Calata di Massa, tra il comprensibile disappunto di turisti e soprattutto residenti dell’isola azzurra, è il caso di fare qualche precisazione.

La notizia, finita su diversi media e agenzie, parlava di due ischitani o meglio ancora di qualche vip cui era stato concesso il privilegio di fare dietro front per evitare l’approdo in un porto diverso da quello che avrebbero dovuto raggiungere. Nella tarda mattinata di ieri, si è svelato l’arcano, e così possiamo raccontare con dovizia di particolari e soprattutto senza la presenza di “astrusità” e invenzioni giornalistiche la storia in questione. Perché il cronista ha ricevuto la telefonata di un trentenne foriano, uno dei protagonisti di questa storia davvero da “terno al lotto”, che detto per inciso si trovava in compagnia della fidanzata. Un lavoratore, personaggio abbastanza conosciuto all’ombra del Torrione ed anche sull’isola ma, non ce ne voglia, non certo un “pezzo grosso” per la quale si riporta una nave nel porto di Napoli.

A Il Golfo la testimonianza esclusiva del protagonista della singolare vicenda, un 30enne foriano che si trovava in compagnia della sua fidanzata:
«Io non mi sono accorto di aver sbagliato traghetto, ma perché all’imbarco nessuno ha letto che il mio biglietto parlava di Ischia?». E poi aggiunge: «Il comandante non voleva saperne, ai passeggeri arrabbiati ho spiegato le mie ragioni» 

E’ lui stesso che, dopo aver criticato il modo decisamente allegro e fuorviante con il quale è stata raccontata la notizia, a spiegarci quello che è successo, chiedendoci in ogni caso di nascondere la sua identità visto il clamore suscitato dall’episodio. “Ero di ritorno da Roma e quando sono a giunto a Napoli mi sono recato presso la biglietteria di Calata di Massa ed ho acquistato il regolare biglietto per la corsa che partiva per Ischia. All’imbarco, però, c’era anche un traghetto in partenza per Capri ed io erroneamente sono salito su quello”. Il nostro interlocutore, però, tende subito a sgomberare il campo da possibili equivoci: “Io sono stato distratto, non c’è dubbio – spiega – ma il mio biglietto era per Ischia e quando l’addetto lo ha staccato poteva anche notarlo ed invece non mi ha detto nulla. Insomma, immagino che un’occhiata a un titolo di viaggio quantomeno vada data”. Il traghetto molla gli ormeggi e il giovane foriano ancora non si è reso conto di niente quando, a farlo rendere conto di quello che sta per succedere, ci pensa un dipendente della compagnia di navigazione. Lo conosce, sa che è ischitano e gli chiede con fare curioso: “Ma cosa stai andando a fare a Capri?”. A quel punto il colorito del nostro diventa bianco come quello di una mozzarella di bufala, e ci vuole ben poco a capire che la frittata è bella e fatta.

La disperazione assale ovviamente l’uomo e la sua partner, che chiedono al marinaio di poter intercedere presso il comandante per poter far rientrare la nave nel porto. La risposta che arriva dal ponte di comando è assolutamente negativa, nel frattempo la vittima della disavventura chiama anche il suo avvocato e cerca di informarsi su come muovere gli opportuni passi: è chiaro che, una volta raggiunta Capri, avrebbe potuto far ritorno a Napoli ma non a Ischia. Insomma, un pernottamento e il parcheggio della macchina avrebbe dovuto sobbarcarselo, sia pure a questo punto a spese della Caremar. E a riguardo continua il suo racconto: “Ho spiegato al comandante che avevo sì commesso un errore, ma che anche i suoi uomini avevano il compito di controllare il biglietto ed accertarsi che non fosse conforme a potermi imbarcare su quel traghetto. Alla fine si è convinto a rientrare a Napoli”. Tutto finito? Macché, a quel punto quando ai passeggeri è stato comunicato quello che stava per accadere, è scoppiata una sorta di sollevazione popolare. Con i nostri due concittadini che sono stati oggetto di offese ed improperi: ed è stato proprio qui che qualcuno ha pensato che si trattasse di due “vip” o di qualche raccomandato di turno. Il foriano, in ogni caso, tiene a sottolineare. “Non è vero che sono rimasto chiuso all’interno della vettura seguendo il consiglio dei marinai e temendo un linciaggio, anzi: io sono sceso e ho provato a far capire agli altri passeggeri che mentre il disagio per loro sarebbe stato costituito da un ritardo di mezz’ora, per me sarebbe stato decisamente più pesante. E tutto questo per colpe non mie”.

Ads

Alla fine la scena surreale degna del miglior film dei fratelli Cohen si conclude con lo sbarco e la ripartenza della nave verso Capri, che durante il tragitto – pigiando sull’acceleratore – recupererà anche parte del tempo perduto. Ma il caso ha suscitato un vespaio di polemiche che non si sono peraltro ancora pacate. Tra coloro che sono intervenuti, infatti, anche il presidente di Federalberghi Capri, Sergio Gargiulo, evidentemente però ingannato nelle sue esternazioni da una ricostruzione dei fatti non proprio veritiera. Gargiulo e la sua associazione protestano “per l’ennesimo vergognoso episodio accaduto ieri sera in occasione della corsa del traghetto Caremar in partenza da Napoli alle 19.10, salpato in ritardo e fatto rientrare a Napoli quando già era in alto mare perché a bordo c’era qualcuno che era salito, auto al seguito, sul traghetto sbagliato! Secondo le testimonianze dei passeggeri a bordo riportate sia a voce che sui social direttamente dalla nave durante la navigazione, il traghetto è partito dopo aver atteso una misteriosa auto di grossa cilindrata che si  è presentata a Calata di Massa con quasi mezz’ora di ritardo. Questi passeggeri dell’ultima ora ad un certo punto hanno realizzato di essere diretti verso l’isola sbagliata ed hanno chiesto, o preteso, di essere riportati a Napoli per provare a prendere un traghetto per Ischia. E il Comandante e la Compagnia hanno acconsentito nonostante le proteste dei passeggeri”. La nota poi prosegue in maniera ancora più dura: “Siamo all’assurdo, qua ormai si danno i numeri – denuncia il presidente di Federalberghi Isola di Capri, Sergio Gargiulo – non si è mai vista una cosa del genere!  Quanto accaduto è la conferma che per le Compagnie di navigazione i cittadini isolani sono soggetti di serie B. Capresi che solo a sera tornano da lavoro e turisti che rientrano dalle escursioni costretti a ritardare il ritorno a casa o in hotel per porre rimedio all’errore di qualcuno che doveva stare da un’altra parte. Cose da pazzi. Non potevano arrivare a Capri e poi imbarcarsi sulla corsa successiva per tornare a Napoli? Troppo faticoso o forse, troppo tempo perso, meglio farlo perdere ai capresi e ai turisti. Ma questi passeggeri particolari chi erano?”. Purtroppo per Gargiulo, due cittadini comuni. Anche se questo, forse, non farà che accrescere la rabbia sua e dei suoi concittadini.

Ads

Articoli Correlati

0 0 voti
Article Rating
Sottoscrivi
Notificami
guest

1 Comment
Più vecchio
Più recente Più Votato
Inline Feedbacks
Visualizza tutti i commenti
Vincenzo barbiero

Sono anni dopo un analogo episodio capitato a me che consiglio di emettere biglietti di colore diverso per le varie tratte. Così sarebbero facilmente identificabili in qualsiasi condizioni di luce e di FRETTA. In nord Europa è già in uso. Le AUTORITÀ Portuali cui tocca la organizzazione dei servizi forse potrebbero farci una capatina per studiarne la organizzazione

Pulsante per tornare all'inizio
1
0
Mi piacerebbe avere i vostri pensieri, per favore commentatex