Ischia e il Mezzogiorno unità da fragilità e non solo
Alle Antiche Terme Comunali il convegno promosso e organizzato dall’associazione Guido Dorso. Numerosi ed autorevoli i relatori, alla presenza di un pubblico folto e interessato: dal dibattito emergono amare considerazioni (e verità)
Si è svolto nei giorni scorsi a Ischia, alla presenza di un pubblico numeroso e di autorevoli relatori, un convegno dibattito promosso dall’associazione Guido Dorso, presieduta dal prof. Francesco Saverio Coppola (che ha anche moderato i lavori) dal tema “Ischia e Mezzogiorno, fragili e tragici”. Dopo i saluti del sindaco Enzo Ferrandino, tra gli interventi più interessanti e illuminati spicca quello di Franco Borgogna, peraltro apprezzato editorialista del nostro giornale. “Spero che il mezzogiorno diventi la terra di coloro che riescono ad essere fragili – ha sottolineato – La Malfa diceva che il limite del vecchio meridionalismo era consistito nella scarda considerazione della classe dirigente, si pensava solo alla sopravvivenza del personale politico. La verità è che manca una classe davvero all’altezza della situazione anche a livello amministrativo”. Poi ha aggiunto: “La speranza è che elites intraprendenti facciano da battistrada per uno scatto di reni che accorci la forbice tra Nord e Sud. Il Mezzogiorno, peraltro, è minacciato anche dal disegno di legge Calderoli relativo all’autonomia differenziata per le Regioni a statuto ordinario, ecco perché il comitato per la rigenerazione dell’isola verde ha voluto questo momento convegnistico”. Proseguendo la sua esposizione, Borgogna ha poi voluto ricordare che nell’ormai lontano 8 novembre 1991 presso le Antiche Terme Castaldi di Forio “Franco Iacono organizzò un dibattito dal titolo ‘Dai fondi comunitari un’occasione per il Mezzogiorno’. Vi parteciparono ministri ed esponenti politici regionali e nazionali: ricordo che già allora si parlava dell’inadeguatezza degli amministratori meridionali ad intercettare fondi comunitari e, si badi bene, ballava qualcosa come 1.200 miliardi del vecchio conio per salvaguardia ambientale, rigenerazione urbana ed altro. Ma erano tempi in cui i socialisti erano visti come costruttori di sogni mentre gli altri si limitavano alla ‘cucina’ di tutti i giorni”. Poi una frecciata alla modifica dell’articolo che ha reintrodotto il quorum per il referendum sul Comune unico e l’appello a lavorare perché anche Ischia raggiunga la coesione sociale al pari del sud Italia.
Sulla necessità di fare sistema si è espresso anche Osvaldo Cammarota: “Per riuscirci certo non mancano le risorse finanziarie. Facemmo una ricerca nella quale si evidenziò che sull’isola dal 2007 al 2017 ben 181 milioni di euro di finanziamenti non sono stati spesi e questo credo la dica lunga, sulla capacità e l’efficienza di chi opera nel nostro territorio. Io vado controcorrente e sostengo che a Ischia non è vero che manca la classe dirigente, c’è da fare qualche sforzo perché la stessa costituisca una visione unitaria più condivisa. Perché quando è condiviso il pensiero, lo è anche l’adizione”.
Al convegno ha partecipato anche il sindaco di Caivano Enzo Falco che nel suo intervento ha voluto ricordare l’esperienza positiva vissuta nella cittadina partenopea dove un progetto di mobilità sostenibile è stato “partorito” congiuntamente da dieci diversi Comuni che facendo sistema sono riusciti a realizzare un qualcosa che diversamente sarebbe rimasto mera chimera. Achille Flora ha rimarcato come sarebbe importante e auspicabile una maggiore partecipazione dei giovani a questi progetti mentre dal canto suo Benedetto Valentino ha detto tra l’altro: “C’è una architettura istituzionale folle che non consente nessuna azione pratica: in Campania abbiamo 5619 forestali suddivisi in 10/12 società partecipate e gestite da due enti, la Regione e la Città Metropolitana, che a loro volta sono spacchettati tra vari assessorati. Il risultato è che nessuno è al lavoro. Il tema dell’abusivismo edilizio è un utile diversivo alla narrazione che scarica sui cittadini l’incapacità istituzionale. I cittadini hanno presentato domande nel 1985, per 40 anni i comuni non hanno operato. Nel 2016 la Cassazione ha fissato i criteri per la fattibilità dei condoni, intervenendo con le leggi di oggi rispetto a resti di 40 anni. La mia domanda è semplice: chi volete che venga a investire in questo paese, con queste regole?
FOTO FRANCO TRANI