Ischia e il Parco dell’Epomeo: un’isola da proteggere, non solo da visitare
Ischia, intimidita dalle catastrofi naturali, ha bisogno di un Parco dell'Epomeo per proteggere il suo territorio e la biodiversità. Ma la sfida è superare le divisioni politiche. Unire le forze potrebbe trasformare l’isola in un esempio di sostenibilità, tutelando l’ambiente e rilanciando l’economia. Siamo pronti a proteggere Ischia?
Di Luana Pezzuto
Ischia è conosciuta in tutto il mondo per le sue acque termali, le spiagge mozzafiato e il panorama incantevole. Ma dietro la bellezza di questa perla del Mediterraneo si nasconde una sfida che non può più essere ignorata: la protezione del suo territorio, minacciato da disastri naturali sempre più frequenti e devastanti. L’idea di creare il Parco dell’Epomeo è un passo fondamentale per garantire il futuro dell’isola, ma la strada per realizzarlo è tutt’altro che semplice.
Un’isola fragile
Chi visita Ischia si lascia affascinare dalle colline verdi, dal mare cristallino e dal calore del suo popolo e, consentitemelo, anche da chi fa turismo con le sue struttura alberghiere. Ma quella che sembra un’oasi idilliaca nasconde anche fragilità che non possono essere sottovalutate. Frane, alluvioni, incendi. Fenomeni legati al cambiamento climatico stanno diventando più intensi, mettendo a rischio non solo l’ambiente, ma anche la sicurezza di noi tutti. Ischia ha bisogno di più di una semplice retorica sulla sostenibilità. Ha bisogno di azioni concrete.
Il Parco dell’Epomeo: più di un “polmone verde”
L’idea di creare il Parco dell’Epomeo non è solo una proposta per conservare la bellezza naturale dell’isola, ma per trasformarla in una risorsa concreta che possa prevenire disastri naturali e migliorare la vita di tutti. Il Parco abbraccerebbe l’intero monte Epomeo, simbolo indiscusso dell’isola, ma anche tutta la costa e le aree interne più sensibili. Un’area protetta che non solo tuteli la biodiversità, ma che diventi anche un’armatura naturale per l’isola, capace di difenderla da eventi climatici estremi.
Immaginate una rete di sentieri che attraversano boschi secolari, terreni agricoli recuperati e colline rigogliose, dove la vegetazione non è solo un elemento di bellezza, ma un baluardo contro l’erosione del suolo e le frane. Una riserva naturale che protegge gli abitanti e i turisti, ma che contribuisce anche a sostenere l’economia, creando un turismo ecologico che valorizzi il territorio senza danneggiarlo.
Infatti, oltre il 70% dei viaggiatori italiani, europei e americani considera la sostenibilità un fattore decisivo nella scelta della meta turistica. Questo nuovo approccio non riguarda solo l’ambiente, ma include la valorizzazione culturale e il supporto all’economia locale, confermato dalla ricerca CeRTA: il 72% delle scelte è influenzato da criteri sostenibili come trasporti, destinazioni e tradizioni locali.
Le difficoltà politiche: quando l’unità sembra un miraggio
Tuttavia, la realizzazione del Parco dell’Epomeo non è affatto un progetto semplice. Ischia è un’isola divisa in sei comuni, ognuno con la propria visione, i propri interessi e, a volte, divergenze politiche difficili da superare. Mettere d’accordo i sei sindaci, tutti con idee diverse su come gestire l’isola, sembra una missione quasi impossibile. Ma il paradosso è che proprio queste differenze potrebbero essere il fattore che rende l’iniziativa ancora più importante.
Unire gli sforzi per la creazione di un Parco, in grado di attraversare i confini comunali e creare un piano di gestione condiviso, sarebbe una vittoria per tutta l’isola. Non solo in termini ecologici, ma anche in quelli economici e sociali. Il Parco dell’Epomeo potrebbe infatti rappresentare il volano di un’alleanza tra le diverse realtà locali, capace di attrarre fondi europei per la sostenibilità e rafforzare l’immagine di Ischia come modello di ecoturismo e gestione responsabile del territorio.
Progetti concretizzati oltre le nostre coste
Guardando oltre il territorio immediato di Ischia, possiamo trovare ispirazione in altre realtà che hanno saputo trasformare la protezione dell’ambiente in un’opportunità di sviluppo sostenibile.
Basti pensare al Parco Nazionale del Cilento in Campania, nella Riserva Naturale dello Zingaro in Sicilia o al Parco Nazionale del Gargano in Puglia come modelli di successo di gestione integrata, dove amministratori competenti e imprenditori lungimiranti hanno superato sfide complesse, inclusi ostacoli sociali e ambientali.
Il futuro di Ischia passa attraverso scelte coraggiose. L’opportunità è qui: sta a noi coglierla e trasformare Ischia in un faro di sostenibilità per il Mediterraneo.
Il Parco come opportunità per l’Isola
La vera domanda che tutti ci dobbiamo porre è: Vogliamo un’isola che sopravviva solo grazie al turismo tradizionale, che si misura sulle spiagge e sui servizi termali, o vogliamo un’isola capace di innovarsi, che fa della sostenibilità il suo marchio di fabbrica, anche a livello europeo?
Ischia ha l’opportunità di diventare un esempio virtuoso per l’Italia e per l’Europa. Con il supporto delle politiche europee, come la Nature RestorationLaw e gli obiettivi della Strategia per la Biodiversità, l’isola potrebbe realizzare il suo parco naturale, arrivando a proteggere oltre al 70% del suo territorio. Non solo un’area protetta, ma un vero e proprio modello di gestione sostenibile che porti benefici tangibili alla nostra popolazione locale, migliorando la qualità della vita e offrendo nuove opportunità di lavoro.
Il Futuro di Ischia passa dal Parco
Il Parco dell’Epomeo non è solo una proposta ambientalista. È un progetto che guarda al futuro. È un’opportunità di crescita economica e di protezione per tutti: per gli abitanti, per i turisti, per l’intero ecosistema. Ma per realizzarlo, bisogna superare le difficoltà politiche, superare i conflitti, e pensare in grande. Non c’è tempo da perdere, e questo è il momento giusto per fare della protezione del nostro territorio una priorità.
Ischia può diventare un esempio di come si possa coniugare natura, sostenibilità e sviluppo. Il Parco dell’Epomeo è il primo passo verso un’isola più verde, più sicura e più forte. Un’isola che, invece di temere le forze della natura, le affronta con forza e intelligenza.
Se riusciremo a mettere da parte le differenze e lavorare insieme per questo obiettivo, non solo avremo protetto un angolo di paradiso, ma avremo fatto di Ischia un luogo che guarda al futuro con fiducia. Un’isola che si protegge, per proteggere noi stessi.
Se il Parco dell’Epomeo deve nascere ed essere gestito come la nostra area marina protetta allora è meglio che rimanga tutto com’è.
In realtà l’area “Parco dell’Epomeo” dovrebbe comprendere l’intera Isola d’ Ischia e la sua Area Marina Protetta, se non addirittura la sua “sorella” isolana di Procida, com’è stato fatto per il Parco Regionale dei Monti Lattari in Costa d’Amalfi, perché la tutela va estesa anche ai nuclei urbani ed alle loro comunità.
Spesso la gestione di questi nuovi enti e la tutela delle aree territoriali, non funziona come dovrebbe, tuttavia si possono perfezionare nel tempo, ma da subito riescono a stabilire un “principio” di tutela fondamentale, in grado di innescare un processo educativo spontaneo nelle nuove generazioni.
Buongiorno
Un articolo interessante riguardo un’ argomento importante, peccato che all’ interno non vi siano proposte o anche idee che siano realmente nuove per fare in modo che il territorio sia tutelato e recuperato e che siano trainanti per l’ economia ed il lavoro.
La sentieristica ed il recupero di aree boschive è stata già più volte attuata dalle varie amministrazioni, in maniera disomogenea in quanto indipendente l’ uno dall’ altra, in seguito agli interventi principali non vi è stato seguito di cura e manutenzione per cui il deterioramento è inevitabile e veloce, l’ abbandono dei terreni e delle coltivazioni ha fatto il resto.
In attesa dell’ istituzione di un parco, che è cosa lontana da venire, si possono mettere in atto altre azioni, una mia idea che porto dentro da tanti anni è questa: Costituzione di un Consorzio di Tutela Agricolo Territoriale per prodotti BIO prodotti esclusivamente sull’ Isola di Ischia, con uno statuto, un marchio ed un disciplinare al quale fare capo,
questo innescherebbe una catena di eventi positivi per territorio, ambiente, economia.
Innanzitutto si parte dal recupero dei terrazzamenti abbandonati sulle pendici dell’ Epomeo e nelle varie aree, questo comporterebbe il ripristino dei muretti a secco e dei sentieri, in automatico costituirebbe un primo intervento per la salvaguardia e cura del territorio rispetto alle acque piovane, in quanto i coltivatori avrebbero cura dei terreni (come si faceva una volta)
Altro aspetto importante sarebbe la commercializzazione dei prodotti agricoli del consorzio, coltivati in un’ ambiente incontaminato, sarebbero veri e propri prodotti di lusso, avrebbero un mercato importante innanzitutto localmente nelle proposte dei ristoratori isolani, e in seguito nel circuito commerciale, un prodotto di questa levatura (e chi ha la possibilità di mangiare prodotti stagionali locali, a km0, sa di cosa stiamo parlando) avrebbe sicuramente richieste importanti.
Come dicevo è già da diversi anni che ci penso ma non ho mai trovato un’ interlocutore capace di fare propria la cosa, spero che commentare questo articolo possa servire, sarebbe un ottimo punto di partenza per recuperare terreno rispetto a due settori importanti quali sono l’ambiente e l’ economia, soprattutto quella del comparto turistico che negli ultimi anni non riesce a dare un’ offerta significativa e allettante a quanti vorrebbero scegliere Ischia come metà delle proprie vacanze.
Ci sarebbe da dire tante altre cose ma mi fermo qui, non voglio prendere altro spazio.
Saluti.
Concordo pienamente…