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La scuola visita il Centro di Prima Accoglienza “Giovanni Paolo II”

di Isabella Puca

 

Forio – «Al centro di accoglienza ho capito che le cose non si devono sprecare e che la solidarietà è importante come l’essere amici. Appena sono entrata nel centro, ho visto persone che sembravano un po’ timide; dopo un po’, però, ci siamo sentiti tutti parenti e io ho giocato e pranzato con tutti loro». A scriverlo è Sabrina, 9 anni, alunna della quarta B della scuola primaria dell’Istituto Comprensivo “Vincenzo Mennella” di Lacco Ameno che, insieme a tutta la sua classe, accompagnata da maestre, genitori e nonni, ha fatto visita al centro di prima accoglienza “Giovanni Paolo II” di Forio. Domenica 3 gennaio, infatti, gli alunni, accompagnati dalle insegnanti hanno raggiunto il Centro di via Purgatorio per un pranzo insieme a Don Gioacchino Castaldi e agli ospiti della Caritas. «Ci siamo prima  radunati nella sala parrocchiale della Chiesa del Purgatorio – ci racconta una delle insegnanti, la maestra Filomena Colella – e i bambini hanno creato delle collane con un ciondolo a campanellino per poi indossarle. Alla fine del pranzo l’hanno regalata agli ospiti della Caritas. Quella collana ha assunto un valore simbolico, era qualcosa che apparteneva a loro e che hanno donato a un altro». Non è la prima volta che la quarta B si cala nella beneficenza, tante le iniziative svolte prima d’ora in collaborazione con l’Unicef che l’ha vista spesso in prima linea. «Li abbiamo preparati – ci ha detto ancora la loro insegnante – gli abbiamo fatto capire che le persone in difficoltà sono anche intorno a noi e non solo nei paesi lontani come l’Africa.  Siamo partiti dalle abitudini che, spesso, diventano vizi portando le famiglie alla rovina, facendo capire loro che anche nel gioco ci vuole moderazione. Prima di oggi, pensavano al povero come a una persona fuori dal normale, abbiamo fatto capire loro che non è così». Verso le ore 12:00 la gioia dei bambini ha invaso la sala insieme a canti di Natale con le musiche intonate da loro con i flauti. Prima del pranzo, poi, si sono trovati tutti coinvolti un gioco con il quale i bambini si sono trovati seduti a tavola accanto a una famiglia nuova; è stato Don Gioacchino Castaldi a benedire la tavola in un clima di sentita familiarità. «Quando sono andato al centro di prima accoglienza della Caritas di Forio – ha scritto uno degli alunni, Nello, all’indomani di questa esperienza – ho conosciuto persone meno fortunate di me. Appena sono entrato, ho provato un po’ di tristezza, ma quando mi sono seduto a tavola e ho avuto l’occasione di conoscere meglio i vari ospiti, ho stretto anche amicizia con alcuni di essi. Sono certo che i miei compagni ed io abbiamo regalato loro momenti  gioiosi. Gli ospiti erano stupiti e, nello stesso tempo, contenti della splendida giornata che stavano vivendo. Quel giorno mi sono sentito davvero utile perché, forse, ho fatto rivivere l’infanzia agli ospiti speciali del centro». Questa esperienza si integra pienamente con il  percorso di educazione alla “cittadinanza attiva” promosso dalla Scuola, un progetto finalizzato ad accompagnare i ragazzi all’incontro con l’altro e con i suoi bisogni affinché maturino una crescita personale che li porti a vivere la solidarietà come uno stile di vita. «Quest’esperienza – ha concluso la maestra Colella – è stata di valido aiuto sia per le scolaresche che per gli ospiti del centro che, in alcuni momenti, si sono fatti travolgere dalla ricca e frizzante gioia dei nostri generosi bambini». Tra i bambini c’era Vincenzo che ha scritto di essersi sentito parte di una grande famiglia, Simona che non vede l’ora di ripetere quest’esperienza e Federica che ammette che, anche se all’inizio ha provato un po’ di paura, dopo aver conosciuto alcuni tra gli ospiti l’allegria e la gioia hanno prevalso su tutto. Sara, che come gli altri non ha più di 10 anni, ha visto nei loro occhi un velo di tristezza nonostante avessero il sorriso sulle labbra e poi Maja che da questa esperienza ha tratto un’importante lezione: se aiuti qualcuno, rendi allegro lui e felice te stesso. Non potevamo che concludere con le parole dei bambini, in particolare con quelle di Christian che ha scritto,  «appena sono entrato nel centro Caritas di Forio ho notato persone un po’ tristi, ma quando io e i miei compagni abbiamo suonato e cantato, ho notato che nel loro sguardo c’era una nuova luce, come se stessero per iniziare una nuova vita»

 

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