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Ischia e quei bambini immigrati senza infanzia

Di Sara Mattera

 

Vendono per strada, sulle loro bancarelle improvvisate, qualche cianfrusaglia; D’Estate alcuni girano per le spiaggie sotto il sole concente nella speranza di vendere qualche occhiale preso chissà dove e chissà come; altri, invece, più fortunati,  sono riusciti ad aprirsi un’attività propria o a trovare qualche lavoretto in albergo o come collaboratori domestici. Stiamo parlando dei tanti immigrati, presenti sulla nostra isola che, in un modo o nell’altro, cercano di vivere in modo dignitoso. Tra di loro, però, c’è anche chi sembra vivere ai confini della società, segregato da dinamiche culturali e sociali e ignorato, spesso e volentieri, perfino da chi, in teoria, dovrebbe essere in prima linea nell’aiutare il prossimo. Proprio come la giovane donna, di nazionalità rumena, che tutti i giorni fa l’elemosina per le strade della nostra isola e che ieri è stata protagonista di un episodio che ha attirato l’attenzione dei passanti.  La suddetta la si può vedere, infatti, spesso bazzicare fuori il supermercato di San Ciro, chiedendo qualche spicciolo che di tanto in tanto riesce a rimediare grazie a qualche passante di buon cuore.  Qualche volta riesce perfino a ricevere una scatola di biscotti o qualcosa da mangiare. E così trascorrono le sue giornate: da un supermercato all’altro, da una Comune all’altro in cerca di qualche moneta.  La ragazza in questione, viene dalla Romania, vive a Panza- come lei stessa ci ha raccontato- con i suoi connazionali, in un appartemento dove paga circa 300 euro di affitto.  Un prezzo davvero stracciato, in un’isola come la nostra dove i costi degli affitti sono cari, ma, a quanto pare, dalle parti del territorio panzese, c’è una persona che affitta le case a basso prezzo, soprattutto ad immigrati come lei.  Non ha un lavoro, anche se ha provato a cercarlo. Non possedendo il permesso di soggiorno, infatti, non ha trovato impiego né in un albergo né in qualche casa come domestica. Quando le chiediamo se ha provato ad andare in qualche parrocchia a chiedere aiuto o un minimo di sostegno, ci dice che si è vista chiudere le porte in faccia.  Un’affermazione questa, alla quale molti potrebbero storcere il naso e rimanere perplessi dal momento che ad Ischia, c’è sia un appartamento, adibito nello scorso Agosto dalla Diocesi isolana per gli immigrati, sia un punto di accoglienza  a Forio,  nel Centro Giovanni Paolo II.  Entrambi ospitano gli immigrati che  vengono mandati qui dalla Prefettura di Napoli.  Ad ogni modo,  la  rumena del supermercato di san Ciro,  è accompagnata dai suoi due figli, un bambino di circa 1 anno e uno di 7, che tutti i giorni sono a zonzo per l’isola, chiedendo l’elemosina e cercando di attirare l’attenzione di qualche passante.  Bambini che dovrebbero andare a scuola e che non dovrebbero trascorrere, certamente, intere giornate in strada. E, questa situazione non è certo nuova all’isola, ma si protrea ormai da tempo, in una sorta di indifferenza generale. Ogni tanto, però, qualcuno che si preoccupa dell’incolumità di questi minori c’è. Proprio come è accaduto ieri mattina, quando la straniera, è stata strigliata pesantemente da una signora, un’assistente sociale,  di passaggio per il supermercato,  le ha intimato di andare via, o quanto meno di lasciare i suoi bambini a casa. Una strigliata, la minaccia di andare al commissariato di polizia a denunciare la situazione, e nulla più.  L’assistente infatti, -come poi ci ha riferito- ha avuto più volte a che fare con la rumena per dirle di non abituare i suoi bambini all’elemosina.  La giovane però, è rimasta indifferente alle parole dell’assistente sociale, commentando “ Tanto non verrà nessuno della polizia.” Tutto, infatti, si è concluso in una bolla di sapone con la  ragazza che ha continuato a stare a zonzo con i suoi bambini.  Una storia quella della rumena di Panza, non tanto diversa, da quella che ci hanno raccontato, qualche mese fa, altre due donne, sempre provenienti dalla Romania, Maria e Simona, venute qui ad Ischia la scorsa estate, perché attirate dal gran parlare che si faceva nella loro patria della nostra isola, considerata come “un centro turistico di eccellenza e come un buon posto per cercare fortuna”.  E anche loro, ci hanno raccontato, all’epoca,  che vivevano a Panza, che venivano mal considerate spesso e volentieri dai cittadini isolani e che, recatesi in alcune parrocchie  dell’ isola, non avevano ricevuto alcun supporto, né un minimo aiuto.  Testimonianze avute a distanza di tempo le una dalle altre, ma tutte molto simili. Simili perché  le donne oltre ad essere tutte senza permesso di soggiorno e ignorate perfino da quelle istituzioni che dovrebbere quanto meno fare un minimo per sostenerle, hanno anche tutte il comune denominatore di avere minori a carico che  passano le loro giornate per strada , privati della loro infanzia. E dire che in Italia, esiste perfino una legge che stabilisce che  ad un minore straniero che entra nel nostro territorio anche se in modo illegale,  sono riconosciuti tutti i diritti garantiti dalla Convenzione di New York sui diritti del fanciullo, stipulata nel lontano 1989 e che afferma, tra i suoi principi, che in tutte le decisioni relative al minore, deve essere considerato prioritario il superiore interesse del bambino.  E questo significa, ovviamente che, la legge italiana dovrebbe in linea di massima garantiere, in un modo o nell altro  delle forme di tutela per l’ attuazione dei dirtti dei minori stranieri, i quali anche se privi di permesso di soggiorno hanno  anche diritto ad essere iscritti alla scuola,  non solo dell’obbligo, ma anche di forma di grado e di ordine.  Scuola a cui purtroppo questi bambini non vanno, vuoi perché i genitori sono poco interessati a mandarceli, vuoi perché nessuno si preoccupa di strapparli a questa dura realtà.Questa situazione incresciosa, dunque, pone una serie di quesiti: perché alcuni immagrati, presenti sul nostro territorio isolano, sembrano essere trattati in modo differente da altri? perché nessuno, neppure gli organi competenti, comprese le associazioni di volontariato che fanno un gran parlare dei bambini non  intervengono in questa situazione per tutelarli? Tutti quesiti questi, che per ora restano senza una  valida risposta.  E nel frattempo, nella più totale indifferenza della comunità isolana, questi bambini, trascorrono la loro vita sui marciapedi senza sapere cosa significhi l’infanzia.

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