Ischia, ecco il progetto per “intercettare” i fondi europei
Di Francesco Ferrandino
ISCHIA. Il progetto Urban Innovative Actions (UIA), promosso dalla Commissione europea per “testare nuove soluzioni che affrontino i problemi relativi allo sviluppo urbano sostenibile e che siano rilevanti a livello europeo”, è giunto a un primo importante snodo. Il 31 marzo scorso è infatti scaduto il termine per partecipare al primo bando UIA. Come alcuni lettori ricorderanno, i sei comuni dell’isola hanno sottoscritto un Protocollo d’intesa per la partecipazione congiunta all’iniziativa, che vede il Comune di Ischia come capofila locale, rappresentata dell’assessore Carmen Criscuolo che ha fortemente voluto tale partecipazione: «Ci siamo riuniti intorno al tavolo istituzionale – afferma l’assessore – per arrivare in tempi rapidi all’obiettivo. Ringrazio gli esponenti di tutte le amministrazioni isolane per la grande collaborazione che ci ha permesso di presentare un progetto adeguato e completo di obiettivi e tempistiche». Gli altri enti territoriali hanno infatti dato ampia adesione al progetto, lavorando attivamente per arrivare pronti all’appuntamento. Il consigliere del Comune di Forio Dott.ssa Maria Orlacchio, il consigliere del Comune di Casamicciola Terme ing. Stani Senese, il consigliere del Comune di Lacco Ameno avv. Leonardo Mennella, il consigliere del Comune di Serrara Fontana con delega al Turismo Dott.ssa Irene Iacono e l’assessore del Comune di Barano d’Ischia arch. Alessandro Vacca, hanno fatto sì che l’isola d’Ischia arrivasse alla scadenza del termine con un progetto adeguato. L’architetto Silvano Arcamone, nominato responsabile unico del procedimento su mandato di tutti i Comuni, spiega alcuni degli aspetti salienti, dalla genesi agli obiettivi del bando europeo: «L’iniziativa ha origine dalla priorità, stabilita dall’UE nell’ultimo programma finanziario 2014-2020, riguardante interventi legati all’innovazione. In particolare, UIA è un filone di finanziamento che verrà attivato ogni anno, sino al 2020. Annualmente saranno proposte quattro tematiche da sviluppare, rispetto alle quali possono aderire le amministrazioni locali con una popolazione di almeno 50mila abitanti». Ecco quindi l’intesa tra i sei comuni dell’isola: «Sì, esiste la possibilità di associazione tra più amministrazioni per raggiungere il prescritto numero di abitanti. La finalità principale del progetto è di puntare ad affrontare i problemi in maniera del tutto innovativa e inedita. Non bisogna unicamente pensare di risolvere una problematica di quella determinata realtà locale, bensì di creare un “modello” che possa poi essere replicato e applicato a diverse altre realtà. Non si potrà più ricorrere a criteri già noti per risolvere un problema». Quindi una sorta di laboratorio, per sviluppare il cosiddetto “lateral thinking”, il pensiero laterale: «Proprio così. È necessario elaborare un’idea del tutto nuova, che abbia tre caratteristiche di uguale importanza: oltre alla novità, anche la misurabilità, perché l’idea deve poter essere adeguatamente valutata in concreto, verificandone l’efficacia, e poi la replicabilità, per poterla applicare in contesti e problemi similari». Sono quattro i temi per il 2016: «Sì, la Commissione Europea per questo primo anno ha proposto temi di forte attualità: la povertà urbana, l’emigrazione e integrazione, la transizione energetica verso energie rinnovabili e infine quello dello sviluppo dell’economia locale con particolare attenzione all’occupazione e alle competenze». L’isola ha già stabilito una priorità fra tali punti: «Abbiamo deciso di puntare tutto sull’innovazione delle competenze, lo sviluppo dell’economia e quindi dell’occupazione. Sono concetti molto attuali sull’isola d’Ischia, che costituisce una realtà sociale e territoriale in rapida trasformazione nell’ambito di questa crisi che coinvolge ambiti ben più ampi, e non c’è la percezione di essere in grado di governare questi mutamenti. C’è necessità di superare modelli di sviluppo ormai ampiamente superati, basti pensare, per quanto riguarda il turismo, al parametro che ancora oggi tendiamo a considerare preminente: quello basato sulla quantità dei visitatori, mentre oggi la moderna industria turistica basa la propria efficienza su tutt’altri parametri, che mettono al centro l’effettiva creazione di ricchezza collegata alla qualità. Oggi invece, se di fronte a un aumento delle presenze otteniamo una diminuzione degli introiti, significa che stiamo soltanto impoverendo il territorio, invece di favorirne lo sviluppo». Le tappe dell’iniziativa sono state rapide: dopo la riunione tenutasi il 17 febbraio presso il municipio di Ischia dove le amministrazioni comunali isolane hanno manifestato l’intenzione di aderire al bando UIA, è stato poi approvato il Protocollo d’Intesa tra i sei comuni. Il 14 marzo il comune d’Ischia con determina dirigenziale ha approvato l’avviso pubblico per la “ricerca di partner di progetto” per partecipare al bando europeo. L’appello di collaborazione è stato raccolto da un eterogeneo e qualificato pool di enti, quali il Dipartimento di Architettura dell’Università Federico II, una serie di società attive nel campo informatico, specialmente nell’elaborazione dati (uno dei punti nodali del progetto), quattro istituti scolastici isolani: il Mattei, il Telese, il Mennella e la scuola media di Ischia, più una serie di imprenditori e associazioni locali. «Uno dei pilastri del progetto – continua l’architetto Arcamone – è la competenza, di qui il coinvolgimento delle scuole in maniera trasversale, dalle elementari al master post-laurea, con parallele attività di laboratorio e workshop dirette a recuperare le tradizioni artigianali e agricole isolane, e quindi alla valorizzazione del territorio con la possibilità di richiamare un turismo diverso da quello massificato finora attirato. Tutte le informazioni utili verranno raccolte e gestite tramite “big data” (l’elaborazione di grandi masse di dati) e una presenza capillare sul territorio, comprendente anche wi-fi e telecamere dirette a registrare presenze e afflussi turistici». Un progetto in qualche modo complementare con quello di “Ischia Smart city”: «Certamente, si tratta di due progetti diretti a influire in modo diretto sul territorio». Le imprese esistenti saranno protagoniste in quanto, come già annunciato nell’avviso pubblico, ci si prefigge di potenziare le filiere locali per mettere l’economia dell’isola nelle condizioni di saper cogliere opportunità anche al di là dell’orizzonte isolano, aiutando le piccole e medie imprese ad aprirsi a mercati di più ampio respiro, proprio grazie a soluzioni innovative. «Dobbiamo inoltre aiutare a sviluppare una cultura imprenditoriale più evoluta: vanno assolutamente incoraggiate le nuove imprese promuovendo un ambiente adatto, che faccia da “incubatore” per iniziative inedite», conclude l’architetto Arcamone. Quali saranno i prossimi passi? Risponde l’assessore Carmen Criscuolo: «Adesso dobbiamo aspettare: i finanziamenti verranno assegnati a ottobre, speriamo che il nostro progetto figuri tra quelli prescelti. In tal caso, la Commissione Europea ha previsto un triennio iniziale dove cercheremo di porre solide basi, per poi permettere al progetto di continuare e di consolidarsi».