CULTURA & SOCIETA'

LE STORIE DI SANDRA Enricuccio “il King e vascia a marin”

DI SANDRA MALATESTA

E tutti noi non possiamo non omaggiare un ragazzo della nostra spiaggia di San Pietro che è diventato prima calciatore ad alti livelli e poi allenatore. Sto parlando di Enrico Buonocore, primo figlio dei miei cari amici Rosetta e Guglielmo. Enrico è nato il 23 luglio del 1971 e quando andai a trovare Rosetta a casa restai colpita dal colore degli occhi e da un viso splendido di quel piccolo neonato. Enrico è nato attaccante puro e ha tirato i primi calci sulla nostra spiaggia avendo come idolo suo padre e proprio durante una partita tra ragazzi fu notato da alcuni osservatori del Napoli che furono colpiti dalla sua somiglianza di gioco e di palleggio con Maradona (famoso il palleggio con un’arancia) e lo presero nelle giovanili del Napoli, dove giocò molte partite e fu anche convocato in prima squadra ma non esordì in serie A con la maglia azzurra. In quegli anni anche Maradona giocava nel Napoli e Enrico nato attaccante, diventò trequartista cioè quello che sta nella terra di mezzo cercando di finalizzare un’azione che sta nascendo. Enrico era sveglio, attento, pronto, e anche altruista nei suoi lanci. Quel suo modo di concludere un’azione era molto originale e personale. Enrico a volte sembrava che volasse e faceva pensare a un acrobata. Andò poi in Sardegna nel Torres in C1, ma il salto di qualità avvenne quando, giocando con il Messina, segnò un gol ai palermitani e ci fu un boato nello stadio che si senti a tanti metri di distanza. Passò poi a varie squadre e approdò al Ravenna Club che giocava in C1. In tre campionati il Ravenna riuscì a passare in serie B e sono rimasti famosi i tiri e i gol di Enrico sempre spettacolari.

La sua carriera sembra un altalena ma ovunque ha giocato si è fatto amare dai tifosi e da tutti. Anche nel Cosenza allenato da Zaccheroni, fu l’idolo dei cosentini. Tornò poi a Ravenna sempre in serie B e segnò molti gol e fu notato dal Venezia dove giocò una stagione facendo anche l’esordio in serie A. Ora voglio parlare di Enrico dal punto di vista umano perché lui non si è mai montato la testa. Un ragazzo bellissimo e semplice, legato ai suoi genitori, a suo fratello, a sua sorella e a tutta la famiglia, cercava sempre di essere presente nei momenti di vita importanti. Enrico ha capito fin da bambino che il calore umano che si ha in famiglia non è uguale agli applausi e al tifo anche se questi fanno bene e caricano. Guglielmo ne andava fiero ma non perché era un buon giocatore, no ne andava fiero perché è un bravo ragazzo come Massimo e Fabiana. Enrico quando veniva in estate giocava anche a fare qualche tiro sulla spiaggia sotto gli occhi incantati dei ragazzini. Lui è stato anche allenatore della squadra femminile del Riviera di Romagna e anche lì ha riportato successi. Eppure Enrico non è mai riuscito a staccarsi del tutto da Ischia dove ha anche giocato nel campionato 2016. Posso dire che a quasi 51 anni sembra un ragazzino e nessuno direbbe che è padre di due figlie grandi Viviana e Laura che vivono a Ravenna ed è nonno di due nipoti Chris e Manuel figli di Viviana, ma che è anche padre di una bimba di sette anni Sofia che vive a Ischia. Posso affermare che se Enrico si ferma a fare un bilancio di quello che ha fatto vivendo, non può che essere un bilancio positivo.

A me fa tenerezza quel suo essere sempre così legato al posto che lo ha visto bambino, mi fa tenerezza quando abbraccia orgoglioso la sua mamma Rosetta ormai senza Guglielmo da quasi un anno. Si lui la stringe a se quasi come quando era bambino e sembra che voglia dirle: “Mamma io sono qui in un attimo, anche se sto da un’altra parte, basta che chiami e arrivo volando come quando volavo sotto rete”. Enrico, mi ha fatto tanto commuovere scrivere di te perché ho tanti ricordi che mi legano a Rosetta e a Guglielmo e a voi tre piccoli vivaci e sempre sorridenti a cui è bastato sempre la casa, il focolare, i momenti insieme. Ti voglio bene bellissimo Enrico dagli occhi come due brillanti e ti auguro di restare come sei così spontaneo, appassionato, semplice e forte, insomma così come tutti noi nati in quei vicoli, gente che fa tutto con amore sapendo che la vita è un dono e va rispettata. Ringrazio Irene Patalano figlia di Fabiana per le foto e le notizie che mi ha dato.

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