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Ischia Grande Attrattore culturale, parte la petizione popolare

Gianluca Castagna | Ischia – Amplia l’offerta e potenzia la capacità d’attrazione del territorio, favorisce lo sviluppo socio economico e vince di fatto ogni capriccio meteorologico allungando la stagione. E’ il turismo culturale, la cui sfida è ormai decisiva anche per destinazioni come Ischia e le isole del Golfo che sembrano aver puntato molto, forse troppo e in via esclusiva, sul segmento balneare.
Il turismo culturale è terreno di competizione dove la concorrenza, esercitata sia nel Mediterraneo che fuori dall’Europa, diventa sempre più agguerrita e vincente. Una pratica, oltre che un’idea, affatto nuova. Perché il turismo culturale è nato nel nostro paese, con la tradizione dei Grand Tour di cui tanti illustri narratori ci hanno lasciato memorabili tracce. L’isola d’Ischia, col suo patrimonio archeologico, storico e artistico può e deve ripartire dalla cultura. Non la cultura che diventa muffa o sacralità, prestando il fianco ai suoi nemici giurati e/o alle invettive di maniera. Ma la cultura che si fa energia, produzione, lavoro. Che interagisce, più o meno spontaneamente, con le industrie creative e ne alimenta i mercati, contribuendo alla loro evoluzione. Una cultura che diventa opportunità propulsiva per interventi mirati al rafforzamento e alla qualificazione delle infrastrutture e dei servizi per la migliore fruizione possibile di questo ricchissimo patrimonio.
Ecco perché l’isola d’Ischia può e deve essere inserita tra i Grandi Attrattori culturali e naturali del Mezzogiorno.

DSCN3051E’ quanto chiedono i membri del nascente Comitato Ischia Grande Attrattore culturale, presentato ufficialmente alla stampa ieri mattina al Bar Calise di Ischia. Un gruppo di cittadini che, attraverso una petizione popolare, hanno lanciato un appello per aiutare un patrimonio collettivo fuori dall’ordinario che le istituzioni, e forse la comunità stessa e il suo tessuto imprenditoriale, non riconoscono come tale.
«Il nostro messaggio è inclusivo», precisa il dott. Raffaele Di Costanzo, portavoce del Comitato. «Non andiamo contro nessuno, non abbiamo velleità politiche né ci proponiamo di gestire le risorse finanziare. Semplicemente vogliamo lavorare per rilanciare un comparto in forte sofferenza. La nostra è un’opportunità di incontro e confronto per ragionare, insieme alle istituzioni, di cultura e di tutti gli indotti ad essa collegati. Mentre altrove – prosegue Di Costanzo – occorre faticosamente costruire percorsi e inventare soluzioni nuove per attivare processi di crescita, ad Ischia, invece, deve soltanto essere data la possibilità di poter mettere a sistema la sua ricca offerta per riappropriarsi di un ruolo che la crisi economica degli ultimi otto anni ha pesantemente messo in discussione. Esistono, infatti, evidenze culturali di primaria importanza che hanno urgente bisogno di un sostegno nazionale e regionale per il loro recupero e valorizzazione. Le amministrazioni locali isolane da sole, in un panorama nazionale di tagli alla finanza locale, non possono e non hanno potuto più garantire questa ripresa».

Foto terzaLa verità è che, crisi o non crisi, il turismo non è riuscito a fare sistema negli ultimi 30 anni e oggi raccogliamo i frutti di questa scelta dissennata. “Sistema” vuol dire una destinazione turistica che non si limita a illustrare quello che ha, quindi una ricchezza del patrimonio culturale e una bellezza paesaggistica di grande impatto (su cui – va detto – pure ci siamo accaniti senza ritegno e lo facciamo tuttora, anche se facciamo finta di no), ma una destinazione che offre anche una rete di servizi che fanno funzionare il sistema e rendono fruibile il patrimonio.
Certo, per eccellenze culturali che già danno ottimi risultati (il Castello Aragonese, la Mortella), altre vivacchiano di rendita o agonizzano tra eterne promesse, eterni rinvii, eterni rifiuti. Vogliamo portare i turisti ai Pizzi Bianchi di Barano, all’Eremo di San Nicola sull’Epomeo, agli scavi archeologici di Punta Chiarito e non solo sulla spiaggia dei Maronti? Vogliamo promuovere il nostro patrimonio culturale e farlo conoscere a ogni latitudine come pontificano gli strateghi del marketing? Bene, ma prima di tutto bisogna mantenerlo, curarlo, renderlo fruibile. Per questo ci vogliono le risorse. E le professionalità per valorizzarlo.
La coda lunga della crisi ha spinto (non costretto!) gli enti locali verso un crollo degli investimenti per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali. I tesorieri stringono i cordoni della borsa, gli assessori alla cultura piangono lacrime amare (qualche volta di coccodrillo), tutto è lasciato alla buona volontà dei singoli.
«Non ci sono i soldi? Prendiamoli altrove – dichiara Maria Lauro, presidente Associazione Ischitani nel Mondo – Decidiamo assieme quale futuro abbiamo in mente per la nostra isola e il nostro territorio». L’esclusione di Ischia da programmi prioritari di intervento, quali il PON Cultura 2014-2020, da significativi interventi previsti nel Piano di Azione e Coesione sui beni culturali 2014-2020, dal Patto per la Campania rende evidente un totale disinteresse politico verso quello che è un patrimonio storico-identitario nazionale da salvaguardare e valorizzare. L’Isola Verde non è annoverata tra gli attrattori culturali e non è neppure inserita nel dossier per le candidature al riconoscimento di sito UNESCO che la regione Campania intende avviare. Pur avendo le risorse e consolidando, in lenta ma positiva ripresa, i numeri. Che non sono inferiori nemmeno a Pompei, che grande attrattore culturale lo è da tempo.
DSCN3052«Non si tratta di mero campanilismo o di insignificanti esigenze locali – si legge nel documento redatto dal Comitato – ma storicamente Ischia è una rotta obbligata del turismo mondiale dei grandi numeri per le sue bellezze, il suo fascino e le sue potenzialità. Nel raggio di pochi Km2 v’è la compresenza di risorse culturali (musei, monumenti, archivi storici, aree archeologiche, beni architettonici e rurali) e naturali (aree protette e siti di interesse naturalistico), di rilevanza internazionale che ne fanno un unico e coerente attrattore caratterizzato dalla contiguità territoriale con Napoli e la nazione intera, dalla omogeneità culturale ed interrelazione funzionale. Se è giustissimo che l’area flegrea continentale sia stata riconosciuta come attrattore culturale, e quindi destinataria di ingenti finanziamenti per restauri, scavi e infrastrutturazione di servizi e attività economiche innovative, è scandaloso che proprio Ischia ne sia tenuta fuori, che venga investita di una “scientifica operazione di dimenticanza e abbandono” da parte delle istituzioni pubbliche. I sottoscritti ritengono che per uno sviluppo ordinato di tutto il territorio sia necessario un piano di interventi convergenti sull’intera area che non penalizzi nessuno. Allo stesso modo ritengono che il dossier di candidatura per il riconoscimento di sito UNESCO debba riguardare l’intero territorio flegreo, comprendendo e non escludendo le isole».Foto secondaria (in buona rilevanza)Dimenticanza o colpevole abbandono? Le risorse, non ingenti, ordinariamente ottenute dalla Regione Campania, sono concentrate su pochi eventi estivi. Pur apprezzabili hanno il limite di non incidere sulle infrastrutture, quindi servizi e attività che consentano al territorio di eccellere. Neppure sono sufficienti le risorse dei recenti interventi regionali che finanziano solo Itinerari: anche in questo caso si tratta di attività temporanee che non consentono investimenti significativi nel comparto dei beni culturali. A Ischia, tanto per fare un esempio, non è stato possibile presentare alcuna proposta progettuale riferita al bando “Cultura Crea” emanato dal Mibact poichè sul suo territorio non vi sarebbero – secondo il Ministero – grandi attrattori.
Ecco il perché di una petizione popolare che non coinvolga solo i cittadini dell’isola d’Ischia, ma tutti coloro che quest’isola l’hanno amata e l’amano ancora. Ischia deve ottenere, anche ufficialmente il riconoscimento di Grande Attrattore Culturale. E di conseguenza inserire tra i beni destinatari di congrue risorse a valere sui Fondi PON cultura 2014/20, POR Campania 2014/20 e sui Fondi di Sviluppo e Coesione, Villa Arbusto, Baia di San Montano e a Punta Chiarito, gli  scavi archeologici di Aenaria;
 Villa “La Colombaia” di Luchino Visconti;
 Torre di Guevara a Cartaromana; Palazzo reale borbonico (al fine di inserirlo nel percorso turistico-culturale delle residenze borboniche); Pio Monte della Misericordia e Osservatorio geofisico nel Comune di Casamicciola e tante altre realtà di pregio sul territorio. Ancora: invitare il Presidente della Giunta Regionale ad istituire un capitolo sul bilancio regionale dedicato all’Ischia Summer Festival, in modo da programmare sull’isola spettacoli con artisti di fama nazionale ed internazionale.

«Immediatamente dopo questa conferenza stampa – ha dichiarato l’avvocato Gino Di Meglio -trasmetteremo ai Comuni una bozza che avevamo elaborato perché possano adottarla e trasformarla in delibera, in modo da istituzionalizzare questa petizione. Sabato prossimo, sempre qui al bar Calise, terremo un incontro pubblico con la comunità, le associazioni, gli imprenditori e tutti i segmenti della società civile che vogliono rispondere al nostro appello. Per un rilancio turistico dell’isola in un’ottica nuova come quella del turismo culturale che altrove ha preso piede e da noi stenta ad affermarsi in maniera diffusa e convinta».
DSCN3053«Lo stesso documento – aggiunge la consigliera regionale, l’avvocato Maria Grazia Di Scala – sarà convertito in mozione che presenterò al presidente della giunta Regionale in occasione del prossimo consiglio previsto a fine novembre. Lo farò anche in virtù di quanto affermato dall’assessore al Turismo Corrado Matera in occasione della sua visita a Ischia qualche mese fa, quando ha sottolineato l’attenzione che deve essere dedicata all’intera zona flegrea, nelle quali vanno comprese anche le isole di Ischia e di Procida». Il documento, già sottoscritto da amici famosi di Ischia (tra gli altri lo scrittore Erri De Luca, il musicista Danilo Rea, il direttore del centro studi Gobetti di Torino Pietro Polito) verrà inviato al Ministero del Beni Culturali, al Presidente del Consiglio, al Presidente della Giunta Regionale. La petizione si può sottoscrivere on line attraverso email (ischiagac@gmail.com), sulla pagina Facebook e in altri modi che saranno definiti in seguito. L’adesione si augura sia massiccia. Solo quando una comunità riconosce che la cultura, quindi la sua identità, favorisce in primo luogo la coesione sociale, la costruzione dell’uguaglianza, il pieno sviluppo della persona umana (lo dice la Costituzione, non il Comitato) diventa poi anche più attraente per chi viene da fuori. Le due cose vanno insieme. E in quest’ordine.

 

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