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Ischia, il futuro è a Oriente: Giosi va in Cina…

Dopo le grandi capitali, adesso i cinesi vogliono scoprire l’Italia dei piccoli centri. E l’isola di Visconti ha le carte in regola per stracciare la concorrenza

Dimenticate la Russia. Perché il futuro è ancora più ad est. Almeno, sembra esserlo per Ischia. Seppur con qualche anno di – colpevole – ritardo, si è deciso di puntare con decisione sulla Cina. E la presenza del sindaco di Ischia, Giosi Ferrandino, all’International Mayor’s Forum on Tourism (Imtf) è il primo passo nella definizione delle nuove strategie legate al più vasto mercato mondiale.

La nuova Mecca ha un nome: la provincia dell’Henan, dove, a partire dal 2008, la Cina National Tourism, cioè il ministero del Turismo cinese, in collaborazione con la Pacific Asia Travel Association organizza, con cadenza biennale, quello che viene definito come uno dei più importanti forum mondiali sul turismo.

Sembra una fiera del turismo come tante, ma le apparenze possono ingannare. Ad Henan, infatti, vengono invitate solo le élite del turismo mondiale. Già, invitate. Perché, caso unico a livello mondiale, è direttamente il Governo cinese a stabilire, ogni due anni, quali sono le realtà da ospitare all’Imtf. Ed il fatto che Ischia rientri nel novero delle 28 località turistiche prescelte per rappresentare l’Italia, è il miglior indizio di quali possibilità potrebbero aprirsi per l’economia isolana qualora si decidesse di puntare con decisione sul mercato turistico cinese.

Al di là dell’entusiasmo e dell’interesse verso l’isola manifestati al sindaco di Ischia dal governatore della Provincia di Henan, l’aspetto di maggiori interesse per Ischia – che intanto lavora anche per sugellare un gemellaggio con Shanghai – sembra essere la volontà cinese di intraprendere rapporti di investimenti e scambi culturali con i territori invitati all’Imtf.

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In Cina, infatti, dopo aver “scoperto” la bellezza delle grandi città italiane come Roma, Venezia o Firenze, i tour operator sono proiettati sulla scoperta di piccoli centri in grado di raccontare l’Italia in maniera differente dai principali centri di interesse storico-culturale. Un mercato potenziale di 500 milioni di persone dove andare a pescare e con il quale garantire, almeno per i prossimi dieci anni, il futuro dell’economia turistica ischitana.

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Una opportunità enorme offerta su un piatto d’argento che deve soltanto essere colta. Soprattutto perché il filo conduttore di questa edizione dell’Imtf è il connubio tra location cinematografiche e turismo. Ischia già solo con Visconti, che anche in Cina viene considerato uno dei più grandi maestri del cinema mondiale, parte con un vantaggio che appare incolmabile dalle altre concorrenti. Ma c’è tanto da raccontare nel rapporto tra l’isola ed il cinema, senza dimenticare il richiamo ed il fascino che può esercitare, sul tema specifico, l’Ischia Film Festival.

Il viaggio in Cina del sindaco Ferrandino, però, dovrebbe essere solo il primo passo di un progetto a più ampio raggio con il coinvolgimento di tutte le categorie. Non basta, infatti, qualche turista cinese a far sedimentare Ischia nel mercato turistico asiatico. Bisogna predisporre il territorio, l’accoglienza, l’ospitalità. Si deve trasformare Ischia in un sogno capace di far innamorare chi decide di trascorrervi qualche giorno. Perché, in fin dei conti, la migliore pubblicità è nel passaparola. E solo centrando l’obiettivo Giosi Ferrandino potrà considerarsi, con le dovute proporzioni, il nostro Marco Polo.

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