CULTURA & SOCIETA'

Casa, chiesa e…tavola: questo il natale anomalo degli ischitani oggi e domani il fascino della festa con capitoni e paste reali

L’ULTIMO NATALE ISCHITANO DEL VERSCOVO LAGNESE TRASFERITO A CASERTA - DECINE DI INIZIATIVE NATALIZE DA OGGI FINO AL 6 GENNAIO DELL’ANNO NUOVO 2021 TUTTE ANNULLATE A FORIO D’ISCHIA CHE PRESENTA IL SUO NATALE 2020 E’ SFIDA AL CORONAVIRUS - - A CASAMICCIOLA, LACCO AMENO, BARANO E SERRARA FONTANA TUTTO RIDIMENSIONATO PER L’EMERGENZA SANITARIA IN ATTO - / Oggi 24 dicembre giorno della Vigilia di Natale inizieremo il ciclo delle feste natalizie. Natale è anche profumo, soprattutto di dolci che si fanno in famiglia e nelle pasticcerie dell’isola. La gamma è vasta e si caratterizza con l’imbarazzo della scelta. Si parte dal Roccocò e si prosegue con i mostaccioli, le paste reali, le cassatine, la cassata, gli struffoli, il tronchetto di Natale, i susamielli, i torroncini natalizi, i raffaiuoli, il casatiello al rum ed il famoso panettone. Fra questi il Roccocconserva il ruolo di leader fra i dolci di Natale e si impone su di essi per il suo gusto e la speciale forma. Il roccocò è un dolce napoletano prodotto con mandorle, essenze di mandarino, farina, zucchero e spezie varie. Ancora poche ore di attesa per il pranzo serale della Vigilia che sarà per lo più a base di pesce con l’immancabile capitone della tradizione.- L’ unico mercsto del pesce all’aperto di quests matimno presto in Piazza San Gaetano a Forio

Mai come quest’anno 2020 cattivo ed anomalo sotto quasi tutti gli aspetti, il vecchio adagio, Natale con i tuoi e…Pasqua con chj vuoi, sarà preso alla lettera dagli ischiitani che trascorreranno le feste natalizie a partire dalla giornata di oggi Vigilia di Natale fra le quattro mura di casa sia pur in numero di familiari contenuto per evitare dannosi assembramenti da possibile trasmissione di contagio. Anche i potenziali turisti che di solito in questo periodo si riversano sull’isola trovandola piena di luci ed in festa, dovranno pensarla allo stesso modo rimanendo nella proprio città di origine a casa propria e festeggiare i questo Natale come meglio si crede.

Ci mancheranno le spettacolari luminari e stradali, i bar ed i negozi aperti, le sfilate dei babbo natale per strade deò par in bicicletta e a cavallo, i concerri di musica nelle chiese. Ci mancherà il prestigioso e storico Bar Calise di Piazza degli Eroi che saremo costretti a vederlo chiuso non solo per il covid. Ci mancherà la bellezza del Giardino incantato nelle Pineta Mirtina. Nenzi Bozzi ed in via Edgardo Cortese per la gioia di bambini ed adulti. Ci mancheranno i mercatini natalizi, la pista di pattinaggio su ghiaccio in Piazzetta San Girolamo, i canti natalizi degli alunni della scuola elemetare Marconi in piazza degli Eroi ed in Piazzeta San Girolamo, Ci mancherà la Messa di mezzanotte di questa sera per chi crede di ristorare anche il proprio spirito che saraanticipata a prima sera fra le ore 17,00 e 18,00. Insomma, tanta roba, come dicono al nord, per un Natale monco e da dimenticare. Nonostante tutto, vale la pena evidenziare il Natale ischitani con le sue tradizioni e convinzioni. In pratica Natale in Chiesa, in strada e a tavola , per santificare lo spirito e la carne non mancherà del tutto.

Il concetto, se vogliamo, vale da sempre, dai tempi di magra a quelli opulenti di oggi, nonostante la crisi apparente di cui ciascuno giustamente si lamenta.Saluteremo la venuta al mondo di Gesù Bambino, a prima sera quando già avremo consumato la nostra prima cena speciale della Vigilia tanto preparata ed attesa per la bontà del menu che per lo più è tutto a base di pesce col piatto di apertura dei classici vermicelli con le vongole. Cosi oggi 24 dicembre giorno della Vigilia di Natale inizieremo , sia pur in sordina, il ciclo delle feste natalizie. L’isola in parte è in festa con addobbi stradali appena accennati, sena eventi speciali eventi che ne rimarchino la sua internazionalità sul piano dell’immagine e della promozione turistica. Ma Natale è anche profumo, soprattutto di dolci che si fanno in famiglia e nelle funzionanti dell’isola. La gamma come sempre è vasta e si caratterizza con l’imbarazzo della scelta. Si parte dal Roccocò e si prosegue con i mostaccioli, le paste reali, le cassatine.

La cassata, gli struffoli, il tronchetto di Natale i susamielli, i torroncini natalizi, i raffaiuoli, il casatiello al rum ed il famoso panettone. Fra questi il Roccoco conserva il ruolo di leader fra i dolci di Natale per la gioia anche dei…dentisti, e si impone su di essi per il suo gusto e la speciale forma. Il roccocò è un dolce napoletano prodotto con mandorle, farina, zucchero e spezie varie ed in particolare con le essenze del,mandarino . Esso è cotto al forno ed ha una forma tondeggiante simile a quella di una ciambella schiacciata della grandezza media di 10 cm. È un biscotto particolarmente duro quindi può essere ammorbidito bagnandolo nel vermouth, nello spumante, nel vino bianco o nel marsala. La sua preparazione più antica risale al 1320 a opera delle monache del Real Convento della Maddalena. Il nome roccocò deriva dal termine francese rocaille per via della forma barocca e tondeggiante simile a una conchiglia arrotondata. Il roccocò è il dolce che accompagna le famiglie ischitane per tutto il periodo delle feste natalizie, fino all’Epifania. Viene spesso venduto insieme a raffaiuoli, mustaccioli e susamielli, altri dolci tipici della tradizione gastronomica natalizia ischitana. Anche se la maggior parte delle persone crede che i roccocò siano solo duri, ci sono anche di morbidi e di varie dimensioni.

Gli struffoli sono anch’essi dolci tipici della tradizione Napoletana importati sull’isola dalle vecchie generazioni, e rappresentano sicuramente una delle ricette più caratteristiche del periodo Natalizio ischitano. Essi sono piccole palline di pasta dolce, fritte e poi immerse nel miele e decorate con confettini colorati e frutta candita. Per quanto riguarda le origini degli struffoli, dobbiamo tornare indietro fino all’età degli antichi Greci che pare li abbiano esportati nel Golfo di Napoli al tempo di Partenope. Ed è proprio dal greco che secondo molti deriverebbe anche il nome “struffoli”: più precisamente dalla parola “strongoulos”, ovvero “dalla forma arrotondata”. Altre teorie sostengono che la parola struffolo, deriverebbe da “strofinare”, il gesto che compie chi lavora la pasta, per arrotolarla a cilindro prima di tagliarla in tocchetti. Le nostre mamme e nonni li chiamavano anche “Strangolaprieut”.Altri ancora, pensano che lo struffolo si chiami così perché “strofina” il palato, ovvero lo solletica con il suo dolce sapore. Le Paste Reali sono altri dolci che trovano la loro origine nei conventi della vicina Napoli, dai delicati colori pastello che vanno dal rosa, al verde al giallino, preparati con mucchietti di paste di mandorle sistemati su di un ostia tagliata che serve da base e dalle forme più svariate, come stelline a più punte, mezze lune, tondini, tronchetti e forme di vari tipi di frutta. Diciamo che sono i dolci della Vigilia di Natale per eccellenza, le suore li preparavano rispettando la dieta di magro, perchè erano preparati con farina zucchero, spezie e mandorle finemente tritate e non era utilizzato alcun grasso animale, essendo il loro condimento ottenuto esclusivamente dall’olio premuto dalle stesse mandorle. L’origine del nome pasta reale pare risalga all’epoca di Re Ferdinando IV..

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Foto Giovan Giuseppe Lubrano

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antoniolubrano1941@gmail.com
info@ischiamondoblog.com

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