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Ischia, incapace di usare gli strumenti legislativi utili alla gestione intercomunale dei servizi

Quello che sto per sostenere è riferito alla particolare refrattarietà dell’isola d’Ischia   all’applicazione di strumenti legislativi che consentirebbero la gestione comune di servizi essenziali. Anche se va riconosciuto che il localismo, la ritrosia al federalismo, è caratteristica diffusa in Italia, non solo a Ischia. Tanto da indurre il filosofo Massimo Cacciari a scrivere che “ L’Italia è il Paese senza” ovvero incapace di federare le diversità locali che, assemblate, potrebbero costituire un fattore di ricchezza e di progresso, mentre – lasciate a se stesse – restano individualismi insignificanti e improduttivi. Cacciari, a tal proposito, richiama Giacomo Leopardi e il concetto di “ società a sé” ovvero quella di chi ritiene i propri interessi l’ombelico del mondo, non bisognevole di fare gruppo. Insomma, nell’epoca delle connessioni, siamo alla disconnessione più estrema. A proposito di Comuni singoli, disconnessi” e “ Comuni aggregati, connessi”, voglio segnalare una stranezza elettorale. Sapete certamente che, accanto alle liste di partito più note, sono state presentati nuovi simboli e partiti. Tra questi vi è anche “ Italia Madre”, che propone Irene Pivetti come Presidente del Consiglio. Il simbolo è un cerchio azzurro nel quale campeggia il volto dell’Italia Turrita ( quella che una volta appariva sui francobolli). Ebbene, tale partito si propone di “ confederare i piccoli Comuni dediti a musica, moda, enogastronomia, orti, design e filosofia  Insomma, uno sforzo di fantasia e creatività; peccato che tale confederazione sarebbe del tutto sganciata dalla contiguità territoriale. Vi immaginate molti dei consiglieri comunali e amministratori ischitani alle prese con filosofia,moda e design? Roba da ridere, o da piangere. Ma torniamo a Ischia.. Vorrei ricordare gli inviti inutili ad affrontare il problema angoscioso del traffico, degli incidenti stradali, del soffocamento da gas di scarico, partendo da due misure semplici quanto indispensabili: l’unificazione dei Corpi di Polizia Urbana e l’unificazione dei Regolamenti  isolani che disciplinano taxi e microtaxi. Vorrei ricordare l’occasione persa per un PUC intercomunale che non avrebbe lasciato al solo Comune di Serrara Fontana l’opera monca di pianificazione. E che dire della mancata unificazione dei servizi di raccolta e smaltimento dei rifiuti che avrebbe potuto significare notevoli risparmi di scala? Che dire dell’Area Marina Protetta? “ Protetta “ da nessuno dei Comuni consorziati e tacitamente fatta scivolare verso un commissariamento più lungo del previsto, anche  se affidato a persona competente e disponibile .E mi lascia perplesso che, di tanto in tanto, si rispolveri il problema dell’unificazione della programmazione e pubblicizzazione del turismo, come se in passato non avessimo già assistito a clamorosi affossamenti di coraggiose iniziative. Mi riferisco, ad esempio, al Distretto Turistico, fortemente voluto, ideato, creato da Benedetto Valentino, al quale una classe imprenditoriale cieca ha negato la governance e, soprattutto, un minino vitale di fondi con i quali avviare e far vivere il Distretto. Ma vorrei aggiungere a queste manovre “ scissioniste” già note, due ulteriori forme di “ unionismo” mancato: il SIAT consorziato, ovvero un ‘ unico Servizio Informazione Accoglienza Turistica, istituto locale previsto dalla Legge Quadro sul Turismo della Regione Campania, che fu approvata il 29/7/2014 dall’Amministrazione Caldoro, con  33 voti del centrodestra, 2 contrari ( PSE) e 7 astenuti ( PD). E’ vero che la Legge Quadro del 2014 non è ancora decollata, stenta ed è probabilmente frenata dalla diversa Giunta Regionale, rispetto a quella che l’approvò, ma è vero anche che nulla impedirebbe ai Comuni isolani di mettere in cantiere il SIAD consorziato, per migliorare la comunicazione, la promozione turistica, predisporre la Carta dei Servizi Turistici e la Carta dei diritti del  turista. Coloro che si opposero alla Legge ( PSE e PD) sostennero che, in corso d’opera, era stato cancellato l’art.20 proposto in commissione, che prevedeva un Responsabile Territoriale ed eccepirono, inoltre ( Antonio Marciano, vicecapogruppo PD) che non era previsto, nella legge, l’analisi dei flussi turistici e i settori su cui puntare, Credo, con obiettività, che la nomina di Responsabili Territoriali, avrebbe compromesso la snellezza e l’efficacia di una governance centralizzata. Mentre, mi pare, che il Siat locale sia utile strumento di supporto alla governance centrale. C’è infine un altro istituto capace di aggregare ed unire i singoli governi comunali: il CUC ( Centro Unico di Committenza). Chiunque segua ed osservi i bandi di gara emessi, si accorgerà che – giorno per giorno – aumenta il numero di CUC in Italia. In altre parole, prendiamo i Comuni isolani: hanno ( legge 89/ 2014 e Legge 114/2014) l’obbligo di esperire le gare o consorziandosi, non avendo ancora costituito una Unione o di Servizi o ricorrendo alla Centrale CONSIP. Può apparire comodo delegare alla Consip, ma è assurdo rinunciare ad avere un ruolo attivo per il solo fatto di non gradire aggregazioni consortili. E’ per questo che sono molto scettico sull’ultima iniziativa, per un rilancio turistico unitario, ad opera di imprenditori sicuramente lodevoli, ma – mi permetto di dire – ancora una volta “ volontari in avanscoperta” che difficilmente saranno seguiti dalla truppa imprenditoriale. Per non dire degli amministratori o almeno di quelli che non vedono di buon occhio qualsiasi iniziativa autonoma delle categorie, che prescinda dalla sponda politica. ,Comunque, a questo manipolo di imprenditori va il nostro plauso ed incoraggiamento. Se non altro danno una dimostrazione di autonomia ed indipendenza.

Franco Borgogna

 

 

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