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Ischia, le pratiche Naspi “dirottate” a Matera

ISCHIA. Non è passato molto tempo dall’ultima volta che, sulle colonne di questo giornale, ci siamo occupati di una serie di disservizi da parte dell’agenzia Inps ubicata sull’isola ad Ischia Ponte. Ci ritorneremo più avanti, per i lettori che hanno la memoria corta o per coloro che evidentemente si fossero persi la puntata precedente, ma nel frattempo giova inserire qualche altro tassello in una situazione che davvero ormai rasenta (a meno che non li abbia addirittura superati) i limiti del surreale. Ad Ischia, come è noto, vengono annualmente presentate poco più di novemila domande legate all’indennità di disoccupazione, la cosiddetta Naspi. Ebbene, da informazioni attendibilissime in nostro possesso abbiamo appreso che quasi la metà di queste vengono dirottate altrove. Avete capito bene, ad evadere circa quattromila pratiche non è l’ufficio di Ischia e né quello vicino (non considerando il mare, ovviamente) di Pozzuoli, che da tempo lamenta una atavica carenza di personale. Le documentazioni in oggetto, udite udite, finiscono in terra lucana e precisamente a Matera, conosciuta come la città dei sassi ma soprattutto come la capitale della Cultura. Non chiedeteci come sia possibile che dall’isola verde le migliaia di domande siano approdate proprio in Basilicata, ma per quanto la cosa possa apparire inverosimile possiamo assicurarvi che è esattamente così che è andata.
A questo punto bisogna porsi una serie di considerazioni. La prima è abbastanza scontata. Se una delle domande in questione, tanto per fare un esempio, dovesse essere respinta, un cittadino isolano come ne viene a conoscenza? E soprattutto, chi deve contattare per ottenere le informazioni del caso? E poi, senza offesa per nessuno, la seconda ci sembra ancor più eloquente: a cosa serve un’agenzia INPS sul territorio? Proprio di recente, attraverso le colonne del nostro giornale, avevamo raccontato della segnalazione di un cittadino ischitano che si era recato presso un patronato esponendo la sua disavventura e raccontando di essersi recato presso gli uffici dell’Inps per chiedere lumi sullo stato di avanzamento della sua pratica di indennità di disoccupazione, ma la risposta che gli arrivò fu disarmante. Secondo quanto riferì l’uomo, il dipendente gli avrebbe spiegato che questo tipo di informazioni non sarebbero state più fornite dal personale in servizio presso l’ufficio di Ischia Ponte ma che per entrarne in possesso avrebbe dovuto dotarsi di un pin (codice di accesso) e scaricare un app. Un sistema veloce e confortevole con il quale poter essere sempre aggiornato in tempo reale sia tramite pc che attraverso smartphone o iphone. A questo punto il quesito è d’obbligo. Se questo tipo di info e di servizi per l’utenza sono stati aboliti e non si lavorano nemmeno le pratiche di disoccupazione, qualcuno abbia la compiacenza di spiegarci quale funzione pratica svolge la sede ischitana dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale. Lo diciamo senza alcuna malizia, sia chiaro, ma crediamo sia una curiosità che meriti di essere soddisfatta.
Ma un altro pasticcio che in maniera sempre più frequente si sta verificando sull’isola è quello legato ai cosiddetti “indebiti”, dimenticanze che stanno mettendo in seria difficoltà molti lavoratori. Di fato si tratta di somme di denaro che l’Inps recupera dal lavoratore molto spesso per sue inadempienze. Anche quando in primavera lo stesso ritorna a lavorare, il patronato fa la comunicazione agli uffici competenti di ripresa dell’attività lavorativa del proprio assistito. Siccome oggi però tutti gli atti vengono lavorati in maniera telematica, è chiaro che se qualche solerte impiegato non “scarica” dal sistema le informazioni ricevute, il soggetto continua a percepire l’indennità di disoccupazione. Poi, in ritardo, si scopre l’inghippo ma a questo punto è tardi e così l’anno prossimo un qualsiasi lavoratore deve restituire somme più o meno ingenti allo Stato. Il problema è che queste non vengono poi rateizzate, nonostante l’errore vengono commesse dalla stessa Inps, ma prelevate per intero indebitamente. E’ il caso di un cittadino ischitano, che si è ritrovato con un assegno di appena 51 euro ed ha scoperto che invece la somma ben più corposa di 1.094 euro gli era stata trattenuta. E allora ecco che riaffiora l’inquietante ed amletico dilemma, con il quale chiudiamo pur ribadendo un concetto già espresso. Le pensioni le evade Pozzuoli, le disoccupazioni Matera, informazioni non se ne danno. Andreotti diceva che a pensar male si fa peccato ma spesso si indovina ed allora ipotizzare che dalle parti di Ischia Ponte non se la passino poi così male non può essere considerato un peccato mortale.

Gaetano Ferradino

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