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Ischia, le short list e l’isola laboratorio

dalla Redazione

ISCHIA. De Luca l’ha lanciata lì, quasi come una provocazione. «200mila giovani assunti dalla pubblica amministrazione per rilanciare il Sud». La ricetta dell’ex sindaco di Salerno ha trovato consensi bipartisan (per quanto valga ancora la definizione) con tanto di benedizione del ministro dell’Interno Angelino Alfano. Certo, la notizia resta una non-notizia perché quella di De Luca è una delle (tante, spesso troppe e sempre inutili) ricette per risollevare il Sud che vengono proposte a cadenza periodica. Però ha una chiave di lettura locale, che assicura ancora una volta all’isola la (passatecela) primogenitura su una iniziativa che di lì a breve sarebbe diventata di portata e di interesse nazionale.
La Giunta Ferrandino proprio in questi giorni sta chiudendo il gioco delle short list e porterà al comune di Ischia forze fresche per implementare la macchina amministrativa nei sei mesi che ci separano dalle elezioni. Senza entrare nel merito politico della questione – da qualcuno giudicata come una becera manovra clientelare per aumentare i consensi in vista delle elezioni del prossimo maggio – il dato è che ancora una volta il comune di Ischia ha anticipato la scena nazionale. I professionisti che saranno assunti per questi sei mesi dal Comune di Ischia, oltre all’innegabile privilegio, visti i tempi, di avere assicurato uno stipendio, avranno anche l’opportunità di fare esperienza con la complessa macchina amministrativa e maturare competenze che un domani potranno essere spese sul mercato del lavoro. Non saranno i 200mila porti di De Luca, ma è un giocare in anticipo rispetto ai tempi che appare come un marchio di fabbrica di Giosi Ferrandino.
Ricordate l’accordo con l’Udc che portò nel 2007 il sindaco da Casamicciola a Ischia? All’epoca si gridò allo scandalo, salvo poi dover constatare, di lì a qualche mese, che anche a livello nazionale la sinistra iniziava a considerare il centro come una priorità per vincere le elezioni. E cosa dire dell’accordo del caularone? La convergenza in un unico soggetto politico di centrodestra e centrosinistra fu uno scandalo di portata nazionale quando, nel dicembre 2011, fu presentato nella sala conferenze del Calise. Anche quello di lì a qualche mese sarebbe diventato un fenomeno nazionale sul quale, oggi, nessuno sembra indignarsi più di tanto. Visto che non c’è due senza tre, chissà che anche questa volta il sindaco di Ischia non abbia anticipato, seppur di poco, il futuro.

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