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Ischia e le vie del cielo: da Napoli in elicottero Alitalia e coi bus era un sogno

Altro che Volaviamare. A Ischia si giungeva pure attraverso il cielo da Napoli. Un servizio di linea con elicotteri durato 12 anni che cominciò nel luglio del 1959. Erano gli anni d’oro del boom economico e del turismo d’èlite che cominciava a muovere i primi passi sull’Isolaverde. La società si chiamava Elivie ed era stata fondata da Alitalia con capitale dell’Iri. L’intento era quello di creare un trasporto passeggeri attraverso gli elicotteri sul modello americano. Ischia era set preferito per il grande cinema ed infatti gli attori erano i clienti abituali nel periodo estivo, ma non mancavano esponenti del mondo economico e dell’imprenditoria, oltre a turisti americani. C’erano più collegamenti al giorno e la linea partiva da Napoli Capodichino, faceva tappa alla Stazione Marittima del Beverello e raggiungeva Sorrento, Capri e poi Ischia (Lacco Ameno). I primi velivoli erano Agusta Bell 47J e trasportano quattro passeggeri.

Quattro furono i componenti della flotta: I Euno, I Edue, I Etre, I Eqat con pattini gonfiabili, proprio per sicurezza in quanto attraversavano il mare. Nel 1968 furono integrati con gli AB206 e gli SirorSky S61da 26 posti. Fu l’anno in cui la società arrivò a contare 39mila passeggeri, compresi anche lungo le altre linee italiane. Il prezzo da Napoli costava 3915 lire, 7830 andata e ritorno nello stesso giorno. Il bagaglio era consentito sino a 30Kg, ma era soggetto a particolari regole. L’eccedenza di peso costava 100 lire a chilogrammo. L’anno successivo, un incidente in fase di atterraggio alla Stazione Marittima di Napoli, ma che non provocò vittime, distrusse il velivolo e fu un segnale premonitore. Nel giugno del 1971 l’Alitalia decise di sospendere il servizio e mise in liquidazione la società. Fu un colpo al ritorno d’immagine dell’Isola d’Ischia . Terminò così, bruscamente, il primo e praticamente unico vero servizio elicotteristico per il trasporto di linea dei passeggeri in Italia. A Ischia ci sono sbiaditi ricordi di un’epoca ricca di colori e di fascino senza tempo. Quando i trasporti erano l’eccellenza…

I BUS. È il 13 agosto del 1940 quando la Sepsa sbarca ad Ischia e istituisce il servizio pubblico di linea. Siamo a poche settimane dalla partecipazione dell’Italia alla Grande Guerra. L’Isolaverde è quel polmone di natura che batte forte nell’azzurro mare che abbraccia il Golfo di Napoli. Poche le abitazioni, tanti gli alberi. In quest’oasi del Mediterraneo cominciano a circolare i primi autobus, grosse macchine di ferro rumorose che macinano chilometri sulle poche strade polverose isolane con il carico di passeggeri. Sedili in legno, le ruote coi raggi, il grosso muso che racchiude il vano motore e i due grossi fari tondi a far intimorire.

1940. Arrivano attraverso le foto le prime testimonianze. C’è un incidente sul lungomare di Forio, a due passi dalla Chiesa del Soccorso. E’ questa la prima fotografia che ritrae il bus in un parapetto.

1960. Il salto di qualità arriva negli Anni ’60, nel periodo del massimo splendore. Il Dopoguerra è ormai alle spalle e Ischia comincia a toccare con mano il boom economico. I benefici effetti si distribuiscono in lungo ed in largo. Cinecittà si trasferisce qui. Anche il servizio pubblico ne resta avvolto. Gli autobus sono più grandi, più confortevoli. Le strade cominciano ad aumentare, così come le linee. Il servizio attraversa le strade del centro, come a Forio, a Ischia Ponte, a Lacco Ameno.

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1980. È un continuo crescendo, il servizio migliora, così come la richiesta aumenta. Tutti i comuni sono serviti dai bus. I mezzi di linea cambiano colore: si passa dal colore verde a quello blu. Si raggiunge con una certa disinvoltura Casamicciola, Lacco Ameno, Forio, Cava Grado, Barano, Fontana, Serrara. C’è la linea 1, la linea 2 che raggiunge Sant’Angelo attraverso Barano.

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1990. È il massimo splendore per la Sepsa. La flotta dei bus si rinnova con l’arrivo degli indimenticabili Inbus, non c’è angolo dell’isola che non venga raggiunto. Sono attive le circolari che compiono il giro dell’isola, la famiglia dei dipendenti cresce a dismisura. Sono gli anni d’oro. E’ l’optimum.

2000. Il servizio è una perfetta macchina oliata che funziona da sola. Sono gli anni in cui arriva Papa Giovanni Paolo II ad Ischia con la sua visita pastorale. La Sepsa dà prova della sua massima efficienza con un servizio d’èlite da capitale europea della mobilità. Il nuovo millennio, però, è testimone della favola discendente. Nel 2008 arriva l’Eavbus, cinque anni più tardi il fallimento della partecipata della Regione. I gloriosi Inbus salutano, arrivano gli Iris e più che gioie sono dolori. Il resto è storia recente.

A cura di Luigi Balestriere e Luigi Calise

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