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Processo Diotallevi, ammesse le liste dei testi

È cominciato ieri mattina il processo per la morte della giovane Maria Diotallevi, che nel dicembre 2015 spirò presso l’Ospedale Rizzoli di Lacco Ameno in seguito a una broncopolmonite. Il giudice Capuano ha proceduto all’ammissione dei mezzi di prova, comprese le liste dei testi. I familiari della ragazza, come parte civile, erano rappresentati dall’avvocato Vincenzo Aperto. La mancanza di eccezioni e questioni preliminari ha permesso di passare subito alle richieste delle parti. Il pubblico ministero ha chiesto di acquisire integralmente la consulenza autoptica disposta in sede di indagini preliminari. L’avvocato Massimo Stilla, difensore dell’unica imputata, la dottoressa Viviana Pisano, si è opposto all’acquisizione ai sensi dell’articolo 431 del codice di procedura penale, relativamente alle considerazioni medico-legali contenute nella consulenza, mentre ha acconsentito soltanto all’acquisizione delle attività cosiddette “irripetibili”, consistenti nell’esame esterno della salma, degli organi e le analisi istopatologiche. In pratica, la difesa contesta tutta la seconda parte della perizia redatta su ordine della Procura dal professor Tarsitano, che puntava il dito contro la presunta negligenza dei sanitari in servizio al Rizzoli durante la giornata del 29 novembre. Quel giorno Maria Diotallevi si presentò al Pronto Soccorso in preda a febbre alta accompagnata da altri sintomi che, secondo la relazione, avrebbero potuto e dovuto instradare i medici verso la corretta e tempestiva diagnosi del male che stava attaccando le vie respiratorie della giovane donna. Medici che invece, sempre secondo l’accusa, avrebbero limitato l’attenzione «all’apparato digerente, mentre il solo esame clinico completo avrebbe evidenziato la patologia respiratoria. Patologia che andava indagata ed inquadrata, inizialmente, con un esame radiografico del torace ed un’emogas analisi e, successivamente, con Tac torace ed esami specialistici». La difesa cercherà dunque di smentire l’impianto accusatorio nei confronti della dottoressa Pisano, imputata di omicidio colposo, che ricopriva il turno pomeridiano presso il pronto soccorso, dimostrando che non vi furono colpevoli omissioni nell’assistenza prestata alla ragazza, la quale tuttavia due giorni dopo l’essere stata dimessa dal pronto soccorso, fu riportata presso il nosocomio lacchese in condizioni ormai disperate, tali da portarla alla morte la mattina successiva. Il processo continuerà il 10 maggio, quando verranno ascoltati sul banco dei testimoni Raffaele Ferrante, Giacomo ed Enrico Diotallevi.

 

 

 

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